Per la nostra casa comune, Cura e preghiera
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- Pubblicato Giovedì, 21 Maggio 2020 10:00
- Scritto da Sac. Pasquale Pirulli
Sac. Pasquale Pirulli
Domenica prossima 24 maggio, a cura del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, c’è l’invito ad una preghiera speciale perché tutti gli uomini di buona volontà abbiano cura di nostra madre terra!
Cinque anni fa il papa Francesco, ispirato dal santo di Assisi Francesco, fratello universale, firmava la enciclica “Laudato si’ sulla cura della casa comune” con la finalità di sensibilizzare tutti a praticare una ecologia integrale.
Una riflessione gioiosa, perché soffusa di poesia francescana nella contemplazione del creato, e insieme drammatica, perché sono grandi i danni arrecati alla casa comune dall’inquinamento, dallo sfruttamento delle risorse naturali.
In questa settimana (17-24 maggio) è in corso una “Speciale Settimana” di commemorazione del quinto anniversario dello storico documento. Del resto anche il recente sinodo dei vescovi dedicato alla regione dell’Amazzonia ha riletto la situazione ecologica e sociale alla luce della enciclica di papa Francesco.
Proprio con la preghiera di domenica prossima avrà inizio un Anno Speciale (2020-2021) dedicato alla enciclica “Laudato si’” per un impegno comune verso la “sostenibilità totale” della vita del nostro pianeta. Il papa, sulle orme di San Francesco d’Assisi, propone un’ecologia integrale che sintetizza la preoccupazione per le condizioni dell’ambiente, la giustizia per i poveri e una cura verso la terra di una società più responsabile e meno predona nei confronti delle ricchezze naturali. Si auspica una “conversione ecologica” che contrasti i danni provocati dall’inquinamento, dai cambiamenti climatici, dalle scomparsa delle biodiversità e dalla cultura dell’usa e getta. Il papa denuncia la “cultura dello scarto” che porta a sfruttare i bambini, a ridurre gli uomini in schiavitù, ad abbandonare gli anziani. A riparare questa drammatica situazione si deve avviare una “rivoluzione culturale” che ponga al primo posto il valore e la difesa della vita umana perché l’uomo con il suo lavoro realizza la bellezza del creato. Spetta alla politica contrastare la logica del profitto immediato e della corruzione. La politica economica deve coniugarsi alle esigenze della morale, che deve rispettare l’uomo e la sua casa. A ciò bisogna aggiungere una educazione ecologica che si esprime in gesti quotidiani: la raccolta differenziata, non sprecare acqua e cibo, spegnere le luci inutili, ecc. Si tratta di educarsi ad una responsabilità verso gli altri uomini e verso il mondo che è la nostra casa comune. Nello spirito francescano del cantico delle creature siamo invitati a curare il creato per salvare la bellezza di Dio.
Il P. Joshtrom Kureetham, coordinatore del settore Ecologia del dicastero pontificio, spiega le iniziative di questo Anno per la Cura del Creato:
«Possiamo dividerlo in tre tappe. Anzitutto c’è la Settimana Laudato si’ ,che va dal 16 al 24 maggio, che in qualche modo lancia questo anniversario speciale. Ci sono diverse iniziative. Ci ha colpito anche il fatto che c’è tanta partecipazione: centinaia di organizzazioni, migliaia di persone, anche con tantissimi eventi.
Già il 24 maggio abbiamo proposto una Preghiera da recitare in tutto il mondo a mezzogiorno. Poi arriva il Tempo del Creato, dal primo settembre al 4 ottobre, e poi verso metà giugno pensiamo di avere un webinar. Sempre a giugno dovrebbe uscire anche un testo inter-dicasteriale e poi ad ottobre organizzeremo questo incontro molto atteso sull’alleanza educativa che è stato posticipato. A novembre ancora un appuntamento molto importante, a che questo posticipato, Economy of Francesco. Il culmine sarà verso maggio dell’anno prossimo quando avremo una Conferenza internazionale . Nell’anno di questo anniversario lanceremo tantissimi altri progetti: c’è la cappella Laudato si’ che è quasi pronta qui a Roma e poi girerà il mondo. Abbiamo pensato a premi Laudato si’ per riconoscere l’impegno delle persone a favore di questa educazione alla ecologia integrale».
In conclusione al centro dell’ecologia integrale c’è l’uomo e la pandemia del Covid 19 ha richiamato gli uomini ad una comune responsabilità che si deve confrontare con tutte le crisi e i traguardi si raggiungono soltanto «camminando insieme e facendosi carico delle persone più vulnerabili».