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FLIPPER NUOTO LASCIA, PISCINA CHIUSA DAL 30 GIUGNO

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di Gianni Nicastro

Dopo cinque anni di gestione la Flipper Nuoto del molese Fabio Guarini lascia, chiude l’impianto, va via nonostante il comune sia intenzionato a prorogare la concessione fino all’aggiudicazione della nuova gara. Dall’ufficio appalti ci dicono che la Flipper è stata un buon gestore, ha pagato regolarmente il canone, che non era uno scherzo (8.000 euro mensili). In cinque anni avrebbe dato al comune 480.000 euro, 96 mila euro l’anno, soldi che avrebbero coperto la metà del costo del mutuo pagato dalle pubbliche finanze nello stesso arco di tempo.

Oltre al canone la società aveva in carico tutte le spese di gestione, dalla manutenzione alle bollette Enel e gas, personale e quant’altro. Un carico complessivo di spesa che la Flipper ritiene troppo oneroso rispetto agli abbonamenti venduti, a un bacino di utenza alquanto ristretto, prevalentemente locale. Le spese sono, dunque, il motivo per cui la Flipper lascia la gestione intenzionata, anche, a non partecipare alla gara d’appalto che il comune sta appena allestendo.

La struttura è grande, diversi sono i servizi che offre (nuoto, palestra, bar…), importanti sono quindi le spese di gestione; c’è il rischio -concreto- che la futura gara d’appalto vada deserta, come è successo cinque anni fa. Darla in gestione oggi sembra ancora più difficile di allora.

E’ nato proprio male quell’impianto natatorio, progettato da una società sportiva, Linea Blu, di un allora consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Enrico Balducci, più per speculare su un mutuo di due milioni di euro che per offrire un servizio alla cittadinanza. Tant’è che, dopo averlo speso tutto, nel 2005 quel signore consegnò al comune le prime due rate scadute da pagare (160.000 euro) e tutte le altre a scadere. Il comune dovette accollarsi tutto il debito perché, a favore del Balducci, l’amministrazione di Lanfranco Di Gioia aveva sottoscritto non una, addirittura due fideiussioni per due mutui.

La vicenda è nota, su di essa chi scrive questo articolo dal 2006 al 2009 ha fatto diverse inchieste, una delle quali produsse il sequestro dell’impianto perché ne denunciò la completa irregolarità nelle certificazioni (sanitarie, di potabilità dell’acqua, del pozzo artesiano, allo scarico, tutte mancanti). Dopo quella inchiesta e il sequestro che ne è seguito, il comune mise a posto tutto spendendovi 120.000 euro. Da allora i cittadini di Rutigliano hanno potuto usufruire di un impianto a norma, dotato di certificazioni che garantiscono gli utenti.

Parteciperà qualcuno alla gara d’appalto che il comune sta allestendo? Il timore è quello che non si presenti nessuna ditta o società sportiva, gli elevati costi di gestione, insieme al canone mensile, rendono poco appetibile la piscina di Rutigliano. E’ probabile che il comune richiami il gestore uscente. Nel caso, è difficile che la Flipper Nuoto si riprenda l’impianto senza rinegoziare quei 96.000 euro l’anno.


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