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Franco Valenzano, un ricordo…

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di Gianni Nicastro

Franco Valenzano è venuto a mancare il 9 maggio scorso.
A un mese dalla sua morte voglio condividere con voi il ricordo di un amico cui mi legava anche la passione per l’archeologia, una persona intellettualmente attiva, un attento osservatore ed esperto di beni culturali e di tradizioni popolari del nostro territorio. Era un piacere ascoltarlo anche se, un po’, soprattutto all’inizio, mi intimidivano il tono autorevole e l’eloquio brillante. Una persona quasi d’altri tempi.

Un grande conoscitore dei siti archeologici e della loro storia; siti che lui ha contribuito a scoprire insieme all’amico Pippo Catamo negli anni settanta e i primi anni ottanta. Un sodalizio che andava oltre l’amicizia, una comune tensione alla scoperta e alla tutela dell’immenso patrimonio archeologico di Rutigliano.

Franco l’ho conosciuto troppo tardi, non è che non lo conoscessi prima; così come lo sto ricordando lo conosco da fine 2009, quando ho denunciato su Rutiglianoweb lo scarico di cumuli di rifiuti inerti nella fascia di rispetto dell’area archeologica di Azezio, il mio primo incontro serio con quell’antica città peuceta. Un’amica comune mi aveva detto di lui, della sua conoscenza dei siti archeologici e io, che mi approcciavo appena a quei luoghi e alla loro storia, ho voluto conoscerlo bene e, un giorno, quasi sotto casa, incrociandolo, l’ho fermato. Abbiamo parlato di Azezio, della Magna Grecia, del sovrintendente per i beni archeologici della Puglia che ha seguito gli scavi della necropoli di contrada Purgatorio e delle sue intenzioni di fare, di Rutigliano, uno dei centri più importanti dell’archeologia pugliese. Franco tutta quella storia l’ha vissuta in prima persona e questo me lo rendeva ancora più prezioso. Io, affamato di informazioni, meno che neofita, affacciato appena a quella conoscenza, ho trovato in Franco uno scrigno di storia, di competenza e di consapevolezza dell’importanza dell’archeologia di Rutigliano e della sua tradizione figula. Dall’attrazione culturale all’amicizia il passo è stato breve.

Appassionato anche di poesia, ne ha tradotto una -di un poeta napoletano dell’800- in vernacolo rutiglianese, “A mam”, da lui stesso recitata e pubblicata su Rutiglianoonline.
Era pieno di idee e, ogni tanto, mi faceva partecipe, con grande onore per me, di alcuni suoi progetti sulla poesia, sui fischietti in terracotta di cui ha scritto la storia in un inedito “Fischiando fischiando”.

Non lo so, forse ci sono persone più qualificate di me per parlare di Franco Valenzano, ma io l’ho vissuto davvero come un’icona della storia locale, come un amico a cui potevo rivolgermi per qualsiasi cosa avessi avuto bisogno di sapere.
Per cui… Grazie Franco.

 

Commenti  

 
0 # PeterPan 2024-06-09 12:37
Bel ricordo!
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