LAMA. NON SOLO LA FOGNA, ORA ANCHE IL CALCESTRUZZO
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- Pubblicato Sabato, 03 Dicembre 2011 00:31
- Scritto da Gianni Nicastro
E’ stato depositato alla Provincia di Bari e ai comuni interessati, quindi anche a Rutigliano, il progetto definitivo dei “Lavori per il ripristino della continuità idraulica della lama San Giorgio”. Lo ha presentato il Consorzio di Bonifica Terre D’Apulia su input della regione. Lama San Giorgio è lunga 42 km, per circa tre quarti della sua lunghezza -da Gioia del Colle a mare- sarà “calcestruzzata”. Per far scorrere i reflui di quattro depuratori senza problemi sarà posizionato a fondo alveo un canale (savanella) rivestito con mattoni di calcestruzzo (grigliato articolato) 50x50, spessi 10 cm, che si incastrano tra di loro.
La sagoma del canale è trapezia, le dimensione sono 2 metri di larghezza per 0,50 di profondità. Entreranno, quindi, nella lama con mezzi meccanici, scaveranno, in alcuni tratti fino a 2 m di profondità, romperanno la roccia con cui è lastricata per lunghi tratti. Là dove c’è naturalmente la continuità idraulica il canale non sarà costruito, interverranno con il taglio “selettivo” della vegetazione negli 8 metri dell’alveo interessati dal passaggio del refluo, sezione di lama che sarà sottoposta ad esproprio a centinaia di proprietari da monte a mare.
Il tratto di lama che dal vallone Guidotti arriva fino alla Materdomini non sarà toccato dalla savanella, una scelta riteniamo dettata più che da valutazioni tecniche (naturale continuità idraulica), da motivi di opportunità “politica”: lo scavo, per piazzare il canale, nell’area archeologica dell’Annunziata avrebbe eccessivamente allarmato la Soprintendenza. Il canale artificiale, infatti, riprende dal punto in cui la strada che porta alla Materdomi interseca la lama e da lì arriva fino alla baia di San Giorgio.
Se qualcuno pensa che la realizzazione di questo canale e di tutti i lavori che saranno svolti conferiranno alla lama una maggiore sicurezza idraulica, si sbaglia di grosso. Nella “Relazione descrittiva” il progettista dell’opera, ing. Giuseppe Corti, dice che “la messa in sicurezza dal punto di vista idraulico e la protezione dagli eventi di piena, non rappresenta comunque l’obiettivo del presente progetto”. Anche la “rinaturalizzazione”, di cui parlano le relazioni allegate a giustificazione dell’intervento, non convince affatto. Questo progetto nasce solo perché la regione Puglia ha da risolvere il problema dello scarico dei depuratori, punto. Se non ci fosse stato questo problema da risolvere a nessuno sarebbe venuto in mente di spendere una barca di soldi (8.200.000 €) per “rinaturalizzare” lama San Giorgio; regione, commissario, AQP e Consorzio di Bonifica, senza l’impellenza di dover scaricare la “merda da qualche parte” (come candidamente ha detto Onofrio Introna, presidente del consiglio regionale), se ne sarebbero fregati della selvaggia antropizzazione e dell’interruzione della continuità idraulica della lama.
Questo progetto la lama la devasterà, ne cambierà i connotati ambientali e paesaggistici, non può non essere sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). La Provincia di Bari -ente che si esprimerà sulla procedura- non può, dunque, limitarsi alla sola verifica di assoggettabilità VIA chiesta dal Consorzio di Bonifica, come ha fatto la regione con i progetti dei depuratori e degli scarichi nel recapito finale. La provincia deve sottoporre questo progetto alla valutazione di impatto ambientale vera e propria. Intanto -dal 1° dicembre ed entro 40 giorni- i comuni interessati hanno la possibilità, in questa fase, di presentare le proprie osservazioni che, si spera, siano tutte negative.