L’ex ambasciatore di Israele: «L’obiettivo è distruggere Gaza, questo male assoluto»
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- Pubblicato Lunedì, 30 Ottobre 2023 11:15
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
«Dopo il 7 ottobre (...) ogni persona nel mondo che minaccia un ebreo, uccidere un ebreo, deve morire… Per Noi c’è uno scopo, distruggere Gaza, distruggere questo male assoluto, assoluto…». Queste sono le dichiarazioni fatte da Dror Eydar, ex ambasciatore israeliano in Italia, nella trasmissione di Nicola Porro “Stasera Italia" del 25 ottobre scorso (qui per chi volesse vedere per intero la trasmissione).
Dunque l’obiettivo è “distruggere Gaza”, città percepita da quest’uomo come “male assoluto”. Distruggere Gaza, non Hamas; il che significa quello che sta succedendo dal 7 ottobre scorso, uccidere con le bombe uomini, donne, bambini e anziani abitanti di Gaza. 2 milioni e 300 mila persone innocenti possono rappresentare il “male assoluto”? Spero che le deliranti dichiarazioni di quell’uomo non siano condivise dalla popolazione israeliana, anche se è molto probabile che le condivida il governo israeliano, ormai con il suo esercito e i suoi carri armati da giorni dentro gaza.
Questo ex ambasciatore ha detto un sacco di cose spaventose in quella trasmissione, ha insistito nel paragone tra quello che è successo il 7 ottobre scorso in Israele e lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento nazisti, mettendo sullo stesso piano Hamas e nazisti di Hitler. Per questo signore basta solo la minaccia, l’intenzione o l’uccisione di un ebreo perché uno debba morire. Immaginate quanto barbarica, devastante sia una simile affermazione già solo sul piano della cultura del diritto e dell’ordinamento penale di qualsiasi paese al mondo, civile e democratico. Se un uomo ammazza un altro uomo in un paese normale, civile, viene arrestato, processato e messo in galera. Alcuni stati prevedono la condanna a morte, molti altri comminano il carcere a vita, l’ergastolo. Così è nei paesi civili.
Io non so che tipo di codice penale esista in Israele, certo ad ammazzare, trucidare 1400 ebrei in territorio israeliano sono stati gli assalitori di Hamas, organizzazione terroristica, perché chi si scaglia contro civili inermi compiendo una mattanza non può che essere terrorista.
Dalle dichiarazioni di quell’ex ambasciatore israeliano si può ricavare una logica: se chi ammazza un ebreo deve morire, a fronte di 1400 ebrei uccisi, Israele avrebbe dovuto uccidere 1400 palestinesi e avrebbe dovuto ucciderli tutti colpevoli dell’eccidio del 7 ottobre, cioè tutti tra le file di Hamas. Invece i bombardamenti israeliani hanno ucciso, fino ad oggi, 8000 persone -secondo fonti di Hamas- di cui 3000 sono bambini. La logica qui non è 1 a 1, il rapporto ad oggi è 1 a 5,7. Per ogni ebreo ucciso da Hamas nel raid del 7 ottobre gli israeliani hanno ucciso -fino ad oggi- circa 6 palestinesi innocenti, la metà dei quali bambini. I tank israeliani sono a Gaza nonostante l’esercito continui a bombardare la città palestinese. Qual è il rapporto di morte che potrebbe soddisfare Netanyahu prima di cessare il fuoco e l’occupazione della striscia di Gaza? 1 a 10? Per 1 morto ebreo 10 morti palestinesi? Be’, se così fosse Netanyahu sarebbe sulla buona strada; ma, nel caso, deve tenere a mente che chi avrebbe ragionato così prima di lui è l’hitleriano feldmaresciallo Albert Kesselring, che nel 1944 diede l’ordine di fucilare dieci italiani per ogni soldato tedesco ucciso; è quello che è successo alle Fosse Ardeatine.
Dror Eydar si è guardato bene, nel suo paragone, dal far notare che nella seconda guerra mondiale l’esercito nazista di Hitler ha occupato l’Italia, la Francia, la Polonia, l’Olanda e quasi tutta l’Europa. A reagire contro quella occupazione è stata la resistenza dei popoli occupati. Israele occupa da oltre 50anni la Cisgiordania, sradicando i palestinesi dalla loro terra per insediarvi, nella piena violazione del diritto internazionale, i propri coloni armati fino ai denti. Occupazione condannata dall’ONU che sin dal 1948, da quando ha riconosciuto lo stato di Israele, ha chiesto l’esistenza di due popoli in due stati, uno israeliano, l’altro palestinese. Risoluzione che Israele ha sistematicamente disatteso come tutte le altre succedute negli anni. Questo non giustifica nella maniera più assoluta l’uccisione di ebrei, non giustifica nella maniera più assoluta quello che è successo ai cittadini israeliani il 7 ottobre scorso. Allo stesso modo il massacro del 7 ottobre non può giustificare lo speculare massacro della popolazione di Gaza, non giustifica nella maniera più assoluta il bombardamento delle case, delle strade, dei luoghi di culto, degli ospedali di Gaza, l’assassinio di massa del popolo palestinese. L’esercito israeliano coi palestinesi di Gaza si sta comportando alla stessa maniera dei terroristi di Hamas con gli israeliani dei kibbutz. Hamas è una organizzazione terroristica, Israele è uno stato democratico, chi dei due deve avere il primato della ragione e non quello della vendetta? Perché, la vendetta, è la mortifera spirale dentro cui sta vorticando la questione israelo-palestinese.
Certo che Israele ha il diritto di difendersi quando viene attaccato, e in modo così atroce, ma la difesa deve essere proporzionata, deve rispettare il diritto internazionale e il diritto umanitario, se la deve prendere con gli autori materiali e i mandanti dei massacri sulla popolazione israeliana. Israele non ha nessun diritto di sterminare con le bombe la popolazione di Gaza per uccidere qualche terrorista o capo di Hamas. Altrimenti l’obiettivo potrebbe sembrare la distruzione di Gaza, appunto, e della sua popolazione; altrimenti l’obiettivo è la vendetta, è lo sterminio di civili inermi.
Israele si ritiri dai territori occupati, restituisca la terra sottratta ai palestinesi; Hamas deponga l’arma del terrorismo, accetti e rispetti lo stato di Israele. La comunità internazionale faciliti, si spenda sul serio per un processo di pace che garantisca l’esistenza di due popoli in due stati, autonomi e indipendenti, democratici e rispettosi dei diritti umani.
Cosa possiamo fare noi? Nulla, se non un gesto simbolico che levi, forte, una voce di pace, un invito alla pace. Il consiglio comunale di Rutigliano approvi una mozione, un ordine del giorno di condanna dell’uccisione degli ebrei da parte di Hamas e di condanna del bombardamento israeliano su Gaza che sta uccidendo migliaia di palestinesi, migliaia di bambini palestinesi. Il consiglio comunale chieda al governo Meloni di porre, in tutti i consessi internazionali, la questione del ritiro di Israele dai territori palestinesi illegalmente occupati da oltre cinquant’anni, ponga la necessità che si restituisca ai palestinesi la loro terra. Chieda al governo israeliano e ai palestinesi il reciproco riconoscimento in due stati autonomi, indipendenti, liberi. Un ordine del giorno che inviti il governo italiano a non astenersi quando una risoluzione dell’ONU chiede alla parti il cessate il fuoco.
La pace va costruita perseguendo la giustizia, l’elementare diritto alla vita di israeliani e palestinesi, chiedendo il reciproco rispetto l’uno dell’altro.
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