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IL PEDONE... QUESTO SCONOSCIUTO

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Parlare di traffico per parlare di vivibilità dei propri spazi urbani


di Vito Porrelli


Riportiamo la definizione presente nel Codice della strada, art. 2 , comma 1: “…«strada» l'area ad uso pubblico destinata alla circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali”. Lo spazio strada pertanto non riservato alle sole auto ma bensì, in egual misura, a tutta una serie di utenti considerati “deboli”.
E’ dal concetto di promiscuità della circolazione che deve partire l’idea di progettualità. Si può agire col buon senso. Prima di tutto pianificando: avere un’idea ampia e lungimirante, che preveda gli sviluppi futuri e che indirizzi verso stili di vita sostenibili.

Pianificare prima di progettare: perché?
- Perché le risorse economiche sono limitate e soldi spesi male sono difficilmente recuperabili.
- Perché una cosa progettata male può anche danneggiare gli utenti.
- Perché uno studio sbagliato può creare disaffezione e perdita di fiducia.
- Perché avere un contesto più ampio in cui progettare permette di riconoscere i problemi, anche futuri.
L’esperienza europea ha evidenziato che i progetti di pianificazione del traffico sono meglio accettati e risultano più efficaci solo dove si riesce a raggiungere un accordo tra i vari attori locali (amministratori, tecnici, residenti ed utenti). La partecipazione dei cittadini al processo decisionale è essenziale per la costruzione del consenso.

Le normative ci vengono incontro: si parla di Piani Urbani della Mobilità (PUM), di Piani Urbani del Traffico (PUT), di Piani della Mobilità Scolastica, di Piani della Mobilità Ciclabile, di Piani dei Parcheggi e altro. Sostenute da leggi che però spesso vengono disattese: la Legge n. 366 del 1998 all'art. 10, commi 1 e 2, apportando modifiche al nuovo Codice della strada, ha posto l'obbligo per gli Enti proprietari delle strade di realizzare piste e percorsi ciclabili adiacenti sia a strade di nuova costruzione sia a strade oggetto di manutenzione straordinaria.
Ve ne siete mai accorti? E perché non verificare se le nuove lottizzazioni, nei loro piani, prevedono tali infrastrutture? Perché non sfruttare gli strumenti di pianificazione della circolazione urbana istituendo, come previsto dal Codice della Strada, Zone a traffico Limitato (ZTL), Zone residenziali, Zone 30, Isole ambientali?

Voglio evidenziare che Comuni limitrofi e con caratteristiche simili al nostro, stanno approntando delle azioni in merito al problema traffico. Il Comune di Adelfia ha in fase di redazione il Piano Urbano del Traffico (PUT), i Comuni dell’Ambito sociale n.5, ovvero Triggiano, Capurso, Valenzano, Cellamare e lo stesso Adelfia, hanno quasi concluso lo studio di fattibilità del Piano dei Tempi e degli Spazi, strumento che contiene al suo interno una serie di indicazioni e linee guida che consentiranno di riavvicinare il cittadino in maniera consapevole allo spazio urbano inteso come spazio sociale, luogo in cui si svolgono le attività proprie della vita quotidiana. Possibilità ve ne sono, basta essere propositivi e non trincerarsi dietro la mancanza di fondi. Amministratori non ragionieri.

Per far comprendere quale sia il livello di considerazione dell’utente pedone (categoria che comprende anche anziani, disabili, mamme con passeggini e borse della spesa, bambini…) all’interno del contesto strada, riporto l’esempio (nella fotogallery) dell’attraversamento “pedonale” realizzato, non molto tempo fa, all’ingresso del nostro Comune, in Via Tarantini.
Le osservazioni le lascio al singolo lettore.

Questa chiacchierata vuole essere uno stimolo al confronto.





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