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RUTIGLIANO DICE NO ALLO STALKING, IL CONVEGNO

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di Rosalba Lasorella

Il convegnoIo dico no allo stalking...e tu?”, organizzato giovedì scorso dall’Associazione Nazionale Antistalking “Quinto Comandamento” in collaborazione con il Comune di Rutigliano, si è tristemente aperto con l’omaggio silenzioso alle vittime dell’esplosione conversanese. Un atto dovuto dinanzi ad una tragedia che ha distrutto un’intera famiglia e segnato tutti in profondità.

L’incontro ha indotto i presenti a riflettere su un tema importante, difficile e spesso erroneamente taciuto, quale quello delle persecuzioni, dell’amore che si trasforma in ossessione, della passione che si fa pericolosamente violenza. Gli ospiti intervenuti, a partire dalla referente di “Quinto Comandamento” per la Provincia di Bari Barbara Brizzi, hanno messo in evidenza l’importanza di combattere la paura e la solitudine, di intervenire laddove lo Stato non agisce per colmare i vuoti (e le lungaggini) della giustizia italiana. «Date un pugno al vostro stalker con la denuncia» ha esortato la dott.ssa Brizzi, la quale, insieme all’avv. Tino Sorino, lavora con convinzione per garantire alle vittime di stalking il ritorno alla serena normalità.

L’Associazione Nazionale “Quinto Comandamento”, presieduta dal dott. Francesco Lanza, mira non solo a sensibilizzare la cittadinanza rispetto ad un fenomeno diffuso eppure quasi ignorato, ma soprattutto a «proteggere fisicamente la persona stalkizzata» (in prevalenza donne), attraverso guardie del corpo attive 24 ore su 24, sistemi satellitari collegati con le forze di polizia, cani da guardia appositamente addestrati per difendere e contrattaccare, metodo -quest’ultimo- su cui però il Vice Questore aggiunto della Polizia di Stato Francesca Falco ha sollevato forti perplessità.

L’amministrazione comunale di Rutigliano -rappresentata in sala consiliare dall’Assessore alle Pari Opportunità Angela Redavid- ha, dunque, sposato la mission dell’ente nazionale, promuovendo un’occasione di confronto che ben si inserisce nel programma elaborato dalla stessa Commissione comunale per le Pari Opportunità, la quale aveva già sperimentato le difficoltà di affrontare sul territorio locale il tema dello stalking, reato di complessa individuazione e da cui Rutigliano non può considerarsi immune. La Presidente della Commissione Maria Fumarola, ha infatti, riferito che «anche a Rutigliano si stava stilando una triste statistica di casi», dovuti principalmente a relazioni affettive basate non sul principio di libertà, bensì sulla pratica del dominio e del potere.

Quando le parole non servono o non bastano perché lo stalker si redima, l’intervento delle forze di polizia si rivela fondamentale: distinguendo tra la via penale e quella amministrativa, il Vice Questore Francesca Falco ha spiegato che «ora le donne sono più determinate e più decise a denunciare il proprio molestatore», ma occorre sempre considerare la situazione in ogni suo particolare ed evitare che ci si faccia giustizia da sé (di qui il disaccordo per l’utilizzo dei cani da guardia che potrebbero addirittura trasformare la vittima in aggressore).

Le testimonianze della psicoterapeuta Isabella Gimmi, la quale ha significativamente esplorato le ragioni che muovono le azioni degli stalker, le parole di Don Emilio Caputo, insieme ai video realizzati da Vito Gassi, hanno arricchito un convegno da cui evidente è emersa la volontà di collaborare per portare alla luce il problema delle violenze fisiche e psicologiche perpetrate ai danni delle donne, «spesso non credute» come ha giustamente fatto notare l’ex Procuratore Capo della Repubblica di Larino Nicola Magrone. E così diventano vittime due volte: la prima a causa di un uomo che non sa più riconoscere il limite tra il sentimento e la persecuzione, la seconda a causa di uno Stato il cui apparato «è molte volte esso stesso il primo nemico delle persone».

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