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Presentato il libro di don Pasquale Pirulli su Padre F. Divittorio martire in Armenia

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presentaz libro-p f divittorio

 

di Gianni Nicastro

“Il 23 gennaio 1920 (…) cadevano  sotto i colpi di rivoltella del turco Loimen Oglu Ali Afendi P. Francesco Paolo Divittorio of.m. i suoi due confratelli fr. Alfredo Dollentz e fr. Salvatore Sabatini, religiosi della Custodia di Terra Santa, insieme ai trenta piccoli dell'orfanotrofio anch'essi vittime di barbara violenza da parte dei Ciatà turchi”.
Comincia così don Pasquale Pirulli l’introduzione del suo libro “Il servo di Dio. P. Francesco Paolo DIVITTORIO o. f. m.”, una biografia corredata da foto inedite di documenti e luoghi che riguardano la vita di Padre Francesco Divittorio, nato a Rutigliano il 29 ottobre 1882.
presentaz libro-p f divittorio-4Don Pasquale inquadra subito la tragedia, il martirio, non solo di Padre Divittorio, anche dei suoi confratelli e dei trenta bambini orfani che avevano in cura nell’orfanotrofio di Mujuk-Deresi, nell’Armenia attraversata già da anni dal massacro del popolo armeno da parte dei turchi. Il primo genocidio, quello degli armeni, il primo crimine contro l’umanità del XX secolo del quale, fino a qualche anno fa, si sapeva poco e sempre negato dai governi della Turchia. Ma un milione e mezzo di armeni sono stati deportati, trucidati tra il 1915 e il 1920 in un turbinio di follia umana, di disprezzo per la vita, di violenza inaudita contro un popolo inerme, minoranza etnica in Turchia, reo solo di rappresentare una élite culturale, oltre che economica, tra l’altro di religione cristiana minacciata dalle mire espansionistiche, anche in campo religioso, dall’Impero Ottomano.

Don Pasquale Pirulli va particolarmente ringraziato per averci fatto conoscere Padre Francesco Divittorio, che a 38 anni ha sacrificato la sua vita per prendersi cura del prossimo, quello più fragile, più bisognoso e più tenero: i bambini orfani. Lo ha fatto con un libro che ripercorre la vita di Padre Divittorio, del suo martirio, con uno sguardo allo sfondo storico dell’Armenia di quegli anni. Un libro che si legge bene e quasi d’un fiato, come è stato da più parti osservato la sera della sua presentazione, che è avvenuta il 5 novembre scorso nella sala del Museo Civico Archeologico di Rutigliano.presentaz libro-p f divittorio-3

Al tavolo dei relatori della presentazione del libro Don Emilio Caputo, vicario zonale di Rutigliano, il prof. Carlo Coppola, presidente del Centro Studi "Hrand Nazariantz" di Bari, Nicola Valenzano, il sindaco di Rutigliano Giuseppe Valenzano e lo stesso autore del libro don Pasquale Pirulli. Ha moderato la presentazione il giornalista Gianni Capotorto.

Sono indirettamente intervenuti, quella sera, anche l’ambasciatrice straordinaria e plenipotenziaria
della Repubblica d’Armenia in Italia, Tsovinar Hambardzumyan, e il postulatore della causa di beatificazione di Padre Francesco Divittorio, padre Giovangiuseppe Califano anch’egli dell’Ordine dei Frati Minori.

Il prof. Carlo Coppola ha letto una nota inviata dall’assistente dell’ambasciatrice armena che, per conto della stessa ambasciatrice, ha ringraziato lui per averla informata della presentazione del libro e salutato tutti i relatori e gli ospiti. Un saluto «particolare» l’ambasciatrice lo ha rivolto «all’autore Don Pasquale Pirulli». L’assistente ha concluso la sua nota confidando «di approfondire la figura di padre Divittorio nel prossimopresentaz libro-p f divittorio-1 futuro».

Il saluto del postulatore, Padre Califano, lo ha letto Gianni Capotorto. «La testimonianza del martirio ha accompagnato fin dalle origini la storia dell’Ordine francescano» ha fatto sapere Padre Gangiuseppe Califano. «Anche la memoria di Padre Francesco Paolo Divittorio e dei suoi compagni martiri in Armenia -ha aggiunto il postulatorie- è restata in benedizione tra i confratelli di Terra Santa e nelle loro Chiese di origine, ed è continuamente rinnovata con opportune iniziative. Essa attesta un aspetto particolare del cruento martirio che la Chiesa ha sofferto nel XX secolo, che è stato opportunamente valorizzato grazie al pontificato di San Giovanni Paolo II. Lo studio della Cause di martirio, infatti non solo mira alla Beatificazione dei testimoni della fede, ma consente di non perdere la loro memoria, anzi recuperarla ed approfondirla. Se trasmessa di generazione in generazione la memoria dei martiri potrà far germinare un profondo rinnovamento cristiano». Il postulatore generale ha concluso il suo saluto auspicando «che così possa avvenire anche per il martire francescano P. Francesco Paolo Divittorio e dei suoi compagni in Armenia, attraverso l’interesse e l’impegno di tutte le parti coinvolte a promuovere e sostenere l’auspicata Causa di beatificazione».presentaz libro-p f divittorio-2

Il prof. Carlo Coppola ha fatto un intervento molto interessante sul piano della storia politica e religiosa dell’Armenia del Novecento in modo particolare. Ha ricordato che l’Armenia fu, nel 301, il primo paese a riconoscere il cristianesimo come religione di Stato. Ha parlato del poeta armeno Hrand Nazariantz, ha ricordato che gli ultimi anni della sua vita Nazariantz li ha trascorsi nella terra di Bari, precisamente a Conversano. Ha ricordato anche l’amicizia che il poeta armeno ha avuto con Alfredo Violante, altro nostro concittadino, giornalista e antifascista, ucciso dai tedeschi nel campo di concentramento di Mauthausen il 24 aprile 1945, proprio il giorno prima della liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

Nel suo intervento conclusivo Don Pasquale ha riferito che la causa di beatificazione dei frati di Armenia in realtà non è mai iniziata, una informazione che ha avuto dallo stesso postulatore generale Padre Califano. Per questo quella sera ha proposto a tutti gli intervenuti «di sottoscrivere in piena libertà la petizione al vescovo di Conversano-Monopoli, Mons Giuseppe Favale, perché si imposti la causa super martyrio secondo le recenti norme del diritto canonico». «Ho fiducia -ha concluso l’autore del libro- in un esito positivo vista la grande attenzione che la Chiesa ha rivolto alle tante vittime della guerra civile spagnola degli anni 1936-1939 delle quali è stato riconosciuto il martirio e sono stati dichiarati beati sacerdoti, religiosi, religiose e laici».

 
Qui sotto il video sulla vita di Padre Francesco Divittorio
proiettato la sera della presentazione del libro

 

 

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