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SCRUTATORI. NIENTE SORTEGGIO, LUNEDÌ LA SPARTIZIONE

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di Gianni Nicastro


Chi si era illuso che questa volta il sistema di scelta potesse farsi più civile, come nei comuni anche vicini, può mettersi l’anima in pace. Il sindaco Roberto Romagno ieri ha reso noto “che la Commissione elettorale comunale è convocata nella sede del comune in pubblica adunanza per il giorno 4 febbraio 2013, alle ore 12:00, per procedere alla nomina degli scrutatori che saranno destinati agli uffici elettorali di sezione per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica che si svolgeranno domenica 24 febbraio e lunedì 25 febbraio 2013”.

Tutto come prima, dunque. Immaginiamo consiglieri comunali, assessori, forse anche dipendenti comunali di un certo rango, già pronti con nomi e liste di propri adepti, amici, parenti, simpatizzanti. Tutto legale, le norme regalate dal governo Berlusconi lo permettono, ma questo non esclude che si tratti comunque di uno spettacolo indegno. Soprattutto alla luce di quello che succede in Italia proprio in questo frangente storico: i mediocri e i mariuoli in politica, nei partiti, nelle banche e nelle istituzioni, i capaci e i meritevoli fuori.

Fare lo scrutatore è poca cosa, magari tutti o la maggior parte di quelli che ogni anno lo fanno sono brave persone, oneste, capaci. Il problema è il metodo, che in questo caso fa molto sostanza. L’amministrazione comunale, i consiglieri comunali di maggioranza, hanno perso un’occasione per dare un segnale, piccolo, ma significativo, di cambiamento di costume, di mentalità, per rispondere alla domanda di giustizia -nell’accezione più ampia- che viene dalla società civile, dai giovani soprattutto, da chi non riesce a cogliere nessuna opportunità, anche effimera come fare lo scrutatore, non perché incapace, ma perché non ha “santi” a cui votarsi o non vuole averceli.

I Giovani democratici hanno chiesto il sorteggio, prima di loro lo hanno fatto i consiglieri di minoranza. Ora ci si aspetta da loro, soprattutto dai consiglieri dell’opposizione, un atto di coerenza: disertare la commissione elettorale di lunedì prossimo, non partecipare al banchetto, alla spartizione delle nomine. Nulla di particolarmente significativo, certo, ma un segnale, un piccolo segnale, tanto per marcare la differenza da chi è abituato a spartirsi persino i batuffoli di polvere che si accumulano, come gattini, sotto le scrivanie degli uffici comunali.


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