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“La Fine di un mondo”, il terremoto in Turchia in mostra a Rutigliano

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Il terremoto che alle prime luci dell’alba dello scorso 6 febbraio ha devastato il sud est della Turchia ha ucciso piu’ di 50 mila persone in 11 province del Paese, colpendo una superficie pari a 700 km quadrati, abitata da 13.5 milioni di persone, 4.6 milioni delle quali minori.

A una prima scossa di grado 7.7 con epicentro a Kahramanmaras sono seguite altre due scosse di grado 6.4 e 6.5, poche ore dopo una nuova scossa di grado 7.6 ha fatto tremare la regione. Attualmente sono piu’ di 2 milioni a essere costretti in tende e container, mentre si calcola che altre circa 3 milioni di persone abbiano abbandonato l’area, costretti dalla distruzione di piu’ di mezzo milione di appartamenti, in pochi secondi tramutati in circa 200 milioni di tonnellate
di macerie. L’iniziativa nasce con l’intento di raccontare il terremoto del 6 Febbraio 2023 attraverso lo sguardo di due persone, Una dimensione tale da rendere impossibile per un solo fotografo o giornalista o operatore umanitario essere testimone della catastrofe naturale nella propria interezza.

Ognuno si trovava in un determinato luogo, in un determinato giorno, una determinata fase della tragedia e di conseguenza tutti sono stati testimoni di storie diverse in luoghi diversi in momenti diversi. La mostra e’ stata organizzata da Giuseppe Didonna, giornalista dell’agenzia di stampa Agi che ha trascorsi 17 giorni nelle aree colpite e Chiara Grazia Valenzano, impegnata nell’area in progetti di carattere umanitario.

Curatori Aurelia Leone e Luca Moccia.
Obiettivo finale dell’incontro e’ infatti raccogliere fondi per il progetto Run For Turkey, che si propone di dare un contributo concreto e venire incontro alle necessita’ degli abitanti dei villaggi di montagna dell’area colpita. In base alla somma raccolta l’obiettivo e’ quello di aiutare la gente dei villaggi di Zey e Incirli, rispettivamente nelle province di Adiyaman e Hatay, Villaggi isolati, ultimi nella lista della ricostruzione, dove pero’ le necessita’ non attendono e la vita deve continuare.

La raccolta fondi si pone come obiettivo in primo luogo l’acquisto di materiale per la ricostruzione di strutture di uso comune (stalle), mentre negli ultimi giorni, con i soldi raccolti e’ stato acquistato un container scuola che puo’ contenere fino a quattro classi contemporaneamente.

Giuseppe Didonna

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