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DUE VIE DEDICATE A DUE FRATI CAPPUCCINI

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L’amministrazione comunale ha fatto formale richiesta di autorizzazione alla Prefettura di Bari per intitolare due strade della città, una a Padre Stefano Dell’Ernia, l’altra a Padre Serafino Germinario. Al primo è toccata una traversa di via Pitagora, al secondo un vico su via Due Pozzi. Se la Prefettura confermerà la proposta della giunta, fatta il 20 settembre scorso, Rutigliano avrà via Padre Stefano Dell’Ernia e vico Padre Serafino Germinario.

Brevi cenni biografici sulle due personalità

Padre Stefano Dell'Ernia

Nato a Trinitapoli il 20 agosto 1928. A Bari S. Fara viene ordinato sacerdote dall'Arcivescovo Marcello Mimmi, il 29 marzo 1952. Di seguito, opera nei conventi di Scorrano, Francavilla, Barletta, Maglie, fino al 1964, allorché diviene guardiano a Molfetta. Nel 1967 espleta l'incarico di parroco a Bari S. Fara. Dal 1968 fino al 1976 è a Rutigliano, guardiano ed economo. Nel frattempo assume l'incarico di Segretario provinciale per le Missioni al popolo, nonché di Assistente provinciale dell'Ordine Francescano Secolare . Dal 1976 è a Giovinazzo e dal 1979 a Terlizzi, dove rimane sino al 1985. Di qui, viene poi destinato nuovamente a Rutigliano, come Rettore del Santuario del SS. Crocifisso, dov'è rimasto fino ai suoi ultimi giorni. Frate del popolo, assistente provinciale OFS, annunciatore del Vangelo nella modernità, custode del SS. Crocifisso (www.pacebenemondo.it ).

Padre Serafino Germinario
Leonardo Germinario, in religione padre Serafino da Santeramo (1870-1953), ha svolto la sua attività a Bari e in Puglia come predicatore, intellettuale, formatore, fondatore di sezioni del Partito Popolare di Luigi Sturzo, promotore di cooperative. Si è più volte scontrato con le gerarchie ecclesiastiche proprio a causa di quella "scomodità" tipica di chi lavora nella realtà socio-politica: la "scomodità" di chi ha scelto di consumare la propria vita «tra il chiostro e là dove vi sono oppressori». L'editrice Palomar pubblica un libro su Serafino Germinario, un prete scomodo. E' la biografia intellettuale di un frate cappuccino, padre Serafino da Santeramo, votato «all'educazione civile dei lavoratori e alla loro elevazione materiale», così lo descrive un interrogazione parlamentare del 1920. «Non è questa la storia di un cristiano eterodosso» scrive Nichi Vendola nella prefazione «ma di un cattolico innamorato della Chiesa ma capace di sentire e vedere la nascita di un nuovo mondo» (www.gesuiti.it).

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