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INTERVISTA ALLA RIMBAMBAND SUI “BIDONI” E LO SPETTACOLO DEL 23

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a cura di Gianni Nicastro


Ieri pomeriggio ci ha chiamato Raffaello Tullo, leader della Rimbamband, per una intervista a tutto tondo su quello che è successo, o meglio, che non è successo l’anno scorso e che ancora non succede quest’anno. I due spettacoli “bidonati” alla città dell’Uva e dei Fischietti hanno scatenato l’ira dei lettori di Rutiglianoonline, i quali hanno commentato con particolare vis polemica il rinvio del concerto programmato per il 2 settembre scorso in piazza. «Ho letto la rabbia degli abitanti di Rutigliano -ci dice subito Raffaello- che mi ha molto colpito e amareggiato. Io assolutamente non ero nella condizioni di salire sul palco ed è stato annullato un altro spettacolo il giorno prima». «Tengo a precisare -continua- che Rutigliano si è trovata in una situazione molto sfortunata. E’ stata la città che ha subito una serie di coincidenze negative. L’anno scorso noi siamo stati chiamati a Zelig, era nell’aria la possibilità che quella settimana andassimo a registrare. Io avevo già avvisato Nuccio Altieri di questa eventualità…».
Quest’anno, poi, ci si è messa la cordite, una infiammazione delle corde vocali che lo ha colpito poco prima della data del concerto. «Il medico mi aveva detto assolutamente di non aprire bocca», ci dice ancora il Rimbamband. La situazione era così grave che è stato costretto a comunicare con tutti, fidanzata, gli altri componenti della band e persino con il suo medico, attraverso bigliettini e messaggi telefonici.

Allora Raffaello, mi è parso di capire che l’anno scorso gli organizzatori sapevano che c’era il rischio che la Rimbamband non suonasse.
«Assolutamente sì, ma non nel momento in cui mi hanno dato la data. Nuccio Altieri mi ha dato la data, ed era tutto confermato. Qualche settimana dopo noi abbiamo cominciato a registrare Zelig. Quando ci hanno detto che la domenica precedente dovevamo essere a Milano, io la prima cosa che ho fatto è stata quella di chiamare Nuccio. Era nell’aria la possibilità che non si potesse fare, ma non eravamo sicuri».

Si sapeva, ma non eravate sicuri, alla fine è successo che non siete venuti.
«Ad onor del vero c’è da dire che nel momento in cui mi hanno dato la data Zelig non era assolutamente nell’aria. Quando abbiamo cominciato a registrare la mia prima premura è stata quella di chiamare Nuccio per dirgli che c’era la possibilità che potevano richiamarci per fare la terza puntata. Nel caso, come avremmo fatto? Lui mi ha detto: fino a quando non è sicuro non muoviamo niente perché c’era la possibilità che una puntata non la facessimo, così come non ne abbiamo fatte altre».

Se c’è una responsabilità, rispetto a quello che è successo l’anno scorso, è quella di non aver avvisato in tempo i cittadini che il concerto non si sarebbe tenuto, questa è stata allora la critica. Sapevano che voi avevate un altro impegno, più importante sicuramente.
«Ma non è una questione di importanza. Purtroppo quando si fanno i contratti c’è sempre la clausola per gli impegni televisivi».

Quest’anno i commenti sono stati molto critici e polemici perché eravate recidivi.
«E lo so, ma credimi…»

Passi una volta, ma rifare la stessa cosa l’anno successivo… Questo ha dato un po’ fastidio. Però, avete tutto il tempo per risalire la china del gradimento qui a Rutigliano.
«Certo, io mi metto nei panni del rutiglianese e mi rendo conto che la cosa può dar fastidio. Ma mettiti nei nostri panni. L’anno scorso abbiamo perso una data, ma salire sui palchi per noi è sempre una gioia. Cioè noi non evitiamo di fare spettacoli, è il nostro lavoro. Oltre ad essere una gioia e anche la nostra fonte di sostentamento, uno spettacolo in meno significa non guadagnare. Perché ho anche sentito di voci tipo: “no, non si sono messi d’accordo sul prezzo”. Ho firmato un contratto con quattro date della provincia e io onoro sempre i miei impegni. Primo perché questo è un lavoro che mi sono scelto io con grandissima fatica e tutte le volte che salgo su un palco ringrazio il signore. Pensa quando uno è completamente afono. Io ho passato dei giorni terribili con una cordite che non mi era mai venuta, mi sono imbottito di cortisone pur non prendendo mai farmaci…».

Sento che ti sei ripreso bene, stai parlando con tono abbastanza sostenuto.
«Sì, sì, mi sono ripreso. Ho ripreso a lavorare e ho recuperato la data del primo, perché io avevo l’1 e il 2 settembre e sono saltate entrambe. A onor del vero l’1 al Circolo Barion a Bari c’era maltempo e abbiamo spinto per spostarla in modo da evitare di dire che stavo male, perché speravo che il giorno dopo mi sarei ripreso per Rutigliano. Mi sono detto, magari se salta l’1, il 2 riesco a lavorare. Ma il 2 stavo esattamente come l’1».

Avete già suonato a Rutigliano o è la prima volta.
«E’ la prima volta…»

Pur non avendo mai suonato qui siete molto conosciuti.
«Abbiamo tanti amici a Rutigliano… La cosa assurda è che a Rutigliano abbiamo l’entusiasmo di venire, perché non ci siamo mai stati, perché è la città di Nuccio, perché lui ci tiene, perché con lui abbiamo un rapporto speciale. Perché abbiamo un sacco di amici, tante persone che ci seguono e ci vogliono bene. E proprio a Rutiglinao è andata a succedere questa cosa. E’ pazzesco».

Cose che succedono. Ascolta, domenica 23 che tipo di spettacolo farete, cioè voi suonate, fate cabaret
«Noi facciamo uno spettacolo comico usando la musica. Partiamo dai tempi di Buscaglione, poi questi brani diventano sempre un pretesto per creare delle situazioni folli e surreali. Usiamo diversi linguaggi artistici: il mino, il rumorismo fatto con gli strumenti, il tiptap, il tormentone, il conflitto tra i personaggi. Insomma è una cosa che comincia come fosse un concerto, poi diventa teatro».

Ho capito, ma vi riallacciate alla satira, ai temi dell’attualità?
«La satira, pur offrendo tantissimi spunti -l’attualità, no?- noi decidiamo consapevolmente di evitarla perché quello che io voglio trasmettere con la Rimbamband è una sospensione, capito. Dobbiamo stare sospesi, lontani dai problemi, quindi si lavora più di fantasia, di teatro dell’assurdo, più che di satira».

E le musiche? Sono tutte vostre, composte da voi?
«Le musiche sono tutte ispirate agli anni 30-40-50, quindi Buscaglione, Carosone, Arigliano. Però poi succedono delle cose strane…»

Ci improvvisate sù.
«No, no, non improvvisiamo, non c’è nulla di improvvisato…»

Nel senso che ci mettete voi del vostro.
«Ci mettiamo noi del nostro, sì sì, assolutamente».

Va bene Raffaello, io credo che tra il commento che hai postato, non solo su rutiglianoonline, anche su rutiglianoweb, e questa intervista credo sia sicuro, al 100%, che voi veniate a Rutigliano. A meno che il 23 non cada qui un grande meteorite, il concerto lo fate.
«Se i Maya non hanno sbagliato e il mondo non dovesse crollare prima del 23 settembre, dovremmo esserci. A questo punto, veramente, facciamo gli scongiuri, perché non si sa mai… Guarda, io sono, credimi, uno molto sanguigno, amo profondamente quello che faccio e sono molto scrupoloso. Cioè, su Facebook rispondo a tutti, stiamo preparando un progetto per il web, solo per gli amici del web, di Facebook e Twitter; siamo sempre al lavoro su nuovi contenuti. Sono di uno scrupolo, di uno zelo incredibile. Quando ho letto quelle cose (i commenti su rutiglianoonline, n.d.r.) per me è stato una pugnalata alle spalle, anche perché so di avere la coscienza pulita. Ho detto anche a Nuccio organizziamo un incontro nel pomeriggio con i cittadini di Rutigliano dove io ci metto la faccia…»

Sarebbe interessante

«Io posso farlo, non ho nessun problema, perché ho la coscienza così pulita che so che se anche la gente mi guarda negli occhi capisce che sto dicendo la verità».

Anche se la migliore risposta o, diciamo così, la migliore “riparazione”, è che voi veniate a fare il concerto il 23. Quella è, insomma, la cosa che placherà un po’ tutta questa polemica.
«E ti dirò di più: farò un bis tratto dal nostro secondo spettacolo che non ho fatto da nessuna parte…».

Quindi avremo l’onore a Rutigliano di ascoltare una cosa inedita.
«Solo a Rutigliano, ma non è inedita. Fa parte del secondo spettacolo che io porto solo ed esclusivamente a pagamento nei teatri e lo faccio solo per Rutigliano».



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