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PIETRO CALAMANDREI E IL CRIMINALE NAZISTA KESSERLING

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Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, responsabile degli eccidi delle Fosse Ardeatine, di Marzabotto e di altre orrende stragi, è stato processato nel 1947 per crimini di Guerra. La condanna a Morte fu commutata in ergastolo ma, per motivi di salute, uscì dal carcere nel 1952. Ritornò in Germania e fu accolto come un eroe dai circoli neonazisti bavaresi di cui divenne attivo sostenitore. Da lì Kesselring ebbe il coraggio di dire pubblicamente che gli italiani dovevano essergli grati per come lui si era comportato nei due anni di occupazione tanto che avrebbero fatto bene ad erigergli un monumento.

Il 4 dicembre di quello stesso anno Pietro Calamandrei* rispose con una famosa epigrafe dettata per una lapide “ad  ignominia” che fu collocata nell’atrio del comune di Cuneo come protesta per la liberazione del criminale nazista. Ecco l’epigrafe


Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio del torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.

Pietro  Calamandrei


*Giornalista, giurista, politico, scrittore, poeta e docente universitario, costituente.

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