CONFERENZA LAMA. NO AI REFLUI SOLO DAL SINDACO DI RUTIGLIANO
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- Pubblicato Venerdì, 09 Agosto 2013 10:19
- Scritto da Brigida Forte
di Brigida Forte
Il 25 luglio scorso si è tenuta, presso l’Assessorato Regionale alla Qualità del Territorio, l’ennesimaconferenza di servizi “finalizzata all’istituzione del Parco naturale regionale Lama San Giorgio e Giotta”. Sono anni che questa conferenza di servizi si riunisce ma il Parco naturale ancora non si vede. In compenso l’assessore regionale Angela Barbanente, che la presiede, ha svelato quale sarà la vera vocazione dell’istituendo Parco.
Ecco una sintesi del suo intervento: «La Lama è individuata nel Piano di Tutela delle Acque corpo idrico superficiale non significativo, recapito finale delle acque reflue dei depuratori. In relazione alla salvaguardia della salute e delle risorse idriche, nonché degli ecosistemi ambientali, la Regione stabilisce il recupero delle acque reflue ai fini ambientali in conformità al regolamento regionale del 18 aprile 2012 n. 8. Il suddetto recupero è attuato da uno specifico piano di gestione da redigersi a cura dell'ente di gestione del Parco secondo le prescrizioni contenute dal citato regolamento regionale. Il Parco sotto questo profilo offre un'opportunità. Nelle more della operatività del recupero ambientale è comunque consentito l'esercizio degli scarichi degli impianti di depurazione regolarmente autorizzati dalla Regione Puglia».
Insomma, il Parco Lama San Giorgio non è un’opportunità per la tutela e la conservazione del paesaggio e delle bellezze naturali, non è un’opportunità di godimento e fruizione per le comunità. No. Il Parco è una opportunità per i depuratori, che vi potranno dentro scaricare i propri reflui. E’ incredibile che la regione abbia banalizzato, sacrificato, con così tanta leggerezza, un progetto straordinario di valorizzazione della lama mettendolo a completa disposizione della fogna depurata fino al punto che sarà addirittura l’ente Parco a gestirne i reflui e il loro recupero. Il Parco a questo punto diventa un canale di scolo e l’ente che lo deve gestire è ridotto a guardiano della fogna depurata. C’è da non crederci.
Eppure il progetto originario (2002), da cui muove la legge sul Parco naturale lama San Giorgio e Giotta, fatto da ingegneri e architetti del Politecnico di Bari, vietava tassativamente, tra le altre cose, proprio lo “spandimento di reflui” e i “campi di spandimento di reflui provenienti da depuratori”.
Sulla questione parco/reflui abbiamo intervistato il sindaco di Rutigliano, che alla conferenza di servizi del 25 luglio ha partecipato. «Sono stato l’unico sindaco ad essermi opposto non all’istituzione del parco, ma allo sversamento delle acque reflue dentro lo stesso parco», ci ha detto subito Roberto Romano. «Da parte della Barbanente -ha aggiunto- c’è stata la garanzia che la lama sarà salvaguardata, lama che lei ha detto di conoscere molto bene. Ci ha riferito che stanno individuando dei siti dove realizzare l’affinamento delle acque per il riutilizzo in agricoltura». «Io ho evidenziato -ha continuato il sindaco- il fatto che l’individuazione dei siti per l’affinamento deve avvenire prima di mettere in funzione il depuratore, prima di cominciare a deturpare la parte più bella della nostra lama».
Sindaco, anche se nelle more si andasse in lama, quando l’affinamento sarà realizzato, in lama non si andrà più?
«Secondo la Barbanente sì, nelle lame non si andrà più. Io, comunque, so come funzionano queste cose e temo che quel “nelle more” possa nel tempo diventare una situazione consolidata e definitiva».
Quindi, la regione vuole il Parco naturale lama San Giorgio con dentro i reflui dei depuratori.
«La Barbanente ha sostenuto che l’istituzione del parco favorirebbe la soluzione dei reflui, per questo bisogna accelerare questo percorso. Però, ha detto, nelle more della ricerca di soluzioni alternative, dell’individuazione dei siti dove fare l’affinamento delle acque, bisogna sversare in lama».
Nessun’altro ha sostenuto la posizione del comune di Rutigliano?
«Gli altri presenti, in realtà, hanno assunto un atteggiamento eccessivamente accondiscendente con la linea della regione, dell’istituzione del parco. Anche se qualcuno ha annuito quando ho espresso la mia posizione, i dubbi, le preoccupazioni. Pero, in realtà, una presa di posizione secca, decisa, non c’è stata».