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IL CASO LAMA SI E’ SPOSTATO DA RUTIGLIANO A CASAMASSIMA

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di Gianni Nicastro


Il rischio concreto che Putignano scarichi i reflui del proprio depuratore sul territorio di Casamassima ha destato il sindaco Mimmo Birardi, le forze politiche e i consiglieri comunali di questo comune. L’altro ieri, infatti, a Casamassima si è tenuto un consiglio comunale monotematico al quale hanno partecipato i sindaci di Rutigliano, Sammichele, Triggiano e Gioia del Colle rappresentato, quest’ultimo, dall’assessore all’ambiente. C’era pure un ospite d’eccezione, l’ing. Francesco Luisi, dirigente dell’ufficio ambiente della provincia di Bari, il quale ha dato -a quell’autorevole consesso- la notizia del no alla savanella senza la valutazione di impatto ambientale (VIA), un no opposto dal comitato tecnico provinciale al progetto del Consorzio Bonifica “Terre d’Apulia”.

Un diniego e una imposizione, quella della procedura VIA, importantissimi, che danno ragione a chi (comitati di Rutigliano e Casamassima) da sempre hanno invitato la provincia a rimandare quel progetto cementificatore della lama alla procedura VIA vera e propria.
La pronuncia del comitato provinciale complica assai la scelta della regione Puglia di ridurre lama San Giorgio a canale di scolo della fogna depurata. La notizia è stata accolta bene dai sindaci e dai consiglieri presenti in quel consiglio monotematico o, perlomeno, così hanno dato a vedere.

Ogni sindaco è intervenuto ribadendo la propria posizione. Nettamente contraria quella del primo cittadino del comune di Rutigliano, ambigua quella dei sindaci di Triggiano e di Sammichele, che hanno posto l’accento sulla ineluttabilità dello sversamento in lama. L’assessore di  Gioia del Colle, Giuseppe Lenin Masi, insediatosi da pochi giorni, scendeva dalla nuvole e il padrone di casa, il sindaco Birardi, ha parlato più del parco che del problema dello scarico dei reflui.

Si è assistito anche al paradosso di un Filippo Boscia, sindaco del comune di Sammichele, il cui depuratore scarica reflui fuori tabella 4 nella lama, che rimprovera il comune di Gioia del Colle per i liquami di fogna che arrivano sul suo territorio dopo essere straripati dall’ormai saturo campo di spandimento del depuratore gioiese situato proprio a ridosso della lama. Siamo, insomma, all’assurdo che -da monte a valle- i comuni interessati riversano uno sull’altro il proprio carico di fogna grossolanamente depurata a cielo aperto.

L’obiettivo di questo consiglio comunale -“aperto ai soli invitati”- era quello di approvare un documento comune del cui contenuto e obiettivo francamente non si è capito nulla. Documento che, tra l’altro, non è stato né abbozzato, né approvato, perché verso la fine è successo qualcosa.

Erano presenti, tra il pubblico, i comitati pro lama del coordinamento “no sversamento” che hanno fatto arrivare al sindaco e al presidente del consiglio la richiesta, data l’importanza della tematica all’ordine del giorno, di dare la parola a un proprio rappresentante per proporre una voce fuori dal coro istituzionale, anche in considerazione del fatto che questi comitati è da circa due anni che si battono in difesa della lama. Di questa richiesta  si è fatto portavoce il consigliere di maggioranza Laricchia (lista Schittulli) chiedendo che fosse messa ai voti del consiglio. A quel punto un esponente del PD di Casamassima, dal pubblico, è andato in escandescenza gridando che, se si fosse data la parola a uno dei comitati, bisognava darla a tutti i cittadini presenti. Una richiesta fatta sapendo che non sarebbe stata accolta perché il consiglio era aperto solo agli invitati istituzionali. A quel punto c’è stata un po’ di confusione che ha portato il presidente dell’assise a sospendere il consiglio. Alla ripresa, ovviamente, non ha parlato più nessuno, né l’esagitato del PD, né uno dei comitati e, forse, l’obiettivo era proprio questo.

Il parapiglia, però, alla fine ha sortito un effetto che si potrebbe definire positivo. Birardi ha proposto di rimandare l’approvazione di un documento comune a un altro consiglio comunale da convocarsi e, nelle more, sindaci, cittadini e comitati, si incontrano in una assemblea pubblica che dia la possibilità a tutti di dire la propria. Assemblea dalla quale devono venir fuori delle proposte che i sindaci porteranno nel successivo consiglio comunale per farle proprie.

Ora, non sappiamo se le cose andranno davvero così. La cosa che sappiamo e che nel caso non dovessero andare così vorrà dire che l’assessore regionale Fabiano Amati avrà fatto scuola presso quei sindaci con la filosofia che i comitati hanno conosciuto bene a maggio e giugno dell’anno scorso, quella cioè di vendere fumo.

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