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Il Natale di Francesco d’Assisi: da Betlemme a Greccio!

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san-francesco-dassisi

 

Sac. Pasquale Pirulli
don pasquale foto
L’esercito dei crociati, anche con la benedizione del papa Onorio III, si confronta con quello degli islamici, guidato dal sultano Melek el Kamel. Il poverello di Assisi partendo dal porto di Ancona il 24 giugno 1219 sbarca a quello di Acri. Dopo una sosta nel campo dei crociati, con il benestare del legato pontificio e a suo rischio, egli il 30 settembre 1219 raggiunge, nei pressi di Damiata, la tenda del sultano. Coraggiosamente Frate Francesco annuncia il vangelo ma non ottiene frutti di conversione tra gli islamici. Dal munifico Saladino egli ottiene che i frati accompagnino i pellegrini cristiani nella loro visita ai luoghi santi e anche il permesso di aprire dei conventi. A segnare un vicendevole rapporto di amicizia e stima Melek el Kamel regala al coraggioso e pacifico frate un prezioso corno di avorio e gli concede agli inizi dell’anno 1220 il lasciapassare per visitare i santuari cristiani di Gerusalemme e di Betlemme. Le fonti Francescane tacciono di questa visita di San Francesco ai Luoghi Santi e così nella primavera del 1220 egli, insieme ai confratelli Pietro Cattani, Elia Bombarone e Cesario da Spira, torna in Italia sbarcando a Venezia.  Testata di ponte della missione francescana verso la terra di Gesù rimane il convento di Acri fondato nello stesso anno 1220.

    Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre 1223 Frate Francesco compie un singolare pellegrinaggio verso la Grotta di Betlemme, che egli aveva visitato rimanendo colpito dalla estrema povertà al di sotto della splendida basilica il cui pavimento era stato posto dall’imperatore Costantino e le cui pareti erano illuminati dagli affreschi bizantini dell’imperatore Giustiniano I. Il genio della fede gli suggerisce di proporre il mistero della povertà di Gesù nell’evento artistico del presepio in quel di Greccio. San Bonaventura da Bagnoregio nella sua “Legenda Maior” racconta: «Tre anni prima della sua morte, decise di celebrare vicino al paese di Greccio. Il ricordo della natività del Bambin Gesù, con la maggior solennità possibile, per rinfocolare la devozione. Ma perché ciò non venisse ascritto a desiderio di novità, chiese ed ottenne prima il permesso del sommo pontefice. Fece preparare una stalla, vi fece portare del fieno e fece condurre sul luogo un bove ed un asino. Si adunano i frati, accorre la popolazione; il bosco risuona di voci e quella venerabile notte diventa splendente di luci, solenne e sonora di laudi armoniose. L’uomo di Dio stava davanti alla mangiatoia, ricolmo di pietà, cosparso di lacrime, traboccante di gioia. Il santo sacrificio viene celebrato sopra la mangiatoia e Francesco, levita di Cristo, canta il Vangelo. Predica al popolo e parla della nascita del re povero e, nel nominarlo, lo chiama, per tenerezza d’amore, il “Bimbo di Betlem”. Un cavaliere, virtuoso e sincero, che aveva lasciato la milizia secolaresca e si era legato di grande familiarità all’uomo di Dio, il signor Giovanni di Greccio, affermò di aver veduto, dentro la mangiatoia un bellissimo fanciullino, addormentato, che il beato Francesco, stringendolo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno. Questa visione del devoto cavaliere è resa credibile dalla santità del testimone, ma comprovata anche dalla verità che essa indica e confermata dai miracoli da cui fu accompagnata. Infatti, l’esempio di Francesco, riproposto al mondo, ha ottenuto l’effetto di ridestare la fede di Cristo nei cuori intorpiditi; e il fieno della mangiatoia, conservato dalla gente, aveva il potere di risanare le bestie ammalate e di scacciare varie altre malattie» (FF 1186).

    A completare questo quadro della ricostruzione francescana dell’evento di Betlemme, sarà bene ricordare che il papa Francesco ultimamente ha fatto dono ai francescani minori della Custodia di Terra Santa che officiano il santuario di Betlemme di una reliquia della mangiatoia che S. Girolamo aveva recuperato nella grotta santa e che è custodita presso la basilica di Santa Maria Maggiore in Roma che è anche detta “S. Maria ad praesepe”.

Così sulle orme di Francesco d’Assisi nel periodo natalizio siamo tutti invitati non solo a riscoprire il vangelo della nascita del Figlio di Dio che volle nascere povero nella povera grotta di Betlemme, ma anche ad augurarci e ad impegnarci a che il suo messaggio di pace e fraternità universale sia impegno di tutti gli uomini di buona volontà.  


Foto San Francesco: https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_d%27Assisi

 

Commenti  

 
+1 # Pasquale 2022-12-24 17:29
Il GIULLARE di Dio.Sempre presente.Il piccolo-grande uomo che ancora oggi è una RIVOLUZIONE...
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