LETTERA APERTA DEI GIOVANI DEPUTATI DEL PD
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- Pubblicato Sabato, 09 Marzo 2013 10:19
- Scritto da Giovani deputati PD
Risposte ai giovani italiani... subito ! Lettera aperta dei deputati PD under35
Vogliamo riprendere da dove ci eravamo lasciati due giorni prima del voto per queste elezioni politiche, quando con alcuni candidati under 35 del Partito Democratico abbiamo condiviso una lettera aperta ai nostri futuri “colleghi” eletti nelle liste del nostro partito, raccontando le priorità per le quali vorremo impegnarci in Parlamento per far sì che si possa davvero aprire una stagione di cambiamento e nuove prospettive per la nostra generazione, anche con strumenti e parole più semplici e diretti.
Da una settimana stiamo assistendo a una situazione del tutto inedita e di stallo. Uno stallo che non possiamo permetterci, né per il futuro dei giovani né per quello dell’Italia. Nelle ultime ore però siamo stati scossi dai gravissimi avvenimenti di Napoli e Perugia, che ci sconcertano e ci preoccupano perchè evocano giorni tristi del nostro passato, e certificano l’urgenza di una risposta da parte dello stato democratico ad un malessere sempre più diffuso nel Paese.
E’ da qui che ripartiamo. In queste ore la parola ricorrente è “responsabilità”. Responsabilità di non tornare alle urne e spendere altri 400 milioni di euro degli italiani, rischiando una bufera finanziaria che impoverirebbe ulteriormente la nostra già debole economia. Responsabilità di tenere unito un Paese che non vogliamo si inginocchi ancora di più a causa della crisi. Responsabilità di rappresentare il popolo italiano – tutto – perché quando si è rappresentanti istituzionali il bene del Paese viene prima di ogni altra cosa. Responsabilità di rappresentare una generazione che forse più delle altre sta scontando sulla propria pelle la precarietà di questi anni.
E’ con questa parola che vogliamo quindi rivolgerci a tutti i parlamentari under 35 eletti alla Camera dei Deputati, di ogni schieramento. La sfida che abbiamo di fronte è troppo grande per arroccarci: c’è da rimettere in sesto l’Italia. Mettiamo da parte le diffidenze reciproche e, con la consapevolezza che tutti dobbiamo imparare come funzionano i meccanismi della democrazia, ragioniamo a viso aperto su cosa noi possiamo fare concretamente per i nostri coetanei. Vogliamo che si fidino di noi perché diamo un esempio concreto di dialogo e sobrietà.
I dati di questi giorni ci riportano bruscamente alla realtà: la disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è schizzata al 38,7% (cifra record da vent’anni a questa parte), al sud supera il 50%, e sono soprattutto le ragazze ad essere più in difficoltà. I contratti precari - che molti di noi hanno sperimentato in prima persona, a dimostrazione che conosciamo cio' di cui parliamo - sono 2,8 milioni, tra tempo determinato e contratti di collaborazione. E i NEET sono altri 2 milioni, praticamente un esercito di invisibili. Vogliamo dire qualcosa a queste persone ? O meglio, vogliamo fare concretamente qualcosa per loro ?
QUESTE SONO LE PRIME RISPOSTE CHE SE VOGLIAMO POSSIAMO DARE:
• Garantire agli under 29, entro quattro mesi dal termine degli studi o dalla perdita di un impiego, una buona offerta di lavoro, un corso di perfezionamento, un contratto di apprendistato o un tirocinio di qualità.
• Rifinanziamento e riforma del Servizio Civile.
• Utilizziamo i soldi ricavati dal taglio ai costi della politica per garantire le borse di studio universitarie a tutti gli aventi diritto.
• Mettiamo imprese e formazione universitaria in sinergia per dare risposte qualificate all’offerta lavorativa.
• Tirocini e stage con retribuzione minima di 500 euro.
• Diritto di voto per i fuori sede.
Garanzia Giovani. Diversi Paesi dell'Unione Europea hanno già messo in pratica questa iniziativa che viene direttamente dalla Commissione Europea, e altri si apprestano a farlo. Ricerca attiva del lavoro, potenziamento degli strumenti pubblici, utilizzo dei fondi strutturali europei. Puntiamo a questo, gli indicatori dimostrano come l’investimento “per prevenire” sia molto più vantaggioso dell’investimento “per mettere una pezza” una volta che i problemi sono scoppiati.
E per stage e tirocini rendiamo obbligatorio un compenso e dei requisiti minimi di dignità, facendo in modo che la legislazione sia concretamente da tutti applicata. Molti giovani che cercano lavoro e non lo trovano si rivolgono anche al Servizio Civile, nazionale e regionale, ma negli ultimi 5 anni le risorse a sostegno dei progetti di cittadinanza attiva sono state tagliate dell’80%. Battiamoci per il rifinanziamento del fondo a disposizione dell’Ufficio nazionale per il Servizio Civile e per la programmazione almeno triennale dei progetti, impegniamoci perché venga ribadito il giusto valore formativo, sociale e profondamente etico di questa esperienza, che dovrebbe essere accessibile a tutti i giovani, italiani e stranieri, senza distinzioni.
Il nostro è uno dei Paesi dell’Unione Europea in cui la forbice della disuguaglianza è più ampia e siamo convinti che per ridurla dobbiamo dare a tutti le stesse opportunità di partenza, senza lasciare indietro nessuno, perché solo così poi il merito potrà essere giustamente premiato. Non ci devono mai più essere studenti che risultano idonei ma non vincono la borsa di studio. Utilizziamo una parte dei soldi recuperati tagliando i costi della politica – rimborsi elettorali, numero e stipendi dei parlamentari in primis – per garantire il diritto allo studio, e un’altra parte per incentivare progetti che mettano in collegamento mondo dell’università e mondo del lavoro, concretizzando nuove progettualità e idee innovative.
Infine, rispetto al tema della rappresentanza c’è una situazione anacronistica che vogliamo risolvere perché genera disuguaglianza: studenti e lavoratori temporaneamente fuori sede in Italia e all’estero – in particolare i ragazzi e le ragazze in Erasmus – non possono votare se non rientrando nella loro città di residenza. Ma sappiamo tutti che per la maggior parte risulta proibitivo accollarsi il costo del viaggio. Perciò introduciamo il “diritto di voto fuori sede”, non vogliamo più che soprattutto i giovani si sentano trattati come cittadini di serie B.
Questa è la prima volta in cui i parlamentari under 35 saranno così numerosi. Dimostriamo che il tempo della vecchia politica è davvero finito. La nostra generazione reclama futuro, diamoci l’opportunità di iniziare a cambiare questo Paese.
FRANCESCA BONOMO, Deputata PIEMONTE 1
GIULIA NARDUOLO, Deputata VENETO 1
LIA QUARTAPELLE, Deputata LOMBARDIA 1
ANNA ASCANI, Deputata UMBRIA
VERONICA TENTORI, Deputata LOMBARDIA 2
MIRIAM COMINELLI, Deputata LOMBARDIA 2
CHIARA BRAGA, Deputata LOMBARDIA 2
ENZO LATTUCA, Deputato EMILIA ROMAGNA
FILIPPO CRIMÌ, Deputato VENETO 1
LILIANA VENTRICELLI, Deputata PUGLIA
MARIA CHIARA GADDA, Deputata LOMBARDIA 2
MARIANNA MADIA, Deputata LAZIO 1
SARA MORETTO, Deputata VENETO 2
MARCO DI MAIO, Deputato EMILIA ROMAGNA
DANIELA CARDINALE, Deputata SICILIA 1
PINA PICIERNO, Deputata CAMPANIA 2