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Discarica di servizio soccorso, la Progetto Gestione perde al TAR contro la regione

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 di Gianni Nicastro

Una sentenza che si aspettava dal dall’8 marzo scorso, dal giorno dell’udienza, e che è stata pubblicata lunedì scorso. Dico subito che il TAR ha dato torto alla Progetto Gestione Bacino Bari Cinque (Progetto gestione) respingendole il ricorso e i motivi aggiunti. “Per Questi Motivi -scrivono i giudici nella conclusione della sentenza- Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, sezione II, definitivamente pronunciansentenza-tar-progetto-gestione-regione-3do sul ricorso e sui due motivi aggiunti, come in epigrafe proposti, li respinge. Sono altresì respinte le misure cautelari abbinate al merito richieste con motivi aggiunti”.

Questa è una sentenza importante, per le associazioni e i comitati ambientalisti che da anni si battono contro la riattivazione delle due vasche, le cosiddette discariche di servizio/soccorso agli impianti di selezione, biostabilizzazione e produzione di CDR costruiti circa quindici anni fa e che si trovano in contrada Martucci a Conversano. Vasche messe sotto sequestro dieci anni fa per problemi giudiziari dovuti alle modalità di costruzione e ai materiali utilizzati non conformi al contratto di affidamento del servizio e alle norme.

L’unico modo per riattivarle è metterle a norma sul piano della impermeabilizzazione, non garantita da tutti i problemi venuti alla luce nei vari incidenti probatori relativi ai processi penali. La Progetto Gestione, società che gestisce impianti e vasche, ha presentato agli uffici regionali preposti un piano per mettere a posto le vasca A, ancora oggi vuota, chiedendo la procedura semplificata. La regione ha eccepito il fatto che non si tratta di una normale ristrutturazione, ma di “modifica sostanziale” che avrebbe bisogno di una procedura ordinvasca-A-martucci-sentenza-tar-1aria, quindi VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). Da qui il ricorso al TAR promosso l’anno scorso dalla Progetto Gestione, che ha impugnato tutti gli atti e le note che la stessa regione ha prodotto in relazione a procedure tecnico-amministrative molto più complesse e modalità di interventi più onerose nei lavori di messa in sicurezza della vasca A.

A maggio dell’anno scorso, nell’udienza cautelare, il TAR ha deciso l’abbinamento al merito del ricorso fissando l’udienza che si è tenuta l’8 aprile di quest’anno e che si è conclusa, come riferito, con una sentenza sfavorevole alla società. C’è da dire che sulla qualificazione delle “modifiche” i giudici sono stati molto chiari nel dare ragione agli uffici regionali. “In conclusione -scrivono infatti-, il ricorso ed entrambi i motivi aggiunti, per le motivazioni sopra esposte, vanno respinti, avendo la Regione, nella discrezionalità che le compete, correttamente qualificato le opere da realizzarsi come “modifica sostanziale”, rispetto alle quali la legge indica il percorso procedurale da attivarsi”.

Ora, la Progetto Gestione ha la possibilità di ricorre in appello, di impugnare questa sentenza al Consiglio di Stato, ed è molto probabile che lo faccia; lo scontro amministrativo potrebbe, dunque, non essersi concluso e non si sa cosa può succedere in appello.

Nel caso, alla fine, venga confermata la sentenza in questione è difficile che la vasca A possa riaprire, sia per la procedura ordinaria, piuttosto lunga, sia per il tipo di intervento che sarebbe molto più radicale e oneroso rispetto a quello che la società aveva preventivato. Si tratterebbe, in sostanza, di demolire e ricostruire la vasca A.

 

 

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