La scuola “Settanni-Manzoni” sui rischi della rete in un interessante incontro
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- Pubblicato Sabato, 18 Febbraio 2023 00:00
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
Internet, la “rete”, ormai ci segue ovunque, è continuamente con noi grazie alla tecnologia telefonica portatile. Non credo ci sia qualcuno che oggi non abbia a portata di mano uno smartphone o un iPhone, vale per gli adulti, per i ragazzi e, purtroppo, anche per i bambini che spesso ricevono il loro primo cellulare alla prima comunione dopo averlo maneggiato in tenerissima età.
Coi cellulari i ragazzi interagiscono con un mondo straordinario, che collega l’individuo a miliardi, eterogenei, contenuti della rete, un mondo dalle grandi potenzialità e opportunità, ma per bambini e adolescenti spesso sconosciuto e pieno di insidie, rischi e pericoli. I rischi non sono solo la dipendenza dall’apparecchio, dai social, e i conseguenti disturbi psicologici e comportamentali. I rischi possono travalicare il virtuale e farsi drammaticamente reali quando gli adolescenti sono adescati da adulti senza scrupoli, pedofili, che si fingono coetanei, chattano con la minorenne -o il minorenne- instaurando un rapporto esclusivo che può portare all’adescamento vero e proprio, dal vivo.
Poi c’è il cyberbullismo, la versione moderna del bullismo, che all’aggressione fisica e psicologica dal vivo associa la divulgazione in internet di quella stessa aggressione. Il video corre in rete di mano in mano e in poche ore raggiunge migliaia, centinaia di migliaia di persone; l’effetto per la vittima è devastante, come ci ricorda la cronaca.
Di questo si è parlato nell’incontro che l’Istituto Comprensivo “Settanni-Manzoni” ha organizzato la settimana scorsa dal titolo non casuale, e molto indicativo, “Facciamo rete contro i rischi della rete”; rischi che i giovanissimi corrono quando navigano, chattano, interagiscono sui social, spesso da soli nelle proprie camerette.
L’incontro si è tenuto nell’Aula Magna “A. Moro” della scuola primaria “Settanni” davanti a una platea di alunni, genitori e docenti. Al tavolo dei relatori il dott. Andrea Carnimeo, dirigente della Polizia Postale di Bari, il primo presidio a tutela dei cittadini nella lotta ai reati legati all’utilizzo della rete internet. Sono intervenuti il sindaco di Rutigliano Giuseppe Valenzano e l’assessora alla cultura Milena Palumbo. Ha introdotto l’incontro il dirigente scolastico prof.ssa Grazia Montedoro; coordinatrice e moderatrice la docente Anna Fantasia. L'iniziativa ha visto la collaborazione del Team antibullismo della scuola composto dalle docenti Marica Creatore, Isa Barbati Minischetti, Katia D'Errico, Cecilia Guarnieri e Maria Nisi.
Alunni di quinta della primaria hanno letto alcune riflessioni sull'incontro avuto con i volontari della Protezione Civile di Rutigliano, esempio di dedizione gratuita nel soccorrere ed aiutare il prossimo. Anche gli alunni delle classi prime della scuola media hanno focalizzato la loro attenzione sulla gentilezza e la cura dell’altro con la lettura, a turno, dell'albo illustrato "Due Ali" e le immagini proiettate sullo schermo gigante.
Ci sono i rischi certo, ma non si tratta «di demonizzare la rete, internet, anzi, vogliamo educare i nostri ragazzi e le famiglie all’uso consapevole della rete, e perché ciò accada sono importanti anche questi momenti di incontro» ha detto la dirigente Grazia Montedoro nella sua presentazione. «Un incontro -ha aggiunto- fortemente voluto dalla Settanni-Manzoni da sempre impegnata nel contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo». Per contrastare questi fenomeni è stata rimarcata la necessità di fare rete «il più possibile fitta», ha detto la moderatrice Anna Fantasia, «costituita dalla famiglia, dalla scuola, dalla comunità» che, collaborando in modo sinergico, mettano i ragazzi nelle condizioni di comprendere i rischi che corrono quando sono in rete e come evitarli.
Toccante è stato il racconto di una docente che, in qualità di mamma, ha vissuto l’angoscia di una figlia, minorenne, che avrebbe potuto essere adescata da un “ragazzo” con il quale chattava da diverso tempo. In realtà dall’altro capo della chat si nascondeva un uomo che, una volta instaurato un rapporto in rete con la minorenne, ha cominciato a chiederle foto particolari. E’ stata la tenacia della mamma, e anche un certa diffidenza della ragazza, a far finire un gioco pericoloso che avrebbe potuto avere un epilogo diverso e più drammatico.
A questo punto dell’incontro è intervenuto il dott. Carnimeo. Ha ringraziato la scuola per l’invito e per la lodevole iniziativa; ha posto l’accento sulla prevenzione, sul rendere consapevoli i ragazzi dei reati che possono commettere sui social quando postano o quando riprendono un atto di bullismo e ne condividono il video.
In riferimento ai rischi «una delle cose che spesso ci capita di vedere -ha detto il dott. Carnimeo- è che i genitori si accorgono in un secondo momento» di quello che succede ai figli «perché sono presi dalle problematiche della vita». Si sa che i genitori sono un esempio per i ragazzi, la cosa che possono fare, ha suggerito Carnimeo, è quella di distogliere lo sguardo dal cellulare per guardare i figli, parlare con loro. Se il modello è quello di stare in continuazione col cellulare in mano, di postare continuamente sui social anche cose futili, è difficile che questo comportamento non sia assunto alla stessa maniera dai propri figli. «Ritornare a vivere una dimensione familiare non è sbagliato» ha argomentato il dott. Carnimeo, «dobbiamo far capire ai ragazzi -ha aggiunto- che il cellulare è uno strumento che ci aiuta nella vita, sul lavoro, però ogni cosa ha il suo tempo e c’è sempre una misura nelle cose».
E la misura, con un apparecchio così potente come il cellulare, è fondamentale se non ci si vuol ritrovare a non essere più capaci di riflettere, fermarsi un attimo, rilassarsi con la mente e pensare, semplicemente pensare. Qui il dott. Carnimeo ha fatto vedere un’intervista a un giovane Youtuber molto eloquente circa la perdita della capacità di attenzione e di ascolto dei ragazzi che sono continuamente sui social o sui siti di giovani -spesso giovanissimi- Youtuber. I loro video sono veloci, sovente di scarso valore contenutistico, hanno un ritmo incalzante come la pubblicità, si consumano in pochi secondi perché di più l’attenzione non regge. «I ragazzi che usano social media per più di due ore al giorno hanno delle tendenze suicide, depressione, ma non cinque, dieci percento più alto, il doppio, triplo, quadruplo rispetto a chi non li usa o li usa di meno» ha detto il giovane Youtuber nell’intervista.
Insomma, un incontro interessantissimo che ha messo i ragazzi presenti di fronte ai tanti rischi che corrono quando usano la rete, a un utilizzo più consapevole e misurato di quel minicomputer che si portano dietro, spesso addosso e sempre acceso.
Vorrei far notare, infine, un altro aspetto del cellulare su cui non viene posta adeguata attenzione: il rapporto tra il campo elettromagnetico emesso da questi apparecchi e la salute di bambini e adolescenti in modo particolare. Ai tanti rischi legati all’utilizzo della rete dovrebbero aggiungersi, essere considerati e approfonditi, anche i rischi sulla salute di un apparecchio che irradia costantemente, col suo campo elettromagnetico, il corpo e soprattutto il cervello di bambini e ragazzi.