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ORIGINI E TRADIZIONI DEL VINO, UN INTERESSANTE INCONTRO

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di Domy Divittorio

Si è tenuta ieri presso il salone delle conferenze di Palazzo San Domenico la presentazione del libro curato da Lina Leone "Sulle tracce del vino", pubblicato dalla Libera Università della Terza Età (Lute) “Lia Damato” di Rutigliano.

Il volume, che andrà ad arricchire ulteriormente la collana di studi e ricerche sulla cultura locale della stessa Università, è stato presentato ad un pubblico ricco e interessato dalla presidente Marisa Damato e dal giornalista Gianni Capotorto, vice presidente della Lute, accompagnati da una folta schiera di studiosi, docenti e anche dall'Assessore ai Servizi Sociali Angela Redavid.

Grazie agli studi e all'impegno del sig. Gianni Capotorto, della professoressa Anna Montedoro e della curatrice stessa del libro è stato possibile ripercorrere la storia del vino dalle origini, da quella Grecia antica che il vino l'ha amato al punto tale da immortalarlo sui vasi, passando poi al mondo latino, che sul vino ha costruito una tradizione e una cultura, quella del simposio.

Perché da sempre il vino è fedele compagno dell'uomo, è motivo di socializzazione e occasione di incontro. E forse in tutto questo c'è anche un aspetto più filosofico, come ha voluto sottolineare la regista teatrale Terry Marinuzzi, la quale, richiamando un filosofo del calibro di Nietzsche e il grecista Dodds, ha notato come il vino riesca spesso a conciliare le due parti del nostro essere da sempre in conflitto, quella razionale e quella irrazionale.

Questo spiegherebbe il successo di questa bevanda, che nonostante la globalizzazione e la forte concorrenza, non ha mai perso terreno e presa sul pubblico. Non si può non tener conto infatti che parte del turismo della nostra regione è rappresentato proprio dal turismo enogastronomico.

Grazie poi all'intervento del dirigente scolastico della scuola Secondaria di Primo Grado “A. Manzoni” di Rutigliano Nicola Valenzano è stato possibile ripercorrere la storia squisitamente rutiglianese, tra detti e proverbi decantati rigorosamente in dialetto, per rimarcare le nostre origini e specificità.

Un omaggio anche all'osteria Pagnelli, attiva fino agli anni 60, a rappresentare la quale c'era la stessa signora Pagnelli,  presente nel libro con un'intervista. Ricordi ancora vivi di vendemmie e la malinconia di quella semplicità che ora non c'è più, ma che ha lasciato nelle nostre vite una traccia indelebile che ha spinto i nostri concittadini a dedicare tempo e attenzioni ad un tema che sembra essere quasi démodé.

Infine il vino come dipendenza. Del tema se ne è occupato il medico alcologo Vito Antonio Campanile, che ha portato a testimonianza le sue esperienze con i pazienti alcolisti. "Meno è meglio" è lo slogan del dottor Campanile, perché con l'alcool non si scherza, perché l'alcool può uccidere.

Tutto questo è presente in un libro piccolo, ma ricco di contenuti e snello nella lettura; bello a vedersi anche grazie alle illustrazioni curate dalla professoressa Linsalata. L' incontro si è concluso con il cortometraggio curato da Antonio Lombardo intitolato "Ode al vino".

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