PADRE FOTUNATO SIMONE, UNA VITA IN AFRICA AL SERVIZIO DEI PIU' DEBOLI
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- Pubblicato Giovedì, 24 Novembre 2011 18:55
- Scritto da Tino Sorino
Padre Fortunato Simone avrebbe compiuto oggi 68 anni, se un infarto non lo avesse stroncato, pochi giorni fa, nel suo adorato stato africano: il Mozambico. Aveva 26 anni quando il 4 novembre 1969, decise, dopo l’ordinazione sacerdotale del 16 marzo 1969 avvenuta nella chiesa di Santa Fara di Bari e la prima Messa celebrata tre giorni successivi nella chiesa del Santissimo Crocifisso di Rutigliano, di partire per quella lontana terra.
Il suo sogno di bambino di diventare missionario e di operare in Mozambico finalmente si realizzava: «nel 1950 -racconta suor Chiara, la sorella- già all’età di sette anni, mio fratello, avendo saputo dell’apertura della prima missione in Mozambico, voleva partire immediatamente per l’Africa, ma, prima, ha dovuto, comunque, seguire il suo iter religioso. Entrò, infatti, in seminario a Francavilla Fontana all’età di 10 anni». «Di carattere aperto e gioviale» aggiunge la religiosa, secondo di 5 figli (Teresa e suor Chiara mentre Vito e Anna sono purtroppo deceduti), padre Fortunato ha dedicato con limpidezza e determinazione 42 anni del suo ministero sacerdotale a realizzare importanti progetti di sviluppi rurali nelle missioni di Morumbala, Quelimane (dove riuscì ad organizzare anche un efficiente laboratorio di falegnameria) e Mopeia.
Una città, quest’ultima, situata nella provincia della Zambezia con una popolazione di circa 100.000 anime e un territorio costituito per lo più da savana e da foresta tropicale. Il frate rutiglianese ha lasciato il suo cuore nella terra che ha aiutato a progredire, condividendone le diverse trasformazioni storiche, dal colonialismo, all’indipendenza raggiunta solo nel 1975 e alla guerra civile. Nel 1992, terminato il lunghissimo conflitto civile, le popolazioni africane, che si erano rifugiate nelle grandi città ritornano nelle loro terre d’origine.
Molti cittadini di Mopeia, che si erano trasferiti nella città di Quelimane, spinti dal frate cappuccino ritornano nella loro città per coltivare la propria terra ed essere così finalmente autonomi. Tutto ciò ha portato alla nascita nel 1993 dell’Associazione Agricola della Pace, fortemente voluta da padre Fortunato, costituita da oltre 60 persone, fornita di propri mezzi agricoli quali un trattore, rimorchi, motopompa ecc. e di tanta terra, legalmente riconosciuta dal Governo del Mozambico (circa 200 ettari distribuiti tra gli associati e coltivati in buona parte, circa 70 ettari, per il riso, 20 ettari di terra per il granturco e la restante terra per colture alternative come il girasole, l’ananas, sesamo ecc.). Buoni i risultati fin qui raggiunti dall’associazione che alleva anche tacchini, buoi, capretti, galline e galline faraone.
I funerali di padre Fortunato si svolgeranno oggi stesso nel cimitero di Quelimane in Mozambico dove sarà sepolto. Stasera alle 18.30, a cura della locale Zona Pastorale e delle Missioni Estere dei Cappuccini, sarà celebrata in chiesa Madre una Messa in suo suffragio.
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