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NATALE INSIEME, COSÌ NE PARLA L'ASSESSORE DEFILIPPIS

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di Rosalba Lasorella

Trascorse le festività natalizie, Rutigliano si appresta a vivere la storica festa legata al culto di Sant’Antonio Abate e del fischietto in terracotta. Doveroso, però, ascoltare il parere istituzionale in merito alle iniziative messe in cantiere dai commercianti Angels & Devils abbigliamento, Fisoro Gioielli di Vincenzo Delliturri, Passi D’Angelo calzature, Serch Abbigliamento Uomo, la Bottega del Cioccolato, Erboristeria dott. Menelao, Madame et Monsieur, Boccuzzi Pelletteria, Fiorilù e ZeroSei per “Natale Insieme 2012”, cartellone di eventi autofinanziato dalle suddette attività commerciali e su cui, anche attraverso il nostro sito, sono piovute numerose critiche.

Abbiamo intervistato l’Assessore al Turismo e agli Eventi Gianvito Defilippis per capire se questa formula “anti-crisi” ha realmente funzionato o se invece, come alcuni degli stessi esercenti hanno lamentato, è mancato un coordinamento efficace, capace di attirare l’attenzione dei consumatori e invogliare a preferire i piccoli negozi piuttosto che i grandi centri commerciali. All’assessore abbiamo anche rivolto alcune domande riguardo alla Fiera del Fischietto: riporteremo l’intervista in un apposito articolo di prossima pubblicazione.

Assessore Defilippis, abbiamo già avuto modo di cogliere gli umori e i malumori dei commercianti e dei cittadini. Qual è invece il parere del Comune di Rutigliano riguardo a “Natale Insieme 2012”?
«Sicuramente, a detta di chi ha organizzato  le manifestazioni, al di là del movimento che c’è stato o non c’è stato, è stata una iniziativa interessante. Certamente va riorganizzata, ampliata, gestita in maniera diversa, anche attraverso il coinvolgimento di più persone, però, come in tutte le cose, chi parte prende le critiche di tutto il mondo, ma se non si parte non si può vedere nulla. Alla fine le iniziative sono state apprezzate, hanno invogliato qualcuno a passeggiare a piedi –a comprare non lo so, saranno i commercianti a dirlo- e a vedere i negozi. Va organizzato un po’ meglio, forse va evitato il sabato, perché non siamo ancora abituati a questo tipo di cose, tanto è vero che il primo giorno c’è stato un intoppo –per la chiusura forse troppo anticipata del corso- e parlando poi con tutti i commercianti abbiamo cercato di trovare una soluzione, che era quella della chiusura più tardiva del corso, dalle otto in poi, e la domenica invece chiusura completa».

In effetti, la maggior parte delle iniziative si è svolta tra la piazza e corso Mazzini, perché da un po’ di tempo a questa parte state sperimentando l’idea del corso come zona pedonale. E’ vero, però, che durante il periodo di Natale alcuni commercianti che non hanno aderito direttamente a “Natale Insieme” si sono sentiti leggermente penalizzati.
«Sì, sicuramente si sono sentiti un po’ penalizzati. Noi abbiamo fatto fronte a quella che era la richiesta di circa trenta commercianti che avevano chiesto di chiudere il corso per stimolare gli acquisti. Chiaramente è difficile mettere poi tutti d’accordo e qualcuno ci è rimasto un po’ male, ma io poi personalmente ho fatto un giro tra quelle persone che erano rimaste scontente e, parlando, abbiamo trovato una soluzione a tutti i problemi che si erano creati. Infatti, nelle domeniche successive si sono dimostrati favorevolissimi a questa chiusura, ma ribadisco che va concertata meglio in maniera globale».

Questo Natale è stato caratterizzato da una situazione generale che probabilmente ha scoraggiato gli italiani alle compere, per cui è difficile pensare che gli sforzi profusi dai commercianti e dal Comune stesso abbiano portato un incremento delle spese. Ma è anche vero che non tutti si sono dimostrati propensi alla realizzazione di questo cartellone di eventi: che cosa manca a Rutigliano, perché nei paesi vicini si trova più solidarietà tra attività che spesso addirittura competono?
«E’ una bella domanda, se avessi la risposta non avrei avuto i problemi che ho avuto. Secondo me, all’inizio c’è un po’ di timore nel voler fare certe cose, si è sempre stati abituati a un certo modo di fare ed è anche più facile pensare “Ora vediamo, ci penseranno gli altri, come va va”. Io ammiro chi si è rimboccato le maniche e si è dato da fare; sicuramente i modi, i tempi, i termini vanno sistemati, su questo non c’è dubbio, bisognava coinvolgere più persone possibile, però questo gruppo è partito: sulla scorta della sagra dell’uva e del gelato, ha notato che chiudendo quella zona c’era maggiore affluenza di gente e la gente ha apprezzato. Purtroppo noi abbiamo un grosso handicap dal punto di vista della viabilità, perché il corso è una delle vie più importanti e chiuderlo, per la conformazione del paese, è un problema vero, ma il cittadino può anche lasciare l’auto a distanza di 10-15 metri dal negozio, è sempre bello camminare».

Voi, come istituzione, avete poi avuto modo di confrontarvi con gli organizzatori degli eventi per capire cosa non è andato bene e proporre l’iniziativa, magari il prossimo anno, con delle modifiche?
«Sì, io li ho incontrati in occasione dell’estrazione finale della lotteria. Loro da un lato sono rimasti contenti dell’iniziativa, hanno riconosciuto la necessità di allargarla a quanti più commercianti possibile, perché l’unione fa la forza, e abbiamo tracciato i pro e i contro. Io mi auguro che i rappresentanti di categoria si attivino in questo senso e ci aiutino in un’organizzazione più ampia. Per me è stata una buona iniziativa; d’altronde, si sa, il primo evento è sempre quello che crea più polemica».

 

 


 

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