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ACCORPAMENTO, INTERVISTE A DIRIGENTE E DOCENTI DEL LICEO

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di Gianni Nicastro

La Provincia di Bari insiste. Il liceo scientifico “Ilaria Alpi” e l’ITC “Eugenio Montale” vanno accorpati, devono formare un unico polo al servizio della comunità scolastica non solo di Rutigliano, ma anche dei paesi limitrofi. Questa è la vocazione dei due istituti superiori ed è anche la scelta “politica” che mette in sicurezza, in modo definitivo, l’autonomia del liceo scientifico che ancora la conserva ma che potrebbe essere “scippata” -come è successo col “Montale” l’anno scorso- perché i 638 iscritti possono non essere più tali negli anni, perché i parametri del dimensionamento degli istituti sono nelle disponibilità del libero arbitrio della politica, dei politici e dei loro interessi campanilistico-elettorali e perché, e forse soprattutto, con il problema di inadeguatezza strutturale dell’edificio scolastico (ex supermercato) il liceo non ha possibilità di crescere sia sul piano dei numeri delle iscrizioni, che su quello dell’offerta dei servizi (palestra, auditorium e altri spazi).

La giunta provinciale ci riprova a proporre alla regione il suo Piano scolastico che prevede questo accorpamento, una proposta che trova la comunità di Rutigliano pienamente d’accordo, o quasi. C’è, in loco qualcuno, infatti, che potrebbe non essere d’accordo con l’accorpamento e non per motivi politici, didattici o tecnici, ma per meri interessi personali. Questa fronda, che addirittura starebbe per organizzare una raccolta di firme contro quella proposta, potrebbe venir fuori nel consiglio comunale post natalizio, quello organizzato per il 27 dicembre prossimo, nel quale sarà discussa una mozione a favore dell’accorpamento “Alpi-Montale” e che prevede, al suo termine, una assemblea cittadina sull’argomento. Lì staremo a vedere come si muoveranno i vari politici, gli interessi di chi, legittimamente o no, faranno.

Noi, intanto, siamo stati ieri al liceo scientifico per sondare l’opinione del nuovo dirigente scolastico prof.ssa Angela Borrelli. Ricordiamo che il Collegio dei docenti del liceo, l’anno scorso, proprio in concomitanza con la vivace discussione che si è sviluppata sulla perdita dell’autonomia dell’ITC e sulle soluzioni da proporre per scongiurarla, ha deliberato contro l’accorpamento proposto allora dalla Provincia. Su questo abbiamo, ieri, ascoltato anche alcuni docenti, ma cominciamo dalla dirigente.

Professoressa Borrelli, cosa ne pensa dell’accorpamento dell’ITC “Montale” con il liceo “Alpi” riproposto dalla giunta provinciale qualche giorno fa.
«Io non devo esprimere la mia opinione. Noi abbiamo affrontato la questione negli organi collegiali e abbiamo valutato che in realtà, attualmente, siamo una scuola autonoma secondo i parametri ancora in vigore, ma in futuro potremmo avere delle difficoltà perché la media regionale porterebbe a 900 il numero degli studenti perché una scuola sia autonoma. Per cui in questa fase in realtà non abbiamo problemi circa la nostra sussistenza, questo è un dato oggettivo, numerico, perché abbiamo 638 alunni. Abbiamo, comunque, un problema sicuramente di ambienti, di aule, che probabilmente potrebbero condizionare la nostra crescita. Questa è la posizione che io posso riportare e che è la posizione degli organi collegiali della scuola, Collegio dei Docenti e Consiglio d’Istituto. Per cui, noi vogliamo crescere, non abbiamo gli ambienti adeguati; questa proposta va analizzata perché francamente non la conosco se non da quello che lei stesso mi ha detto e per quello che si legge in questi giorni. In realtà non so quanto potrebbe agevolare, questa proposta, il nostro problema che è un problema di ambienti che ci mancano e che non sono idonei a svolgere una regolare attività didattica così come dovrebbe essere fatta nella scuola. Questo è quello che questa scuola pensa e che io sento di riportare».

L’accorpamento con l’ITC vi metterebbe a disposizione nuove aule, l’auditorium, la palestra. Il liceo scientifico, anche sul piano strutturale, ne ricaverebbe dei vantaggi. Poi, lei mi dice che in futuro il numero di alunni utile a mantenere l’autonomia potrebbe elevarsi. Voi siete già oggi appena al di sopra del minimo di iscrizioni, potreste trovarvi in futuro a perderla l’autonomia, l’accorpamento con l’ITC vi garantirebbe il suo mantenimento. Un accorpamento rifiutato l’anno scorso dal collegio dei docenti. Ci faccia capire come mai questo rifiuto.
«L’anno scorso io non ero qui, per cui, non conosco nel dettaglio gli atti che sono stati deliberati. L’anno scorso comunque non avevamo questa prospettiva dei 900 come media regionale, per cui, probabilmente, se il Collegio e il Consiglio hanno votato contro quella proposta (se, perché, ripeto, questo non lo so) sarà stato forse perché il problema allora non si è posto nella complessità di quest’anno, con parametri futuri un po’ più complessi rispetto all’anno passato. Onestamente la posizione di questa scuola, che io riferisco, è quella, ripeto, degli Organi collegiali e che, con 638 alunni attualmente non abbiamo un problema serio di autonomia. In futuro, viaggiando verso quelle medie di 900 alunni, potrebbe essere un problema per noi perché non abbiamo gli ambienti favorevoli ad una tale crescita. Ora, se l’accorpamento con il “Montale”, in qualche maniera, può venirci incontro, questa è una cosa che va valutata con attenzione. Però io, personalmente, in questo momento, posso solo riportare quella che è stata la riflessione degli attuali Organi collegiali. Più di questo, francamente, non posso dire».
Al momento siete stati avvisati che il 27 c’è un incontro pubblico in sala consiliare proprio su questo problema?
«Non ne ho avuto informazione, né ufficiale, né ufficiosa; me lo sta dicendo lei ora e ne prendo atto».

I DOCENTI
Ad alcuni professori abbiamo chiesto innanzi tutto per quale motivo l’anno scorso loro hanno rifiutato l’accorpamento con l’ITC. «Abbiamo conquistato l’autonomia scolastica come scuola da pochissimo tempo» ci ha detto il prof. Luigi Liantonio di Bari. «Ci sembra -ha aggiunto- un ottimo risultato non inficiato o inficiabile dal numero degli alunni che è in crescita. Quindi, già l’anno scorso la provincia si è espressa in questa direzione». Per il prof. Liantonio chi decide è la regione è, comunque, ritiene che il liceo stia bene così com’è.

Sulla bocciatura dell’accorpamento dell’anno scorso si inserisce la professoressa di italiano Anna Falcetta. «Non è stato, in realtà, un rifiuto, lo desideravamo molto, anzi -ha detto la professoressa- ci è molto dispiaciuto che si è andati in quell’altra direzione». «Più che altro -ha continuato- c’è stato un problema di conoscenza esatta di quelli che erano i parametri; non tutti erano pienamente consapevoli di quello che stava accadendo perché la notizia ci è arrivata con una convocazione urgente del Collegio dei docenti, siamo stati presi quasi alla sprovvista, una cosa che ci è piovuta tra capo e collo, che ci ha visti un po’ in dubbio per questo, non per altro insomma». «Certo è che noi abbiamo necessità di spazi più idonei, assolutamente, che l’ITC potrebbe metterci a disposizione. Abbiamo -ha aggiunto- una popolazione scolastica in estrema crescita con una struttura che è assolutamente inadeguata. Ormai non sappiamo più dove mettere le attrezzature che pura abbiamo ottenuto con i fondi europei».

Abbiamo chiesto alla prof.ssa Falcetta se ritiene interessante la proposta di accorpare i due istituti, «assolutamente sì -ci ha risposto- perché, oltretutto, il bacino di utenza si sta ampliando notevolmente, non soltanto quello tradizionale di Rutigliano e Noicattaro, noi ormai abbiamo studenti di Adelfia, di Cassamassima e, addirittura, anche di Conversano. Adelfia e Casamassima sono collegati con pulman, per cui i ragazzi non hanno difficoltà a spostarsi». La professoressa ci riferisce anche che sin dall’anno scorso, quando il collegio ha rifiutato l’accorpamento, lei era convinta di questa necessità. Rispetto all’anno scorso, comunque, «abbiamo maturato tutta una serie di convincimenti che ci hanno portato oggi a desiderare quello che l’anno scorso» il collegio ha rifiutato. La necessità dell’accorpamento oggi sembra non essere solo un’opinione della prof.ssa Falcetta. «Questo discorso -ha detto- ormai è ampiamente condiviso». Oggi, dunque, al liceo la posizione è diversa rispetto all’anno scorso e l’accorpamento con l’ITC trova un diffuso consenso. «Io ritengo che Rutigliano -conclude la professoressa di italiano- ormai abbia diritto a un polo culturale forte costituito da scuole che identificano non soltanto il territorio in quanto comune, ma che dia una risposta come agenzia formativa. E, anzi, le dò una notizia: giusto l’atro giorno ci è stata data la comunicazione che questa è scuola capofila di una rete per combattere la dispersione scolastica e offrire ulteriori opportunità ai ragazzi». Una notizia importante, il liceo scientifico capofila di una rete insieme «alle due scuole elementari e alla media» presenti a Rutigliano.

C’è, quindi, un diverso atteggiamento oggi del liceo sull’eventuale accorpamento che, come diceva il prof. Liantonio, può essere concesso solo dalla regione Puglia. E il motivo, più che il rischio di perdere l’autonomia, è l’inadeguatezza della struttura scolastica che impedisce la sua crescita, che è ormai un trend confermato. «A noi servono spazi, perché la crescita che abbiamo avuto in questo periodo è la dimostrazione di una scuola di qualità, cresciuta sulle proprie competenze, capacità, le proprie progettualità» ci ha detto un’altra professoressa, la Onorato. E proprio a causa di quei limiti strutturali «Noi siamo favorevoli all’accorpamento, perché abbiamo bisogno di spazi vitali per poter continuare la nostra costante e normale crescita».

E' evidente che il Liceo scientifico ha una priorità, è quella di reperire strutture adeguate alla sua crescita. Noi riteniamo, però, che insieme a questa ce ne sia un’altra di priorità, che è, appunto, quella di scongiurare il rischio di perdere in futuro l’autonomia a causa dell’impossibilità di crescere sia per problemi strutturali, sia perché i parametri per mantenerla possono farsi più irraggiungibili. L’accorpamento creerebbe un polo unitario di scuola secondaria di secondo grado con una popolazione scolastica abbondantemente sopra le mille unità che metterebbe al sicuro i due istituti.

Ora tocca alla politica locale e provinciale, ai cittadini e agli stessi istituti scolastici in tutte le loro componenti, fare fino in fondo una battaglia giusta, civile e democratica, nel solo interesse dei due istituti scolastici e del loro ruolo sociale, formativo e culturale. Quanto condivisi siano gli obiettivi di questa importante battaglia lo vedremo a cominciare da giovedì 27 dicembre prossimo.

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