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Una poesia sull'acinino "di tanti anni fa" scritta da Peppino Carbonara

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acinino


"Egr Direttore, vorrei dedicare questa mia poesia di tanti anni fa [1976], a tutti quei giovani volenterosi che in questo periodo, come noi a suo tempo, si recano in campagna per il lavoro stagionale dell'acinino", così ci ha scritto Peppino Carbonara. La poesia sull'acinino che ci ha inviato, "tradotta" in italiano dal dialetto, ha partecitao al primo concorso di poesia in dialetto della "Città di Rutigliano", che si è tenuto nel 1976.




LA GENTE DELL'ACININO


La notte è fatta per dormire... si dice
ma non per questa gente che nel cuore della notte riempie
come se fosse una fiera
le strade silenziose di questo paese.
È la gente dell'acinino
pronta all'appuntamento con la sua Regina.
A gruppi, a gruppi aspettano, chi vicino al monumento,
chi vicino alla Chiesa dell'Addolorata, chi vicino alla fontana di sopra " i S'rroun ",
ma all'ora precisa non aspettano più nessuno
e partono ognuno per il fondo del padrone.
È un'aria di festa, non di fatica, ci stanno tutti e guai a quello che si è tirato indietro!
Il ragazzo studente, freddoloso e assonnacchiato,
il giovanotto beat con lo stereo e le cassette,
la ragazza verginella con gli occhi innamorati
e la mente al suo corredo.
È gente giovane è gente svelta come le loro dita sul grappolo acerbo!
Non si è tirata indietro né è andata al mare.
La terra è di tutti... non
il sudore che è stato gettato sopra.

Peppino Carbonara

 

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