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C’è il rischio a Rutigliano che la raccolta dei rifiuti vada in crisi per “radioattività”

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compattatori-radioattività

 

di Gianni Nicastro

«L’abbiamo vissuto quattro/cinque anni fa e ci è capitato una sola volta di conferire all’impianto della Progetto Gestione Bacino Bari Cinque indifferenziato che è risultato, alla pesa, positivo alla radioattività» ci ha detto stamattina Luigi Esposito, appaltatore della gestione dei rifiuti a Rutigliano.
Sul bilico di quegli impianti ci sono due trasponder molto sensibili che rilevano la radioattività anche a bassa intensità. Allora è stata la prima volta che la ditta Gassi-Esposito si sia trovata di fronte a un simile problema, che le è costato una lunga quarantena a un compattatore. Ultimamente, invece, è capitato un paio di volte nel giro di una settimana.

«Adesso ci è capitato sia sabato 22 ottobre, sia domenica scorsa», cioè ieri, ci ha detto ancora Luigi Esposito. Attualmente, quindi, l’appaltatore ha due compattatori sotto quarantena presso l’impianto della Progetto Gestione in contrada Martucci a Conversano; con uno dei due compattatori la ditta raccoglie la carta il mercoledì, il che significa che mercoledì prossimo la carta potrebbe non essere ritirata per mancanza di mezzi nel caso uno dei due compattatori non sia restituito.

Interessante è capire, dei rifiuti di Rutigliano, quale materiale ha fatto scattare l’allarme radioattività all’ingresso degli impianti. La ditta qualche sospetto ce l’ha, potrebbero essere i pannoloni di persone sottoposte a un particolare tipo di radioterapia che rende radioattive urine e feci. «Presumiamo qualche terapia mirata tipo radioterapia anche perché non ci sarebbero altre fonti qui a Rutigliano». Non raccogliendo rifiuti ospedalieri, l’unica fonte di radioattività potrebbero essere, appunto, i pannoloni di persone sottoposte a radioterapia anche perché è successo che l’allarme radioattività sia scattato, sul bilico degli impianti della Progetto Gestione, con un compattatore carico di soli pannoloni.

“La radioterapia rende radioattivo il paziente?”, questa è la domanda che si legge in un articolo apparso a gennaio 2017 sul sito dell’ AIFM (Associazione Italiana di Fisica Medica e Sanitaria). La risposta è stata che “I pazienti sottoposti a terapie con sorgenti radioattive non sigillate (terapia metabolica, radioterapia sistemica) sono portatori di radioattività, che può essere rilasciata attraverso saliva, sudore, urina e feci, per un periodo definito di tempo dopo la terapia. Al momento delle dimissioni lo staff fornisce al paziente informazioni specifiche sulle precauzioni da adottare per proteggere le persone vicine”. La stessa cosa si legge su altri siti specializzati; è, quindi, molto probabile che i due mezzi della ditta Gassi-Esposito siano in quarantena proprio a causa di pannoloni, o indumenti, appartenenti a persone sottoposte a quel tipo di cure radioterapiche.

«l’appello che vorremmo fare» ci ha detto in ultimo Luigi Esposito «è rivolto a chi si sta sottoponendo a questo tipo di terapia: che segua il protocollo, che sicuramente ci sarà, per quanto riguarda l’esposizione dei rifiuti che sono potenzialmente infetti e pericolosi. Quindi, se le linee guida dicono di aspettare alcuni giorni dalla produzione del pannolone prima di esporre il rifiuto, che si rispettino questi tempi».

Stanotte la ditta ritirerà l’indifferenziato dalla utenze non domestiche con un cassone quasi pieno che domani sarà portato agli impianti di Conversano per svuotarlo nella speranza non suoni, ancora, l’allarme radioattività. Circa i due compattatori in quarantena, mercoledì prossimo sapremo se continueranno a stare in isolamento o se saranno restituiti alla ditta appaltatrice.

 

 

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