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IL SERVICE AUDIO A RUTIGLIANO, TRA NEPOTISMO E CLIENTELISMO

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di Gianni Nicastro

“Tina, il gruppo non ha colpa. Il service (chiamiamolo così) era di Rutigliano ... E' inutile che vi sforziate, è un problema IRRISOLVIBILE!!!”.
“Se un concerto è inascoltabile per una cattiva amplificazione son soldi sprecati”.
“D'accordissimo sul service audio che non era decisamente all'altezza (e purtroppo non è la prima volta che accade…)”.  
“Un'altra serata sprecata per colpa di un audio da incubo”.
“… di fare presente ad autorità competenti che questi servizi, si dice in giro, vengono svolti da soggetti non abilitati a fornirli…”.

Sono passaggi di alcuni commenti postati su Rutiglianoonline a proposito del concerto de “I Maltesi” di domenica scorsa. Che fosse musica di qualità era nelle cose (hanno suonato De Andrè, quindi…); che il gruppo la suonasse bene, con arrangiamenti raffinati, è stata una felice scoperta. Un bel concerto, dunque, per quanto di competenza dei musicisti. Un cattivo concerto per quel che concerne la parte tecnica, che compete al service audio.

Non si sentiva oltre le sedie e anche al di qua della platea alcuni strumenti sembrava non ci fossero sul palco. La violinista ha suonato ma nessuno l’ha sentita, così la chitarra di accompagnamento e, a tratti, anche la tastiera. Si sentiva solo la voce (un clone, spaventosamente uguale a quella del grande cantautore genovese), un po’ la seconda chitarra e il basso; il tutto accompagnato da un fastidioso rimbombo di sottofondo. Insomma un problema non solo di quantità, ma anche di qualità del suono.

Perché a Rutigliano, quando pure si porta in piazza buona musica, il pubblico non ne gode appieno?
E’ una vecchia storia. Sembra che nella nostra ridente cittadina l’audio delle manifestazioni, non solo canore, debba per forza -come una sorta di fatalità- essere scarso, disturbato, poco efficiente, non all’altezza degli eventi. Due sono le ditte che il comune, da anni, chiama a fornire il service per tutte le iniziative, non solo quelle del cartellone estivo: Radio Canale 103 e Audio Luci Dafne, quest’ultima ha fornito il service a “I Maltesi” l’altra sera.

Ora, noi non abbiamo le competenze per dire se queste due ditte siano in grado di mettere a disposizione di una band in concerto tutto ciò di cui abbisogna dal punto di vista tecnico e delle attrezzature. A giudicare dalle performance e dalle critiche dei cittadini fruitori delle loro prestazioni, le due ditte in questione sembrerebbero non in grado di fornire un service adeguato. Non si capisce per quale motivo il comune si rivolga costantemente a loro, nonostante i problemi di qualità di audio siano conosciuti anche agli amministratori comunali. O meglio, l’arcano verrebbe subito svelato se solo si desse un’occhiata alle proprietà delle due ditte fornitrici di un servizio pagato dal comune.

L’EX RADIO DEL SINDACO

Cominciamo da Radio canale 103. Questa radio è una S.n.c. e ha sempre avuto due proprietari, paritari sul piano azionario, che sono Nicola Giuliano e Roberto Romagno, quest’ultimo notoriamente sindaco di Rutigliano. Una situazione societaria mantenuta immutata dal 1997 fino al 24 ottobre 2011, giorno in cui Roberto Romagno ha ceduto la sua quota (€ 7.488,63) alla moglie del socio comproprietario della radio.

Che a noi risulti, canale 103 fattura il service al comune dal 2006, a giugno del 2009 Romagno diventa sindaco. Fino almeno al 5 ottobre del 2011 la radio ha continuato a fatturare al comune, cioè il comune di Rutigliano ha pagato alla società del sindaco di Rutigliano una prestazione di servizio, il service audio appunto (complessivamente circa 23.000 euro). Roberto Romagno, per una situazione del genere, era già incompatibile con la carica di consigliere comunale, da sindaco quella incompatibilità ha raggiunto livelli insostenibili sul piano politico, morale e istituzionale. Una condizione di palese violazione della legge (art. 63 della 267/2001), sulla quale hanno taciuto tutti.

Il conflitto di interessi è stato risolto a ottobre scorso ma i problemi non sono finiti lì. C’è da capire se Radio Canale 103 -nel primo e nel secondo assetto societario- sia mai stata abilitata a fornire un servizio così specializzato come il service audio-luci nelle manifestazioni pubbliche, all’aperto e al chiuso. L’oggetto sociale della S.n.c. è la “produzione e trasmissione di programmi radiofonici di ogni genere, anche pubblicitari, a titolo oneroso…” nulla di più. La fornitura di service non è nell’oggetto sociale e, quindi, nelle attività della radio. E non è solo questione di oggetto sociale.

Per fornire un servizio di quel tipo una società deve essere abilitata, deve avere un responsabile tecnico con determinati titoli professionali, deve rilasciare la dichiarazione di conformità perché allestisce in pubblica piazza cavi elettrici e impalcature per luci e casse acustiche, cose che possono fare danni alle persone. Insomma c’è tutta una normativa che deve essere rispettata perché ai cittadini, oltre allo spettacolo, va garantita anche la sicurezza.

Radio Canale 103, nel momento in cui fornisce il service, è in grado di esibire tutti quei requisiti come impresa e tutte quelle garanzie per la sicurezza? Noi abbiamo dei dubbi. La cosa che più sconcerta è che è lo stesso comune a richiedere il servizio senza particolari pretese. Nel contratto-tipo che stipula con “la ditta Radio 103”, composto di otto articoli, non c’è nulla che evochi la normativa sulla sicurezza. L’art. 4, denominato “Obblighi della ditta”, dice solo questo: “La ditta si obbliga a fornire i propri servizi, che consistono nelle attività indicate nel preventivo in atti e qui di seguito riportate: -Service Audio e Luci”. Non c’è altro. Lo stesso tipo di contratto è stipulato anche con Audio Luci Dafne. E’, quindi, il comune a non richiedere contrattualmente che le ditte siano abilitate, rilascino il certificato di conformità, presentino il DURC (documento unico di regolarità contributiva).

Chi, invece, non ha dubbi sembra essere il Comando di Polizia Municipale che in una sua determina, la 597 del 23 luglio 2012, dice:  “nell’ambito del territorio comunale il servizio di cui innanzi, viene espletato esclusivamente dalla ditta ‘Radio Canale 103 di Nicola Giuliano & C. Snc’… (vedasi attestazione del Comando di P.M.) e che pertanto, si intende affidarlo direttamente alla stessa”.  Il servizio in questione è “l’utilizzo di apparecchiature elettroniche e foniche per il servizio di amplificazione e diffusione (…),  prestazione a contenuto professionale e specialistico, che l’Ente non è in grado di fornire”.
Ieri mattina siamo andati al Comando di P. M. per chiedere che tipo di “attestazione” avesse fatto su Canale 103, se questa ditta sia abilitata a svolgere attività di service audio e luci, ma il comandante, che ha firmato quell’atto come responsabile del servizio, è in ferie, non siamo quindi riusciti ad avere le informazioni che cercavamo. Attendiamo il suo ritorno.

IL NIPOTE DEL RESPONSABILE

Per Audio Luci Dafne vale lo stesso, medesimo, discorso fatto su Radio Canale 103 riguardo l’abilitazione e tutta la normativa sulla sicurezza, con delle aggravanti. Il proprietario di questa “ditta” è il nipote del responsabile di un ufficio comunale, lo stesso che produce gli atti amministrativi (det. n. 620 del 6.8.2012) con cui si stanziano i fondi che servono a “liquidare le spese per la realizzazione di ogni singola manifestazione” di “Estate 2012 mesi di agosto e settembre”, tra queste spese ci sono anche quelle per “service audio e luci”.

L’escamotage che il responsabile in questione -II Area della struttura organizzativa del comune- usa per bypassare il conflitto di interessi di cui parla all’art. 6 il “Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni (Decreto 28 novembre 2000)” è quello di far firmare le determine di liquidazione delle spese alla Audio Luci Dafne del nipote alla dirigente di un’altra Area, la IV. L’escamotage probabilmente non risolve del tutto un conflitto di interessi che qui rasenta il nepotismo. Ma la cosa più eclatante di questa ditta è che non esiste come tale.

Il terminale della Camera di Commercio di Bari, all’agenzia da cui ci siamo rivolti per la visura, ha risposto per quattro volte così: “In data 20/08/2012 non risulta presente l’impresa cercata”. Una ricerca più approfondita ci ha svelato come stanno le cose. Ad oggi la Audio Luci Dafne è solamente registrata all’Agenzia delle Entrate con un numero di partita Iva. Non è una ditta individuale perché non risulta nel registro delle imprese la cui iscrizione, anche per una ditta individuale, è obbligatoria per legge. Cos’è, allora, in termini giuridici la Audio Luci Dafne? Qui, voluta o no, la confusione al comune regna sovrana: il contratto di “prestazione di servizio” il comune lo stipula con la “ditta Audio Luci Dafne”, quando le paga le fatture lo fa con la ritenuta d’acconto come si fa con i liberi professionisti. Una situazione poco chiara che avrebbe bisogno di essere spiegata da parte di chi, sul comune, ha il potere di decidere sull’affidamento di incarichi e sulle prestazioni di servizi.
In ogni modo, la norma di riferimento per le attività di service audio e luci parla chiaro.

LA NORMA

E’ il Decreto Ministeriale 37/2008 (ex 46/90) che tratta gli “impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell'energia elettrica” e gli “impianti radiotelevisivi, le antenne e gli impianti elettronici in genere” (comma a e b art. 1).  L’art. 3 specifica quali sono le ditte abilitate alla installazione di questi impianti: “le imprese, iscritte nel registro delle imprese (…) o nell'Albo provinciale delle imprese artigiane (…), se l'imprenditore individuale o il legale rappresentante ovvero il responsabile tecnico da essi preposto con atto formale, e' in possesso dei requisiti professionali di cui all'articolo 4”. Ne citiamo solo due dei requisiti professionali menzionati nell’art. 4: “diploma di laurea in materia tecnica specifica”, “diploma o qualifica conseguita al termine di scuola secondaria del secondo ciclo con specializzazione relativa al settore delle attività di cui all'articolo 1”. A noi non risulta che Radio Canale 103 e Audio Luci Dafne siano in possesso di quei requisiti e dagli atti amministrativi che abbiamo consultato nulla si evince in proposito.

CONCLUSIONI
Come si inquadra la situazione qui descritta sul piano amministrativo, politico e anche legale, lo lasciamo alla libera interpretazione dei lettori. Quello che a noi interessa è il rispetto delle regole, soprattutto quando queste attengono alla sicurezza dei cittadini. Ci interessano anche le buone pratiche amministrative, la trasparenza nella gestione della cosa pubblica e del pubblico denaro. Ci interessa ascoltare un concerto a Rutigliano senza avere l’impressione di essere sul digitale terrestre e con la garanzia che gli operatori che allestiscono gli spettacoli siano qualificati e abbiano le carte in regola. Dopodiché possono, se proprio vogliono, anche far lavorare le ditte dei nipoti e degli amministratori, ma non solo e sempre quelle.


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