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RUBA UN CAMION, E' RINCORSO, SI INCASTRA SU VIA ELSA

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di Gianni Nicastro


Roba da non crederci. Appena tre ore fa, un uomo entra in un camion parcheggiato su via Azezio, lo mette in moto e se la fila. Il proprietario del mezzo, un imprenditore edile che stava lavorando in una casa vicino, sente il rumore del camion in moto, si precipita giù, il ladro parte e il proprietario lo ricorre a piedi imprecando. A questo punto il malvivente fa una mossa sbagliata, gira per via Elsa e si infila in una delle vie più strette del rione Fragasso, sempre piena di auto parcheggiate ai lati, una via che sfocia a “T” sui via G. Chiaia.

Il ladro, col camion a grande velocità, percorre quella strada, urta tutte le auto parcheggiate a destra e a sinistra, quasi abbatte un balconcino di una abitazione, buca un muro di un'altra casa e finisce la sua pazza corsa incastrandosi nell’ultima auto parcheggiata sulla destra proprio alla punta di via Elsa. Una corsa pazzesca che poteva trasformarsi in tragedia. Quella via è densamente abitata, c’è sempre gente per strada, soprattutto bambini che giocano.

«Un pazzo! Si è fermato solo perché si è incastrato» ci dice una giovane donna. Sul posto c’erano tante persone radunate per tutta le via, ancora incredule e preoccupate per quello che sarebbe potuto succedere. «Meno male che non c’erano bambini» ci dice una signora più attempata, «andava a tutta velocità, ha distrutto questo balcone, c’era una ragazza che stava uscendo dalla macchina, con lo sportello aperto. Un manicomio!».

«Noi stavamo lavorando sopra», ci dice il proprietario del camion. «All’improvviso ho sentito di mettere in moto il camion, ho guardato giù e ho visto che partiva. Da sopra ho visto la persona dentro a mezzo busto». Si è trattato di una sola persona e ce n’erano altre. «No, una sola» ci risponde il proprietario. «Ci siamo messi a gridare e siamo scesi a rincorrerlo mentre girava su via Elsa e ha cominciato a urtare le macchine e poi si è bloccato». Ma avevate lasciato le chiavi inserite. «No, ha messo in moto con chiavi false o col giravite, non lo so». «Quello poi sentiva che io e mio figlio gli correvamo dietro, non ha capito più nulla, ha accelerato, si è incastrato, è sceso e se ne è scappato verso sopra a piedi». Ovviamente non si sa chi è, da dove veniva. «Qui è come la Sicilia, pure che l’hanno visto nessuno dice chi è. Tutti l’hanno visto da dietro, l’hanno visto correre». Il proprietario adombra un’ipotesi, il furto forse era finalizzato ad estorcere denaro per la restituzione.

L’ultima auto, quella che ha fermato la corsa del ladro è una Nissan nuova di zecca, «cinque mesi per averla, è da dieci giorni che ce l’ho» ci dice il proprietario che si è trovato con la sua nuova auto lì per caso. Quando siamo arrivati abbiamo trovato sul posto il comandante del Consorzio di vigilanza Vito Cardascia, ha chiamato i carabinieri e nel frattempo ha preso nota di tutti i proprietari delle auto danneggiate e di chi ha subito danni alle abitazioni. «Il mezzo sarà comunque sequestrato, è probabile che sia affidato in custodia allo stesso proprietario» ci riferisce il comandante.

C’è un fatto che fa pensare che il ladro non fosse di Rutigliano. Tutti i rutiglianesi sanno che da via Elsa un mezzo di circa sette metri di lunghezza non avrebbe avuto scampo, quand'anche fosse passato bene si sarebbe bloccato all’incrocio con via G. Chiaia per l’impossibilità di svoltare a sinistra. Avesse preso via Montevergine sarebbe fuggito tranquillo verso la circonvallazione portando a termine il furto. Il fatto che non sia andata così potrebbe significare, appunto, che quel ladro non fosse di Rutigliano.

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