COME ANDARE A MESSA E NON PERDERE LA FEDE
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- Pubblicato Martedì, 24 Gennaio 2012 16:00
- Scritto da Banca del Tempo Rutigliano
Banca del Tempo Rutigliano in collaborazione con l'Agenzia Agenzia Letteraria Odusia e Web Ondattiva e con il patrocinio del Comune di Rutigliano è lieta di invitarvi alla presentazione del libro "Come andare a messa e non perdere la fede" di don Nicola Bux.
IL LIBRO – Bux espone in questo libro la Messa, massimo atto del culto cattolico, nelle due forme del rito romano, a paragone con la liturgia orientale; ne descrive la teologia e la spiritualità, con conoscenza, esperienza e vero senso pastorale. A partire dalla riforma conciliare e postconciliare, addita «le deformazioni al limite del sopportabile» e le resistenze prodottesi, replicando alle critiche di tradimento del Concilio e ignoranza della liturgia rivolte a Benedetto XVI e ai suoi collaboratori, per aver posto mano alla «riforma della riforma». È un vademecum per muoversi nel bazar delle Messe odierne senza perdere la fede.
DAL TESTO – “Esiste un diritto di Dio a essere adorato: l’ha rivelato a Mosè ordinando nei dettagli la forma della dimora in mezzo al suo popolo e del culto da celebrare; Gesù ha descritto alla samaritana come adorare il Padre, e agli apostoli come preparare l’ultima cena. Il Signore non tollera che la sua competenza sia usurpata: il culto gli appartiene. Dal substrato giudaico all’impostazione apostolica questo è lo ius divinum nella sacra liturgia: ma non è riconosciuto, come prova il fatto che preti e gruppi la disfano a piacimento. Il metodo per ritus et preces, i riti e le preghiere attraverso cui la costituzione liturgica prescrive che avvenga la comprensione della liturgia è sostituito da una colluvie di parole: il prete pensa che se non spiega, i riti non funzionino quanto a efficacia. Ma, si può chiedere alla liturgia di diventare catechesi? Così, siamo immersi nella banalità; ai bambini si impedisce di partecipare a liturgie solenni con il pretesto di peculiari esigenze psicologiche, pensando che non capiscano e invece li si priva dell’incontro col mistero divino attraverso lo stupore, il silenzio, l’ascolto, la musica sacra, la preghiera e il ringraziamento come è avvenuto per noi da piccoli, e siamo cresciuti nella fede attraverso la partecipazione alla liturgia cattolica della Chiesa, col suo respiro universale. I piccoli non desiderano diventare grandi e stare con i grandi?”.
L’AUTORE – Sacerdote e docente della diocesi di Bari, romano per studi teologici e orientalistici, gerosolimitano per quelli sulle liturgie cristiane, don Nicola Bux ha dedicato vari libri alla liturgia, ecclesiologia ed ecumenismo tradotti nelle principali lingue europee. Consultore in Vaticano alle congregazioni per la dottrina della fede, dei santi e dell’ufficio delle celebrazioni pontificie, è stato perito al Sinodo sull’eucaristia del 2005. È stato nominato di recente da papa Benedetto XVI esperto al Sinodo dei Vescovi sul Medio Oriente. Amico di Joseph Ratzinger, che ha presentato nel 1997 Il quinto sigillo, Libreria Editrice Vaticana, ha collaborato alla riforma postconciliare della liturgia, musica e arte sacra nella sua diocesi e in regione, col liturgista benedettino l’arcivescovo Magrassi e con don Giussani in Comunione e Liberazione. Ha seguito questioni ecclesiali rilevanti, costituendo con D. Jaeger, il rimpianto A. Garuti e altri la “scuola” Ecclesia Mater. Come Benedetto XVI, ritiene che la riforma della liturgia sia un restauro paziente e non radicale, e che la crisi della Chiesa sia dovuta in gran parte alla crisi della liturgia, da cui si esce attuando il Motu proprio Summorum Pontificum. Opere recenti: La riforma di Benedetto XVI. La liturgia tra innovazione e tradizione, Piemme, II ed. 2009; Gesù il Salvatore. Luoghi e tempi della Sua venuta nella storia, Cantagalli, II ed. 2010.