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Venezia, persa una parte del patrimonio della celebre libreria Acqua Alta

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Acqua alta a Venezia, ingenti i danni


di Teresa Gallone

Un’acqua alta così non si era più vista dalla storica alluvione del 1966, disastro che piegò la città di Venezia sotto 194 cm di marea. Corroborata da un tempo poco clemente, la marea è salita a livelli preoccupanti, accumulandosi con la precedente, in un effetto a catena devastante.

Con un picco di 187 cm, l’inondazione dei giorni scorsi ha messo in ginocchio il capoluogo veneto provocando danni per milioni di euro e una vittimvenezia-acqua-alta-2019-1a, un uomo di settant’anni rimasto fulminato mentre cercava di staccare la corrente nella sua abitazione a Pellestrina.
Oltre ai disagi, il preoccupante livello dell’acqua ha intaccato una buona fetta del patrimonio storico artistico di Venezia. Prima vittima fra tutte la Cripta della Basilica di San Marco, quasi completamente inondata.

Ironia della sorte, altra celebre vittima della marea degli ultimi giorni è la celebre Libreria Acqua Alta. Nata nel 2004 dalla straordinaria idea di Luigi Frizzo, la Libreria viene pensata e allestita per proteggere i libri dalla consueta marea veneziana e negli ultimi quindici anni è diventata simbolo acclarato della città.

Infatti ciò che subito salta all’occhio in Calle Lunga Santa Maria Formosa è la grande gondola all’ingresso, contenitore letterale e simbolico di parte del patrimonio della libreria. Proteggono i libri dall’acqua alta anche una barca e una vecchia vasca da bagno, completamente ricolme e circondate da enciclopedie imponenti, desuete e usate come gradini. Un insieme che in condizioni ordinarie di solito funziona: quando la marea tocca i 110 cm, i libri non vengono intaccati e i lettori non si scoraggiano.

Nessun escamotage però ha potuto fronteggiare la mareggiata che si è abbattuta sulla città negli ultimi giorni e parte del patrimonio della Libreria è andato perduto. Il danno ammonterebbe a centinaia di libri irrimediabilmente danneggiati dall’acqua, perdita che si aggiunge alle altre subite dalla città ancora in ginocchio.
Accorso sul posto, il premier Giuseppe Conte si sbilancia su un punto parecchio dolente, protagonista della cronaca politica degli ultimi anni: il Mose. Il Modulo Sperimentale Elettromeccanico è ancora in via di completamento e dovrebbe isolare la laguna veneziana dal mare in caso di acqua alta.

La realizzazione avviata nel 2003 è balzata agli onori della cronaca dieci anni dopo a seguito di un’inchiesta anticorruzione della magistratura, evolutasi in 35 arresti e 100 indagati per tangenti, false fatturazioni e creazioni di fondi neri. Data la gravità degli ultimi eventi, il Presidente del Consiglio ha risposto agli appelli del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, sottolineando la necessità di completare l’opera entro la primavera 2021. La questione verrà affrontata in Consiglio dei Ministri nella tarda mattinata di giovedì 14 novembre.

Foto in slide tratte da www.today.it
Foti nell'articolo tratta da www.italian.hostelworld.com

 

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