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CONFERENZA. UN PARCO NATURALE CON FOGNA DEPURATA

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Ieri mattina alla conferenza di servizi sull’istituzione del parco naturale lama San Giorgio-Giotta c’erano tutti i comuni convocati, la provincia di Bari e un discreto numero di associazioni. C’era anche l’Autorità di Bacino con il suo segretario, Antonio Di Santo, che è intervenuto. Dei comuni presenti sono intervenuti i rappresentanti del comune di Bari (ass. Maria Mugeri), di Rutigliano (il sindaco Roberto Romagno) e di Casamassima. Delle associazioni ad intervenire sono state Legambiente regionale, Italia Nostra, Fare verde, WWF e ACLI Anni Verdi di Bari.

Certo, nessuno ieri si aspettava di trovare Nichi Vendola, che è stato il convocatore della conferenza, ma che della giunta regionale non ci fosse neanche un assessore a presiedere l’incontro, anche qui, nessuno se lo sarebbe aspettato. Per tutta la conferenza non si è vista l’assessore al ramo (Urbanistica) Angela Barbanente, della quale era pure stata annunciata la presenza. Insomma, la conferenza è stata presieduta e condotta dai funzionari dell’ufficio Assetto del Territorio.

A fare “dietrologia” potremmo pensare che la Barbanente, contraria allo sversamento delle acque dei depuratori in lama e conscia che il problema sarebbe venuto fuori (infatti così è stato), non abbia voluto rispondere su scelte sostenute da un altro assessore, quello alle Opere Pubbliche Fabiano Amati.

I funzionari hanno aperto la conferenza da dove è stata lasciata quattro anni fa, dalla perimetrazione del parco naturale in questione, una perimetrazione che si è allargata fino ad includere le cave di Monte Sannace a Gioia del Colle e a perdere un’area oggetto di rimboschimento in territorio di Casamassima perché troppo a ridosso della SS 100 che la separa di netto dal resto del parco; scelta che ha sottratto al parco «circa 200 ettari», ha detto uno dei funzionari, rispetto agli oltre 4600 ettari della perimetrazione stabilita nel 2007.

Su questa perdita ha avuto da ridire il rappresentante del WWF, il quale ha chiesto spiegazioni circa i criteri adottati per valutare l’esclusione di quel bosco dal parco. Criteri non ne sono stati forniti, ma i funzionari hanno assicurato che quella che stavano illustrando era una proposta dell’ufficio e che la perimetrazione effettiva rimaneva quella del ’07. Nella proposta c’era anche l’aumento della zona 1 del parco, quella che «necessita di maggior tutela», che passa da 696 a 1109 ettari.

La rappresentante di Italia Nostra è stata la prima a sollevare il problema dello sversamento dei reflui e della cementificazione della lama con un intervento deciso contro la scelta del commissario Vendola e il progetto del Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia. A questo punto il convitato di pietra, lo scarico a cielo aperto della fogna depurata nell’istituendo parco naturale, ha fatto sentire tutto il suo peso sulla conferenza.

Il sindaco di Rutigliano ha ricordato che le norme tecniche del PUTT/Puglia vietano lo scarico dei reflui nelle aree di sua influenza e ha posto l’accento sull’importanza dell’istituzione del parco naturale e della conseguente apposizione dei vincoli nelle due lame. «Il PTA avrebbe dovuto prendere in considerazione percorsi già istituiti» ha detto Roberto Romagno in relazione al fatto che quando il Piano di Tutele delle Acque è stato approvato nel 2009 l’iter dell’istituzione del parco era già avviato da anni. La regione avrebbe dovuto evitare che le il PTA «cozzasse con l’istituzione dell’area protetta» ha aggiunto.

In relazione al tentativo di conciliare, rendere compatibile le due cose -scarico reflui e parco naturale- messo in atto ieri mattina dalla responsabile dell’ufficio regionale Tutela delle acque Maria Antonia Iannarelli, dal prof. Di Santo e della stessa funzionaria che presiedeva la conferenza, il sindaco di Rutigliano è sbottato dicendo che «non è corretto oggi invertire la rotta e pensare che l’istituzione di un parco, provvedimento essenziale di tutela di un territorio abbastanza esteso che coinvolge diverse comunità, territorio che sicuramente fa lustro alla nostra regione, debba adeguarsi a scelte che avrebbero potuto essere diverse e che ritengo possano ancora essere riviste».

In sostanza è il PTA che avrebbe dovuto adeguarsi all’istituendo parco non indicando lama San Giorgio come recapito finale di ben quattro depuratori. Invece è successo esattamente il contrario: sono la lama, il parco naturale e i vincoli che ora si devono adeguare ai depuratori. Altri interventi hanno più o meno rimarcato lo stesso problema facendo prendere alla conferenza una piega poco gradita alla Iannarelli e alla Maugeri, le quali -in perfetta sintonia- si sono inalberate contro la discussione fuori tema sui reflui.

«Io sono d’accordo -ha detto la funzionaria che dirigeva i lavori- che oggi si deve discutere di area protetta, però il tema delle acque reflue si porrà ed è un tema col quale si dovranno confrontare i comuni che avranno la gestione di quest’area». La dirigente, per risolvere il problema, ha proposto la stesura di una norma che aiuti i comuni a gestire un’area protetta invasa da reflui. Insomma, ieri c’è stato il tentativo, da parte dei soggetti più vicini alla scelta della regione di fare della lama San Giorgio il recapito finale della fogna depurata, di risolvere questo bubbone facendo accettare ai comuni una sorta di formale regolamentazione del problema, che significa l’accettazione della compatibilità di reflui e parco.

E’ toccato di nuovo al sindaco di Rutigliano. «L’invito che io rivolgo alla conferenza di servizi -ha detto- è di procedere celermente nell’apposizione di questo vincolo». «Non può essere minimamente accolta la proposta del prof. Di Santo di risolvere problemi che non centrano con l’istituzione del parco. Quindi -ha concluso il sindaco- se conveniamo tutti su quella perimetrazione, io oggi ritengo che la cosa più giusta e nobile da fare  sia quella di procedere all’apposizione di questo vincolo, perché l’interesse di tutti e quello di tutelare la lama». In sostanza, oggi approviamo il parco naturale con tutti i vincoli, poi parliamo della gestione e della regolamentazione.

La proposta di Roberto Romagno alla fine è stata accolta e la conferenza si è aggiornata al 30 gennaio prossimo perché c’era qualcuno che non aveva ancora letto il documento di indirizzo. Il 30, dunque, salvo colpi di scena dell'ultima ora, la perimetrazione dovrebbe essere approvata. Il passaggio successivo sarà quello di approntare la legge di istituzione del parco naturale lama San Giorgio-Giotta e portarla in consiglio regionale per l’approvazione definitiva.
Ci riusciranno i nostri eroi a non impiegarci altri 14 anni? Staremo a vedere.

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