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SCRUTATORI, AL BANCHETTO DELLA SPARTIZIONE SOLO LA MAGGIORANZA

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di Gianni Nicastro


L’opposizione il tentativo lo ha fatto fino in fondo, attraverso il suo rappresentante nella commissione elettorale che lunedì scorso ha nominato gli scrutatori. «Per la scelta degli scrutatori io propongo il sorteggio pubblico come strumento che garantisce l’imparzialità e la trasparenza perché, in un momento come questo, è un segnale che dobbiamo dare tutti e chiedo che questa proposta sia messa a verbale», così ha esordito in commissione il consigliere del PD Giuseppe Valenzano in rappresentanza dell’opposizione.

Una proposta che ha messo in crisi gli altri esponenti della commissione elettorale che sono, per la maggioranza, Giuseppe Romagno (ex FLI), Antonio Troiani (Moderati) e il sindaco Roberto Romagno che di quella commissione è presidente. C’era da nominare 76 scrutatori (4 per sezione) scelti da una lista che conta 1587 iscritti.

Il sindaco ha tenuto a precisare che la commissione stava operando «nel pieno rispetto di una norma vigente da sette anni per cui, quello che fa, o che ha fatto in passato, questa commissione lo ha sempre fatto nel pieno rispetto delle norme». Giuseppe Valenzano ha fatto notare che è vero, la norma dice quello, ma la stessa norma prevede anche che le commissioni passano decidere per proprio conto un sistema alternativo, diverso dalla nomina ad personam.

L’dea del sorteggio, per il sindaco, poteva anche essere perseguita «ma, secondo il mio personale parere -ha detto- necessitava di un minimo di regolamentazione e di confronto tra tutte le forze politiche». Insomma, secondo il sindaco non c’è stato il tempo per discutere di un nuovo sistema, per mettere «dei paletti» che evitassero confusioni e disguidi. «La richiesta del sorteggio la minoranza l’ha fatta il 25 gennaio scorso» ha ribadito Valenzano, in una decina di giorni, quindi, se ci fosse stata la volontà politica, il sorteggio pubblico si poteva organizzare, così come ha fatto il comune di Noicattaro in tempi anche piuttosto stretti.

La proposta di Valenzano è stata messa ai voti ed è stata respinta dai due consiglieri di maggioranza che hanno insistito sul metodo della nomina così come si è fatto in passato. Dopodiché il consigliere del PD ha voluto sapere dal resto della commissione con quale criterio avrebbero scelto i nomi dalla lista degli scrutatori. «La strada da percorrere -ha detto il sindaco- è il rispetto della norma. In altre occasioni abbiamo discusso, abbiamo stilato un elenco e lo abbiamo approvato all’unanimità, oggi non lo so se ci sono quelle condizioni. Se ci sono, adesso ci mettiamo a lavorare, stiliamo l’elenco». «Io non ho nomi -ha incazato l'esponente dell'opposizione- e non so quale può essere, a questo punto, il criterio di scelta». «Abbiamo un elenco -ha insistito il sindaco- di persone che hanno manifestato la loro disponibilità, da questo elenco bisogna estrapolare dei nomi che ognuno ritiene possano essere all’altezza di svolgere quel ruolo». Il sindaco ha cercato di convincere Valenzano, ma non ci è riuscito.

Qui la commissione si è un po’ arenata tra la decisione, irremovibile, del consigliere del PD e l’imbarazzo (c’era un po’ di pubblico ad assistere ai lavori), la difficoltà a procedere degli altri componenti, tant’è che il sindaco ha chiesto 30 minuti di sospensione per «dirimere i dubbi e le perplessità».

Al rientro della commissione Giuseppe Valenzano ha voluto sapere se fossero stati individuati dei criteri di scelta per la nomina, «abbiamo individuato dei nomi» ha risposto il sindaco, che con gli altri due consiglieri di maggioranza ha ripreso i lavori portando con sé una lista di nomi scelti sulla base delle personali conoscenze. A questo punto Valenzano fa mettere a verbale che abbandona la commissione elettorale perché non d’accordo con il metodo di scelta utilizzato, quindi se ne va.

Un fatto eclatante, mai successo prima, che scombina, spiazza, i giochi spartitori a cui la maggioranza è abituata: due terzi a me, un terzo a te. Il sindaco prende atto della situazione: «Eravamo convinti -ha detto- che si procedesse secondo i vecchi criteri e che quindi fosse data adeguata rappresentanza alla minoranza. Salta la procedura che consente alla minoranza di esprimere i propri nomi, per cui dovremmo considerare dei nomi in più rispetto a quelli che pensavamo. Abbiamo necessità di rivedere gli elenchi».

Qui c’è stato un piccolo colpo di scena. «Poiché non abbiamo nulla da nascondere -ha arringato il sindaco- e vedo che qui sono presenti alcuni giovani che forse sono interessati a svolgere questo ruolo, chiedo ai presenti se sono iscritti all’albo degli scrutatori e se sono interessati a dare la loro disponibilità». Tra quelle presenti solo due giovani donne hanno accettato di essere nominate seduta stante. C'è da dire che ha sorpreso un po’ tutti lo slancio del sindaco, avuto per dimostrare che le cose erano chiare e che non c’era nulla da nascondere. Peccato che in quel momento si siano trovati solo due giovani, ad averlo saputo è probabile che lunedì mattina, ad assistere alle operazioni in commissione, sarebbero stati molto, ma molto, di più se non proprio tutti gli iscritti all’albo degli scrutatori. 

L’abbandono della commissione da parte dell’opposizione e la nomina a volo di due scrutatori, queste sono state le uniche novità degne di nota di un rito preelettorale che ancora non riesce ad affrancarsi dall’inciviltà del metodo spartitorio e clientelare.

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