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Le cartellate. Curiosità sul dolce tipico del nostro Natale

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cartellate-origini


di Teresa Gallone

Che siano al vincotto, al miele o semplicemente rubate dal piatto appena fritte, le cartellate non possono mancare sulla nostra tavola natalizia.
Ma quale origine hanno le cartellate? Perchè si chiamano così? Sono nostra invenzione o sono un’importazione? Cerchiamo di scoprirlo.

Un po’ di etimologia
L’origine della parola “cartellata” è incerta e le ipotesi avanzate sono due. Il nome potrebbe derivare da “incartellate”, aggettivo che nella varietà regionale significherebbe “accartocciate”. Un’altra ipotesi ci porta al greco antico e più precisamente alla parola κάρταλλος (kàrtallos), cioè “cestino”.

Quando e come sono nate le cartellate
I baresi ne rivendicano l’invenzione e l’archeologia dimostrerebbe la presenza del dolce nel nostro territorio qualche secolo prima di Cristo. Nei pressi cartellate-origini-1di Bari è stata rinvenuta una pittura rupestre che raffigurava un dolce molto simile alle nostre cartellate.
Il dolce quindi potrebbe essere di origine greca o una modificazione originale barese di una pietanza della Grecia. Questo non è dato saperlo con certezza.
La storia comprovata ci suggerisce che le cartellate siano molto simili ai dolci (“lanxsatura”) che venivano preparati e offerti alla dea delle messi Demetra.
Con l’avvento del Cristianesimo, le cartellate diventano offerta votiva alla Vergine, sempre per propiziare i raccolti. Altre tradizioni vogliono le cartellate come simbolo dell’aureola di Gesù o delle fasce in cui venne avvolto dopo la sua nascita.

La variante greca
Le cartellate avrebbero un legame con la Grecia, che sia di importazione, di modificazione o di originale ispirazione. Questo non è dato saperlo con certezza. Di sicuro in Grecia e sull’isola di Creta ci sono dolci molto simili alle cartellate baresi, gli xirotigani (o xerotigana). Si tratta di cestini di pasta tirata, arrotolata e fritta e guarnita con sciroppo di miele e cannella.

Il successo e l’esportazione
Le cartellate ebbero un enorme successo nel corso dei secoli. La tradizione vuole che furono esportate da Bona Sforza, figlia di Isabella d’Aragona, Duchessa di Bari e sposa di Sigismondo di Polonia. I nostri dolci figurano nel menù del suo banchetto nuziale sotto la voce di “nevole” o “nuvole”, associate all’ippocrasso, un vino dolce. Durante la sua permanenza in Polonia, Bona Sforza portò e radicò con sé la tradizione delle cartellate.
Quanche anno prima invece si fa menzione del nostro dolce nel menù del banchetto nuziale di Costanzo Sforza e Camilla d’Aragona (1475) e nella cena indetta dal Cardinale Ascanio Sforza per Ferrandino, principe di Capua (1492). Secondo le fonti entrambe le cene si chiusero con “nevole” e ippocrasso “in abundantia”.

 

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