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“LE DUE DONNE” LIBRO DI SALVATORE DALFONE

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Massimiliano è un giovane pilota di Tornado che trascorre le sue giornate immerso nel lavoro, finché un giorno una telefonata inaspettata da parte di una certa Stefania trasforma radicalmente la sua vita. L’incontro inatteso fa innamorare i due giovani che incominciano a conoscersi e a guardare il futuro insieme. Un giorno, però, Massimiliano viene mandato in Afghanistan e purtroppo succede il peggio: abbattuto con il suo aereo, inizia a percorrere quelle terre desolate cercando disperatamente di tornare alla base sano e salvo sfuggendo ai nemici.

Ma potrà farcela da solo? Potrà il pensiero di Stefania guidarlo nella sopravvivenza dello spirito prima che della vita? Anche in quel Paese straniero il destino sembra dargli una mano… una mano molto particolare. Una storia moderna che non parla solo d’amore, ma anche delle difficoltà di guardare avanti e lottare quando la vita ti mette a dura prova.

Questa è, in breve, la trama di “Le due donne”, opera prima di Salvatore Dalfone, nostro concittadino da circa 10 anni, pubblicata dal Gruppo Albatros Il Filo e non ancora ufficialmente presentata. Abbiamo rivolto all’autore qualche breve domanda, senza però svelare i particolari del libro, di cui sono disponibili alcune copie presso la cartolibreria “Barcadoro”, in via Dante Alighieri.

Il suo libro si intitola “Le due donne”: quando è stato pubblicato e , soprattutto, come è nata l’ispirazione?
«E’arrivato nelle librerie verso il 20 ottobre ed è nato così, spontaneamente … Da ragazzo, diciottenne, mi dilettavo in racconti, racconti brevi, poi c’è stato un periodo particolare, quello dell’Afghanistan: i talebani, la morte degli italiani, la stampa che si interrogava sul nostro ruolo. Mi è venuto in mente dopo, non è che io abbia detto “Mi siedo e scrivo”; una sera ho cominciato e man mano, andando avanti è nata la storia».

Si dice che in ogni opera ci sia un po’ del suo autore. Cosa c’è di Salvatore Dalfone ne “Le due donne”?
«Forse l’aviazione, che è stata la mia passione. Molto tempo fa, durante le vacanze natalizie dell’ultimo anno scolastico, a Bari Palese organizzarono un corso di cultura aereonautica, forse per avvicinare e reclutare giovani. Il corso comprendeva anche una parte di volo:  c’era l’Aereoclub e c’erano aerei da turismo e noi, divisi in gruppo, facevamo un giro con degli istruttori. Quindi ho provato l’ebbrezza del volo e poi, andando avanti, ho approfondito questa passione leggendo tutto ciò che riguarda l’aviazione. Il racconto non è autobiografico, ma è rimasta questa parte di me. I personaggi sono di fantasia».

Dopo aver scritto il racconto ha subito preso contatto con la casa editrice?
«No, non avevo intenzione di pubblicarlo, tanto è vero che nel computer non avevo neanche messo il nome: avevo memorizzato il racconto con sei I maiuscole, per evitare che si riconoscesse e anche  per suscitare un po’di curiosità. Poi in televisione ho sentito parlare di questa casa editrice, ho guardato su Internet e trovato l’indirizzo mail a cui inviare l’inedito. Ero indeciso, preparai il file e alla fine lo inviai. Dopo due giorni mi dissero che lo avevano ricevuto, che lo avrebbero esaminato e mi avrebbero fatto sapere entro due mesi. Me ne dimenticai, finché un giorno ho trovato nella cassetta una busta: era la casa editrice che mi faceva la sua proposta. Il libro è stato stampato a settembre e portato, con altre opere, alla Fiera del Libro di Francoforte a cui la casa editrice ha partecipato. Presto ci sarà la presentazione ufficiale e partirà la campagna pubblicitaria».

La sua famiglia l’ha supportata in questo progetto?
«Mia figlia sì, mia moglie non l’ha presa benissimo: data la mia età, mi vorrebbe con i piedi per terra, ma io non sento addosso i miei anni; se ascolto una canzone, della musica, ancora non riesco a star fermo con le mani!».


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