BAMBINI RIPULISCONO UN’AREA DAI RIFIUTI PER POTERCI GIOCARE
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- Pubblicato Martedì, 04 Settembre 2012 10:09
- Scritto da Gianni Nicastro
di Gianni Nicastro
Siamo andati qualche giorno fa nel quartiere di via Casiglio e piazza Aristotele perché lì stava succedendo qualcosa di buono e inusuale. Ci avevano detto che in un pomeriggio i residenti di quel quartiere si sarebbero messi a pulire dai rifiuti l’area libera, perimetrata dagli alberi, di fronte a piazza Aristotele. In realtà a pulire quello spazio sono stati i bambini e i ragazzi del quartiere per poterlo utilizzare come sede dei propri giochi, in alternativa alla ancora non ultimata -e più delicata- piazza Aristotele.
Attrezzati di guanti e bustoni i bambini «hanno impiegato quattro giorni per pulire», ci racconta una mamma. La fine dei lavori di pulizia è stata festeggiata con un picnic a base di ciambelle, debitamente preparate dalle mamme, e bibite fresche. «Abbiamo raccolto carte e cartacce, pacchi di sigarette e scarpacce» ci racconta uno scricciolo di cinque, sei anni. L’artefice di questa bella storia è stato Mimmo Gassi, abitante di quel quartiere. Lo abbiamo intervistato.
Come sei riuscito ad evitare che i bambini giocassero in piazza Aristotele col rischio di rovinare le aiuole, non solo. Li hai anche responsabilizzati circa la pulizia dai rifiuti dell’area da te indicata e sulla quale potevano andare a giocare. Il tutto senza sgridarli, maltrattarli. Come hai fatto?
«E’ stato semplice, sono un educatore, insegno musica alle scuole medie. Mi sono avvicinato con la scusa del gioco, ho discusso con loro su quella che è stata la nostra infanzia, l’importanza degli spazi, che noi reperivamo in periferia e trasformavamo in campi da gioco. Allora, questi bambini venivano puntualmente sgridati da alcuni signori dalle loro abitazioni. Effettivamente c’era il rischio di rovinare piazza Aristotele, abbiamo trovato delle pietre sui pannelli, poi il pallone che sbatteva su quei pannelli…»
I pannelli di quella specie di capanna.
«Si, che veniva utilizzata come porta. C’era, dunque, questo continuo rumore che dava fastidio. Io vivo qui solo nei mesi estivi, però ho notato subito il gruppo di ragazzi e la possibilità di fare squadra, di riuscire a sensibilizzarli, educarli (per quello che era nelle mie possibilità). Allora con il discorso del gioco, della motivazione, col fatto di mettermi i guanti con loro, con la promessa di una ricompensa, sono riuscito a tirarli tutti quanti. In una mezza giornata siamo riusciti a raccogliere tre, quattro, bustoni di roba perché qui, di fronte a casa nostra, c’era di tutto. L’erba alta nascondeva quella roba, come l’hanno tagliata i rifiuti sono venuti fuori».
In sostanza li hai incantati con la tua esperienza da ragazzo e col fatto che hai dato l’esempio: ti sei infilato i guanti e, con loro, ti sei messo a pulire. I ragazzi a quel punto ti hanno ascoltato.
«Si, mi hanno ascoltato perché comunque nel racconto c’era un obiettivo finale, una richiesta di aiuto all’amministrazione comunale: spianare il terreno per dare a loro la possibilità di usufruire di questo spazio per poter giocare a calcio fino a quando non sarà destinato ad altro. Quindi l’obiettivo era quello di costruire un campetto di calcio artigianale, fatto da loro, un po’ come facevamo noi da ragazzi».
Lo sai che sull’area che avete pulito il comune ci costruirà una decina di alloggi che rinvengono dal progetto “Pirp” per il quale ha avuto dalla regione 2 milioni di euro?
«Si sappiamo, non nello specifico di questo progetto, ma sappiamo un po’ tutti nella zona che su quell’area qualcosa costruiranno. Questo a me dispiace molto perché il verde è poco, manca anche lo spazio adibito al gioco in cui i bambini possano correre e giocare con la palla».
Quello della carenza di spazi per il gioco nei quartieri del paese è una problema serio. I Bambini spesso sono costretti a giocare per strada col pallone, con tutti i rischi che questo comporta e il fastidio che arreca a chi dentro casa vuole un po’ di tranquillità. Piazza Aristotele è una bella opera pubblica, ma non adatta agli esuberanti giochi dei bambini. Mimmo, come altri residenti del quartiere, spera che il comune riveda il progetto di costruire case sull’area libera di fronte a piazza Aristotele, l’unica area che i bambini e i ragazzi di quel quartiere possono utilizzare per giocare indisturbati e in una condizione di maggior sicurezza.