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Una insolita lettera di Pasqua

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sac Pasquale Pirulli
  
Beh! Sembra un po’ strana e quasi provocatoria questa lettera indirizzata all’uomo Gesù di Nazareth crocifisso sulla piccola asperità del Golgotha, appena fuori le mura della città di Gerusalemme, alle ore nove del mattino di quel giorno 14 del mese Nisan, che corrisponde al 7 aprile, dell’anno 30, in cui gli ebrei festeggiavano la Parasceve, la vigilia del grande Sabato di Pasqua. Più che una lettera a te indirizzata, o Gesù, è una riflessione su di te e sulle tue vicende ultime.

Ci sono due motivi che la giustificano. Il primo è che la tua storia non è finita alle ore 15,00 di quel giorno quando, deposto il tuo corpo dalla croce dalle mani pietose degli amici Giuseppe di Arimatea e di Nicodemo, sei stato composto nel sepolcro nuovo del giardino vicino. La tua storia esplode nella pienezza della vita nelle prime ore del “primo giorno dopo il sabato” e con il segno della pietra ribaltata dall’ingresso del sepolcro e l’annuncio dei due angeli in bianche vesti: “Perché cercate tra i morti il vivente? Non è qui, ma è risuscitato. Ricordatevi come vi ha parlato quando era ancora in Galilea, quando diceva che era necessario che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e il Terzo giorno risuscitasse” (Lc 24, 5-8) ti prepari ad incontrare i tuoi amici sconvolti dagli ultimi tragici avvenimenti. Il secondo è quello di voler ripercorrere brevemente tutti i fatti che ti riguardano e che la tua Chiesa celebra nella grande Settimana della Pasqua cristiana e in modo particolare nel solenne Triduo pasquale: la tua ultima cena (giovedì), la tua morte in croce (venerdì) e la veglia di resurrezione nella notte tra il sabato e la domenica.
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Alla luce della celebrazione del Mistero Pasquale mi accorgo che la tradizionale cronologia degli avvenimenti della tua ultima settimana presenta qualche difficoltà. Tutti gli avvenimenti, iniziando dalla tua ultima cena nella grande sala al piano superiore della casa indicata dal particolare dell’uomo che porta una brocca (Mc 14, 13) alla frettolosa sepoltura nella serata della Parasceve (Mc 15, 42-47), si svolgono nel breve giro di 24 ore. Dove è il tempo per il processo religioso dinanzi al sinedrio che nelle sentenze capitali prevedeva due sedute a distanza di 24 ore? E poi il lungo processo dinanzi al procuratore della Giudea Ponzio Pilato con l’intermezzo della visita al re Erode Antipa, chiamato in causa per una divergenza, la caotica consultazione della piazza, dominata dagli scribi e dai sommi sacerdoti con la scelta di Barabba “il quale era stato imprigionato insieme ai sediziosi che, durante una sommossa, avevano commesso un omicidio” (Mc 15, 6-15), la pantomima della coronazione di spine e la violenza della flagellazione.
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Vengo inoltre a sapere che nel tuo paese di Palestina la vita era regolata dalle autorità religiose sì da un calendario lunare, ma altri gruppi secessionisti preferivano attenersi al calendario solare. Leggendo i racconti degli evangelisti mi ritrovo con qualche difficoltà per conciliare tra di loro i dati cronologici da loro offerti. “Il vangelo di Giovanni dice che tu sei morto nella Parasceve cioè la Preparazione della Pasqua, di venerdì, a metà del pomeriggio, mentre nel tempio si sacrificavano gli agnelli per la cena pasquale (Gv 19, 31). I vangeli sinottici ci dicono che l’hai celebrata la sera prima del tuo arresto (Mt 26, 17-20)”. Addirittura proprio l’osservanza dei due calendari (lunare e solare) dava date differenti per la Pasqua del tuo popolo. Per l’uno la Pasqua cadeva il 14 di Nisan, in qualunque giorno della settimana; per l’altro cadeva sempre di mercoledì e la cena pasquale la si celebrava il martedì sera. Del resto la più antica tradizione cristiana, prima della sistemazione definitiva del Triduo Pasquale, indicava il martedì come giorno della cena e il mercoledì come giorno della tua cattura e poi prescriveva il digiuno il venerdì giorno della tua morte.
Proprio l’uso di questo duplice calendario consente di giustificare le affermazioni del vangelo: l’ultima tua cena fu una vera cena pasquale, ma tu sei stato crocifisso alla vigilia della Pasqua ebraica, secondo la data del calendario lunare ufficialmente seguito dal sinedrio e dai sommi sacerdoti con a capo Anna e Caifa.gesu-pasqua-2b

Non posso dimenticare che i tuoi rapporti con le autorità religiose del Tempio di Gerusalemme sono stati sempre quanto mai polemici e burrascosi e certamente non ti hanno mai perdonato la tua irruzione quando hai buttato all’aria i banchi dei cambiavalute (Mc 11, 15-18), la tua pretesa di voler insegnare nei cortili del tempio (cf Mt, 21, 23-27) e prima con una buona dose di ironia avevi suggerito a Pietro di pagare la tassa per il tempio, la casa del Padre in cui avevi il diritto di vivere. Si può giustificare così la celebrazione della Pasqua da parte tua con un calendario solare in contrapposizione a quella prescritta dai sacerdoti del tempio seguendo il calendario lunare.  
Del resto ancora oggi la data della celebrazione della Pasqua ebraica è correlata al ciclo lunare. Il mese ebraico inizia con la luna nuova e il quindicesimo giorno è il plenilunio: 14 di Nisan (il nostro venerdì santo) è il plenilunio dopo l’equinozio di primavera (21 marzo). Per il ritardo dell’anno tropico sull’anno ebraico la Pasqua ebraica cade il 26 marzo 2013 e poi il 25 aprile nell’anno 2043. Così la celebrazione della Pasqua ebraica oscilla dal 26 marzo al 25 aprile. La Pasqua cristiana cade sempre di Domenica ed è sempre quella dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera (21 marzo).
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Quest’anno 2023 la cronologia degli avvenimenti è la stessa dell’anno 30 d. C. e diventa più emozionante anche per i cristiani ripercorrere gli ultimi tuoi fatti che la veneranda tradizione della Chiesa celebra nel solenne triduo dedicato al tuo mistero pasquale di morte e risurrezione.

“(Domenica) 2 aprile anno 30: Ingresso trionfale in Gerusalemme; la sera ritorno a Betania (Mc 11, 11).
Lunedì 3 aprile: Ritorno a Gerusalemme e durante il tragitto maledizione del fico (Mc 11, 12-14). Secondo l’evangelista Marco irruzione nel tempio con il rovesciamento dei tavoli e la fuga dei venditori di colombi (Mc. 11, 15-18. In serata ritorno a Betania (Mc 11, 19) e cena nella casa di Simone il lebbroso durante la quale c’è l’omaggio della donna sconosciuta (Mt 26, 6-13).

Martedì 4 aprile: Ancora a Gerusalemme e lungo la strada si verifica che il fico maledetto è seccato (Mc 11, 20-21) la mattinata è trascorsa nel tempio con le ultime polemiche.  I due discepoli provvedono a preparare la sala per la celebrazione della cena pasquale (Mc 14, 12-16; Mt 26, 17-20)) Giuda perfeziona la sua intesa con i capi dei sacerdoti (Mc 14, 10-11). Al tramonto si svolge l’ultima cena con l’istituzione dell’Eucaristia a sancire gesu-pasqua-3ala nuova alleanza (Mt 26, 20-35; Mc 14, 12-31).

Nella notte preghiera agonica nell’orto del Getsemani, cattura con la complicità di giuda e la fuga degli altri; primo interrogatorio informale nella casa dell’ex sommo sacerdote Anna, suocero di Caifa.
Mercoledì 5 aprile: Prima seduta del Sinedrio, convocato e presieduto da Caifa e inizio del processo religioso che si conclude con la condanna morte di Gesù per bestemmia. Il prigioniero è custodito nel carcere del Sinedrio, magari senza cibo e sottoposto ad ogni angheria.

Giovedì 6 aprile: Seconda seduta del Sinedrio che convalida la condanna a morte, con la sola opposizione di Giuseppe di Arimatea e di Nicodemo. Gesù tu sei condotto da Pilato che deve ratificare la sentenza e farla eseguire magari con la crocifissione, secondo il costume dei romani. E’ il processo civile con l’accusa di non pagare il tributo a Cesare, di provocare una sommossa, di esserti proclamato re. Pilato prende tegesu-pasqua-1mpo e t’invia dal re Erode, che è etnarca della tua Galilea, e si è spostato a Gerusalemme per le feste di Pasqua. Ritornato da Pilato che forse alloggia nella Torre Antonia, dove sono le truppe inviate per controllare l’assembramento dei pellegrini, sei tenuto in custodia nelle ore notturne.

Venerdì 7 aprile: E’ la vigilia della Pasqua secondo il calendario del tempio. Pilato riprendere il processo, sollecitato alla benevolenza dall’intercessione della moglie forse di nome Claudia. Durante gli intervalli sei affidato alla custodia dei soldati romani e da questi sottoposto alla coronazione di spina in dispregio della tua regalità. Prima del verdetto finale sei flagellato e si oltrepassano i prescritti 39 colpi della legge ebraica; perché i legionari non fanno sconti. Pilato visto riuscito ogni tentativo di liberarti anche con il confronto con il famigerato Barabba, ti condanna alla morte di croce con la formula “Ibis ad crucem!”. Il corteo dei condannati, a te Gesù se ne sono aggiunti altri due qualificati “malfattori”, si avvia verso il luogo dell’esecuzione detto Golgotha. Lungo la strada incontri le donne che accompagnano in lacrime voi condannati e poi i soldati costringono Simone di Cirene, padre di Alessandro e gesu-pasqua-4Rufo, ad aiutarti a portare il pesante patibolo (il legno trasversale). Alle ore 9 sei crocifisso e, affidando la tua mamma Maria alle cure del tuo discepolo Giovanni, muori alle ore 15: il breve lasso di tempo desta meraviglia nello stesso Ponzio Pilato, al quale Giuseppe d’Arimatea chiede il corpo perché non vada a finire nella fossa comune dei condannati e riceva una degna sepoltura nel suo sepolcro.  Una sepoltura essenziale ed affrettata con il cadavere avvolto nella sindone con il sudario e altri lini e un composto di 30 kg di mirra e aloe, offerto da Nicodemo. Il sepolcro è chiuso da una pesante pietra. Pilato si disinteressa della sua custodia richiesta dai sommi sacerdoti e dagli scribi dicendo con stizza: “Voi avete un corpo di guardie: andate e prendete le precauzioni che credete” (Mt 27, 41).

Sabato 8 aprile: Giorno solenne della Pasqua ebraica. Il sepolcro di Gesù è vigilato dai soldati del corpo di guardia del Sinedrio.

Primo giorno dopo il Sabato (Domenica) 9 aprile: Le donne che vanno al sepolcro trovano la pietra ribaltata, ascoltano il messaggio dei due angeli in bianche vesti, il disorientamento di Maria di Magdala la quale sospetta il trafugamento del cadavere, e poi durante la giornata si susseguono i diversi incontri del Risorto con le donne, Maria di Magdala, Pietro e gli altri riuniti in serata nel cenacolo.gesu-pasqua-11

Dinanzi a questi fatti che ho cercato, alla luce degli ultimi studi, di sistemare cronologicamente non posso fare a meno di ripensare alla mia fede di cristiano. La fede non è una favola e neanche una ideologia, ma è riconoscere che Dio si è fatto presente nella nostra storia e dire di sì al suo amore rivelato in Gesù di Nazaret che è il crocifisso e il risorto. L’espressione della nostra fede è questa: “Gesù è il Signore” cioè in un linguaggio più chiaro: Gesù il crocifisso è il risorto Signore! Se scelgo solo il primo membro “Gesù” mi ritrovo un profeta che, dopo aver percorso le strade della Palestina, è respinto e condannato dalle stesse autorità del suo popolo e consegnato al procuratore di Roma Ponzio Pilato che lo condanna alla morte di croce come “re dei giudei”. Tragica storia di un profeta ebreo, magari con fantastici sogni nazionalisti, crocifisso e sepolto.

Se, trascurando il primo, scelgo il secondo membro “Risorto-Signore” mi ritrovo a confrontarmi con una bella favola di un fantasma, senza alcuna consistenza storica.

A superare l’impasse e a fondare la nostra fede cristiana dobbiamo confessare che “Gesù è il Signore!”, in cui la copula “è” salda definitivamente la storia dell’uomo Gesù crocifisso con l’azione e l’identità del Figlio di Dio Signore della vita, che incontra le donne sulla strada e i suoi amici nella sala dove ha celebrato la sua ultima cena.
La fede ci ricorda il saluto del risorto “Pace a voi!” che diventa augurio e impegno per tutti gli uomini.

 

 

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