TAR LAZIO. IL COMUNE PERDE IN UDIENZA CAUTELARE
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- Pubblicato Giovedì, 27 Ottobre 2011 17:29
- Scritto da Gianni Nicastro
Pubblicato il decreto sul ricorso del comune di Rutigliano: respinta la richiesta cautelare. Il comune di Rutigliano, dunque, ha perso in sede cautelare l’unico ricorso che è riuscito a fare in quasi una decina d’anni, anni nei quali il problema scarico in lama dei depuratori non è mai stato affrontato con la serietà e l’urgenza che richiedeva.
Questo significa che l’autorizzazione del commissario Vendola allo scarico in lama del depuratore di Sammichele è libera di dispiegare le sue nefaste conseguenze sulla parte più bella, naturale, piena di emergenze storiche ed archeologiche, del territorio di Rutigliano. Sì, perché, è vero che il ricorso a cui si riferisce la decisione di oggi del TAR riguarda il depuratore di Sammichele, ma la probabile sconfitta anche in sede di discussione nel merito, vanificherà l’impugnazione del decreto con il quale Nichi Vendola autorizzerà a breve il depuratore di Casamassima a scaricare nel vallone Guidotti.
La sospensione del decreto/Vendola è durata solo quattordici giorni. C’è chi il 12 ottobre scorso sul web ha titolato “La lama è salva”. Chi, addirittura, su un cartaceo ha titolato “…sonoramente bocciato il presidente della regione Puglia Vendola”; e ancora “La vittoria dell’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Romagno, dalla maggioranza di centrodestra con in testa il capogruppo FLI Oronzo Valentini e della giunta comunale”. Bene, staremo a vedere quali saranno i titoli che questi organi di stampa faranno domani o stasera.
L’amministrativista Caputi Iambrenghi, oltre al comune di Rutigliano, ha patrocinato anche Italia Nostra Onlus e il Villaggio Turistico Baia San Giorgio in altri due ricorsi contro lo stesso decreto vendoliano del 5 agosto sorso. Tutti e tre i ricorsi sono stati discussi ieri in una udienza presieduta dallo stesso giudice, Roberto Politi, che il 12 ottobre aveva sospeso l’efficacia del provvedimento del commissario, con una decisione monocratica e senza contraddittorio.
I giudici non si sono sprecati nella argomentazione della loro decisione. Nei tre decreti, che sono identici, si legge: “viste le censure dalla parte ricorrente (…), valutate le difese della Gestione Commissariale e della Regione Puglia (…), escluso che (…) le doglianze esposte con l’atto introduttivo del giudizio evidenzino profili di manifesta fondatezza (sì da consentire un positivo apprezzamento del fumus boni juris pertinente alla presente istanza cautelare), atteso che, segnatamente per quanto concerne il paventato pregiudizio ad interessi di primaria rilevanza costituzionale (quali la tutela della salute degli insediamenti insistenti sull’area attraversata dalla Lama San Giorgio; ovvero, più in generale, della salubrità ambientale), non risultano incontrovertibilmente comprovati elementi certi e dimostrati di pericolosità; ulteriormente osservato come –anteriormente alla determinazione di sversamento dei reflui nel corso d’acqua di che trattasi – il relativo scarico insistesse sul sottosuolo, sì da integrare, con carattere di evidente rilevanza, profilo di pregiudizio per gli interessi di cui sopra; per l’effetto escluso che l’istanza cautelare all’esame meriti accoglimento; P.Q.M. il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio – Sez. I – così dispone in ordine alla formulata istanza cautelare: RESPINGE la predetta richiesta; CONDANNA la parte ricorrente(…) al pagamento delle spese”.
Insomma, le “doglianze” dei ricorrenti non sono fondate, non forniscono prove “incontrovertibili” che dimostrino la pericolosità dello scorrere dei reflui in lama. Ad essere pericoloso, in realtà, precisano i tre giudici, è lo scarico dei reflui in falda a cui è attualmente costretto il depuratore di Sammichele. Con premesse simili è difficile che nel merito i tre ricorrenti possano avere qualche chance di vincere il ricorso.
Non sappiamo se l’avvocato Capiti Iambrenghi suggerirà al comune di Rutigliano, a Italia Nostra e al Villaggio Turistico Baia San Giorgio, di impugnare la decisione presso il Consiglio di Stato. L'unica cosa che sappiamo è che la "via giudiziaria" al problema non ha dato grandi soddisfazioni. L'unico, vero, risultato ottenuto fino ad ora è quello del 26 aprile scorso: la fermata del cantiere dell'AQP da parte dei cittadini che gli manifestarono, pacificamente, contro. Magari se la comunità di Rutigliano, insieme alle altre comunità territorialmente interessate al problema, riprendesse a mobilitarsi, quel risultato, forse, riesce a conservarlo.
Scarica qui il decreto del TAR