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I PERMESSI RETRIBUITI DEL CONSIGLIERE GIOVANNI MANZARI

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di Gianni Nicastro


E’ arrivato in consiglio comunale con la Puglia Prima di Tutto, la lista regionale di Raffaele Fitto (centrodestra). Alla sua prima consigliatura, ma candidato nell’Italia dei Valori (centrosinistra) e non eletto alle amministrative del 2004.

Del consigliere Giovanni Manzari abbiamo a disposizione per intero i permessi retribuiti del 2011. Sono 91 -4 mesi lavorativi- i giorni di permessi pagati dal comune al suo datore di lavoro, la “Faro S.r.l. Istituto di Vigilanza Bari”, un costo di 6828 euro. Anche per Manzari i permessi riguardano giorni relativi a consigli comunali, alle tre commissioni consiliari delle quali è membro e alla conferenza dei capigruppo.

Di quei 91 ci sono 27 giorni di permessi -più di un mese lavorativo- che hanno attirato la nostra attenzione perché privi di impegni prettamente istituzionali. Questi ulteriori permessi retribuiti sono consentiti dalla legge (art. 79 del D.Lgs. 267/2001) nella misura di 24 ore mensili, tre giorni lavorativi. Sono permessi che il consigliere Manzari ha utilizzato ogni mese mediamente per 18 ore, con delle eccezioni.

In agosto e settembre il pacchetto di ore disponibili se l’è fatto tutto, ad ottobre sono state addirittura 28 le ore di permesso che il comune gli ha pagato, 4 in più del consentito che teoricamente dovrebbe restituire; a dicembre, invece, lo sforamento è stato di una sola ora. Ma la dinamica di questo tipo di permessi varia da 8 a 10 ore continuative al giorno. Per esempio, il 22 e 23 febbraio i permessi lo hanno coperto dalle ore 8:00 alle ore 12:00 e dalle ore 16:00 alle ore 22:00.

Nessuno sa che tipo di impegni politici il Manzari abbia svolto in 10 ore al giorno per due giorni, lo stesso discorso vale per agosto, mese in cui non si è fatto nessun consiglio comunale e il comune ha comunque coperto le sue assenze dal lavoro 8 ore al giorno per tre giorni (8, 18 e 25), oltre ai permessi per una commissione e una conferenza dei capigruppo. Ci siamo domandati per quale motivo il nostro consigliere abbia preso questi permessi extra, abbiamo cercato di chiederglielo.

Siamo andati a trovarlo per un'intervista lunedì scorso nel suo ufficio, era sera tardi e abbiamo concordato un appuntamento per la mattina seguente alle 9:00 davanti al bar Chantal. Il consigliere a questo appuntamento non si è presentato. Lo abbiamo atteso un’ora, chiamato al telefono non ha risposto; siamo andati due volte al suo ufficio, ma non lo abbiamo trovato. Insomma, l’altro ieri mattina Manzari ci ha fatto il classico bidone.

Qualcosa a riguardo, però, la leggiamo nelle attestazioni che il segretario comunale ha firmato per ogni giorno di permesso extra chiesto dal nostro e che sono allegate agli atti di liquidazione al datore di lavoro conservati presso l’ufficio di segreteria del comune. Riportiamo qui il testo di una di queste attestazioni, sulla quale abbiamo svolto un minimo di approfondimento: “Il segretario generale -si legge - visto che il consigliere Giovanni Manzari ha dichiarato, ai sensi dell’art. 76 del D.P.R. 445/2000, come da atto in possesso di questo ufficio, di essersi assentato dal proprio posto di lavoro per espletare il suo mandato amministrativo; visti… , ATTESTA che il presidente del gruppo consiliare Movimento ‘La Puglia prima di tutto’, sig. Giovanni Manzari il giorno 20 ottobre 2011 è stato impegnato dalle ore 8,30 alle ore 14,30 e dalle ore 18,00 alle ore 20,00, in attività connesse all’espletamento del proprio mandato amministrativo, legate alla funzione di Presidente del suddetto Gruppo. Si rilascia a richiesta di parte quale giustifica per l’assenza dal lavoro”.

Di questi attestati ce ne sono tanti quanti sono i giorni di permesso extra, cioè 27, sono identici, cambia solo l’orario.  Cosa avrà avuto da fare Manzari quel giorno per 10 ore come capogruppo di un gruppo consiliare formato solo da se medesimo? Avremmo voluto chiedere proprio questo, e anche altro, al consigliere, ma non ce ne ha dato l’opportunità e, certo, non ci mettiamo a corrergli dietro.

Sul permesso del 20 ottobre azzardiamo un’ipotesi. Il giorno dopo, 21 ottobre, si è tenuta una Conferenza dei Capigruppo, possiamo pensare che, magari, abbia avuto bisogno di quelle 10 ore per prepararsi, per studiare -il giorno prima- l’argomento della conferenza. All’ordine del giorno, infatti, c’erano due punti di cui uno alquanto impegnativo: il rendiconto di gestione del bilancio 2010 e una interpellanza del consigliere Pinuccio Valenzano (Arcobaleno) sui servizi igienici del PIP. Oltre al presidente, Matteo Colamussi, in quella conferenza -cominciata alle ore 12:00- ha parlato solo un altro consigliere, lo stesso Valenzano; il consigliere Manzari non ha proferito parola, come gli capita spesso, se non sempre, nei consigli comunali.

Ogni consigliere o assessore, ovviamente, è libero di svolgere il proprio mandato come meglio crede, nella piana libertà, utilizzando tutti gli strumenti che le norme mettono a disposizione, come lo sono i permessi retribuiti appunto. Ma per quanto legittimi possano essere questi strumenti, il sospetto che se ne abusi ci assale.

Non sappiamo con certezza se il consigliere Manzari abbia abusato nell’utilizzo dei permessi retribuiti, sia in quantità che in qualità. Sappiamo solo che questi strumenti hanno un costo che, nel caso specifico, è stato mediamente di 569 euro al mese. Se al costo dei permessi aggiungiamo il gettone di presenza (20 euro a seduta) per consigli comunali, commissioni consiliari e conferenze di capigruppo (1340 euro complessivi), il consigliere comunale Giovanni Manzari nel 2011 è venuto a costare alla collettività 8168 euro, un costo medio mensile di 680 euro.

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