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Alla ven. Maria Pia della Croce Notari

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Sac. Pasquale Pirulli
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Sono quasi quattro anni da quando ho interrotto per raggiunti limiti di età il servizio di parroco presso la comunità di San Domenico in Rutigliano e con il permesso del vescovo della diocesi di  Conversano-Monopoli sono addetto quale cappellano alla chiesa di Santa Chiara che tu conosci molto bene sia perché te ne parlava mons. Pasquale Antonelli nei vostri incontri romani presso il card. Casimiro Gennari, protettore del tuo nascente istituto SCAE, sia perché dal 3 gennaio 1910 hai avviato la vita della quinta comunità delle tue religiose accolte con entusiasmo dai fedeli di Rutigliano.

Non ti nascondo che ancora il tuo spirito fortemente attratto dalle sofferenze di Gesù Crocifisso e dalla testimonianza di amore dell’Eucaristia lo avverto presente ogni qualvolta celebro la Santa Messa e alzo gli occhi verso le alte grate che corrono lungo la navata della chiesa, recuperata attraverso l’impegno del canonico D. Pietro Losito (1835-1889). Mi potresti ricordare l’avventura della fondazione di questa casa con la presenza delle sei monache clarisse ancora superstiti che accettano di vivere in comunione con le tue giovani suore affidate alla guida materna delicata e ferma di Sr. Maria Veronica del Sacro Volto Peschechera, una delle tue prime compagne e che poi ti sostituirà nella guida della tua congregazione.

Sei stata tu a raccogliere nella Autobiografia i ricordi della tua vicenda umana e religiosa. Tra i tuoi biografi oltre alle particolari opere biografiche di P. Luigi M. Fontana, barnabita, “Rose e Spine” con la affettuosa prefazione del beato Bartolo Longo, di P. Filippo Fabbricatore “Vita Intima…” bisogna ricordare Mons. Pasquale Antonelli il quale nel 1924 stampa presso De Robertis di Putignano i suoi schematici appunti biografici. Del resto sul mio tavolo è presente la poderosa Positio della tua Causa di Beatificazione e di Canonizzazione redatta con acribia dal postulatore Mons. Nunzio D’Elia che è stata approvata dalla Congregazione delle Cause dei Santi che ha riconosciuto l’esercizio eroico delle virtù e ti ha attribuito il titolo di Venerabile. Altri opuscoli sono quelli di P. Antonio Di Monda “Una donna tra la Croce e l’Altare (Sr Maria Pia della Croce)e di Massimiliano Taroni Beh! Non ti puoi lamentare se sei ormai sulla scia della tua figlia prediletta Sr. Maria della Passione Tarallo di cui la Chiesa ha riconosciuto ufficialmente la santità dichiarandola beata.  Una madre gode sempre del successo dei propri figli: è l’intuizione del guerriero Ettore che abbraccia il proprio figlio Astianatte alle porte Scee della città di Troia!

Del resto questa lettera viene alla fine di un lungo dialogo che si è svolto in due tappe.
La prima è stata quella della redazione di una volume dal titolo “La Venerabile Madre Pia della Croce Notari – Fondatrice della Congregazione delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia” edita da Fides Edizioni di Bari e la seconda è la compilazione di un volumetto dal titolo “Grano e uva” che raccoglie i fioretti della tua vita ancora allo stato di file nel computer di casa.

Alcuni tratti essenziali della tua biografia li potresti raccontare forse in linguaggio più moderno e con la serenità di cui godi nel cielo e cioè senza quella acrimonia di bambina mal accolta che ti ritrovavi sia nei diversi educandati in cui si è svolta la tua educazione umana, culturale e religiosa sia nel ripensamento che ne facevi da donna maturata dalle dolorose esperienze della vita. Mi dirai della tua nascita in quel di Capriglia nella casa di Benedetto Notari e di Vincenza Calvanese avvenuta il 2 dicembre 1847. Beh!, non ti mancano gli agi di una famiglia benestante anche se avvertirai sempre il freddo derivante da una mancanza di amore quale tu richiedevi come bambina adolescente particolarmente sensibile.
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Non hai tanto protestato quando sei stata mandata a Napoli nella casa del severo zio Nicola Notari il quale provvede ai tuoi bisogni attraverso una governante molto arcigna. Forse trascorri un periodo relativamente sereno nel terzo educandato borbonico, ma pur essendo dotata di buone doti intellettuali avverti fin da piccola il richiamo della religione. A ciò concorre anche la tua sosta abbastanza lunga che coincide con il periodo della tua adolescenza e della tua giovinezza presso le suore visitandine di Donnalbina. I diversi avvenimenti politici delle rivoluzioni e della caduta del regno di Napoli nel 1860 ti costringono a peregrinare dal collegio alla casa di Capriglia e poi ancora a Napoli. Non ti mancano i consigli di sacerdoti sapienti che ti avviano ad una spiritualità sempre più matura e tra questi non puoi dimenticare il P: Palladino gesuita del Gesù Nuovo e il buon D. Salvatore Barbara. Decisamente vuoi realizzare la tua vita di consacrata allo sposo Gesù e vivi la esperienza della “monaca di casa” pur ostacolata dai tuoi familiari che a mala pena rinunciano al progetto di un tuo matrimonio. La forzata convivenza nella casa dello zio Nicola sarà segnata da un episodio non molto positivo ma tu avrai la forza di perdonare e subito dopo aver fatto la tua consacrazione pubblica come religiosa andrai a trovarlo e far sì che il suo decesso sia quanto mai sereno.

Singolare e quanto mai gratificante per te risulta l’amicizia con Santa Caterina Volpicelli e la frequenza del suo cenacolo di spiritualità che poi sarà la prima casa delle Religiose Ancelle del Sacro Cuore di Gesù. Sarà la sua segnalazione a convincere il card. Guglielmo Sanfelice ad affidarti il recupero dell’orfanotrofio Verolino di Barra. Proprio da questo comune della periferia di Napoli più tardi avrai il grande dono della giovane  Maria Grazia Tarallo nata il 23 settembre 1866 che il 1° giugno 1891 accoglierai tra le tue religiose e che dopo una vita esemplare di preghiera di umile e generoso servizio e di doni mistici chiuderà gli occhi alla vita terrena il 27 luglio 1912 per aprirli alla contemplazione dello sposo celeste e che la Chiesa il 14 maggio 2006 ascriverà nell’elenco dei beati. Gli inizi sono sempre faticosi e ti ritrovi con le altre due compagne Adelina Bagaglio e Grazia Sarno nell’appartamento di  Vico Maiorani 19 ad avviare la vita della congregazione da te sognata.

Inizialmente anche sul piano spirituale avverti il fascino della spiritualità dell’Ordine dei Servi di Maria Addolorata e intendi qualificare il tuo istituto come una comunità di terziarie servite, che si richiama a Santa Giuliana Falconieri, ma poi l‘identità si specificherà meglio anche con la guida del cardinale arcivescovo e i consigli del tuo confessore D. Salvatore Barbara. Saranno soltanto le Suore Crocifisse Adoratrici di Gesù Sacramentato. Saranno vergini consacrate con i tre voti perpetui di castità povertà e obbedienza che si impegnano nella preghiera  quotidiana (recita del divino ufficio, dell’ufficio della beata Vergine Maria) e nell’adorazione perpetua dell’Eucaristia. Le alterne vicende porteranno la comunità a sostare per qualche anno nella zona di Cupa di San Cristoforo a Portici e poi con tuoi grandi sacrifici il 20 aprile  1891 a raggiungere la prima casa quella di via San Giorgio Vecchio a San Giorgio a Cremano. Sarà lo stesso cardinale arcivescovo a porre il 1° luglio 1891 la prima pietra della chiesa e a benedire l’edificio sacro. Egli ti costringerà ad un lungo via vai per il primo riconoscimento canonico della tua fondazione e ti imporrà di scrivere in venti giorni la regola che tu farai con le lunghe soste ai piedi di Gesù Eucaristia.
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In un primo momento le religiose si impegnano nell’assistenza ed educazione di orfanelle e così avvii le case di Castel San Giorgio e di San Clemente di Nocera. In un secondo momento avverti la necessità che esplichino la loro spiritualità eucaristica non solo nell’adorazione ma anche nella confezione di materia sicura per l’Eucaristia e così a San Giorgio a Cremano avvii l’attività dell’officina eucaristica. Sarà ancora questa attività dall’aspetto “industriale” a scatenare una fiera opposizione anche di ambienti ecclesiastici che ritarderanno il riconoscimento da parte della S. Sede. Sarà l’opera paziente del card. Casimiro Gennari, cui l’istituto si era affidato come protettore, con la collaborazione del segretario Mons. Pasquale Antonelli di Rutigliano, a smontare le calunnie e così il 3 maggio 1902 il papa Leone XIII dà il suo assenso alla pubblicazione del decreto di approvazione da parte della sacra Congregazione dei Religiosi che porta la data del 6 maggio 1902.
Qualche tempo dopo il 7 settembre 1902 si svolge il primo Capitolo Generale nella casa di San Giorgio a Cremano e tu sei eletta Superiora Generale. Da qui lo sviluppo della Congregazione con l’apertura delle case di Gaeta, di Rutigliano, di Putignano e di Conversano. Accanto alle officine eucaristiche si avvia anche una significativa attività apostolica qualificata come “scuola” che si articola in educandati per le ragazze e scuole di ricamo e anche di musica e di lingua francese. Questa attività apostolica di grande incidenza sociale tu la difendi con vivacità nella corrispondenza con l’arciprete di Rutigliano Mons. Nicola Maria Antonelli il quale d’intesa con il vescovo di Conversano Mons. Antonio Lamberti aveva riscattato il vasto monastero delle clarisse, incamerato dallo stato per le leggi di soppressione degli istituti religiosi considerati “mano morta”.

Al prelato di Rutigliano tu hai detto con decisione: “Ho pregato e so che è volontà di Dio che si metta la scuola!”. Sono particolarmente commosso nel conoscere la tua cordiale amicizia con il beato Bartolo Longo ( Latiano10 febbraio 1841- Pompei 3 ottobre 1926), il fondatore del Santuario della Beata Vergine del Rosario, cui sono annesse grandi opere assistenziali per l’educazione della gioventù guidate anche dai Fratelli delle Scuole Cristiane. Dopo l’Istituto per i figli dei carcerati il santo avvocato sognava l’apertura di un altro per le figlie dei carcerati e la realizzazione si presentava particolarmente difficile per tanti ostacoli. Tu con generosità gli offri la tua proprietà di Capriglia e metti a disposizione le tue religiose. Più tardi si realizzerà la fondazione e sarà affidata alle suore domenicane. Parlo di questo perché quando sono stato cappellano della carceri di Turi ho avuto rapporti con la direzione di queste opere per seguire l’educazione di alcuni figlioli dei reclusi.
    Sei instancabile nel seguire le vicende delle case del tuo istituto con una diligente e provvidente cura materna non soltanto nei confronti delle religiose ma anche nei confronti degli immobili e delle diverse attività che guidi con una accorta politica manageriale. Mi riferisco ai contatti con le autorità religiose e civili per assicurare una vita sicura alle comunità e anche all’amministrazione dei beni che le religiose mettono in comune. Sei sempre disponibile ad accogliere le postulanti che intuisci motivate sul piano religioso e le accogli anche quando sono in condizioni di povertà.
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Devi affrontare i disagi del terremoto di Reggio e Messina e tu sei generosamente ospitale verso famiglie costrette a lasciare le loro case. Le accogli nella tua casa di San Giorgio a Cremano e provvedi alla loro sicurezza. Sarai felice quando alcune ragazze alle quali tu hai assicurato educazione e protezione chiederanno di entrare come religiose nel tuo istituto. Lo scoppio della prima guerra mondiale mette a repentaglio la sicurezza delle case religiose e tu momentaneamente devi accettare la chiusura della casa di Salerno, requisita per essere adibita ad  ospedale militare.
Pur nel gravoso impegno di direzione non trascuri assolutamente la tua vita spirituale che si articola nella volontaria immolazione quale crocifissa per la salvezza delle anime e in estatica adorazione dell’Eucaristia. Ti sostiene la tua filiale devozione alla Madonna Addolorata della quale farai memoria con la dedicazione di una cappella ai sette santi fondatori nella chiesa di San Giorgio a Cremano.
Hai la gioia di avvicinare diversi pontefici tra i quali ricordo Leone XIII San Pio X e Benedetto XV, ai quali hai la gioia di offrire le ostie per la celebrazione della Santa Messa che sono veramente “il frutto del vostro lavoro” duro e silenzioso anche se intervallato dall’adorazione eucaristica e dalla preghiera che si svolge anche di notte.

Sono rimasto meravigliato leggendo l’iter del tuo processo istruito subito dopo la tua morte avvenuta il 1° luglio 1919, nella casa di S. Giorgio a Cremano di quanto tu racconti nella tua Autobiografia delle tante lotte che hai affrontato con il diavolo. So che su questo argomento si è appuntata la critica del P. Agostino Gemellli ofm che ha creato serie difficoltà che poi hanno portato alla decisione di sospendere il processo. Questo ostacolo è stato poi superato dal sapiente intervento del P. Réginald Marie Garrigou-Lagrange il quale ha dato una spiegazione accettabile delle tue perplessità spirituali. Così appena nell’anno 2016 con il decreto del prefetto della Congregazione delle cause dei Santi card. Angelo Amato approvato dal papa Francesco ti è stato riconosciuto l’esercizio eroico delle virtù cristiane teologali (fede, speranza, carità) e delle altre (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza, castità) e ti è stato dato il titolo di <<Venerabile>>. Adesso quando si va alla Chiesa, che è annessa alla casa madre del tuo istituto in San Giorgio a Cremano, oltre la sosta dinanzi all’altare maggiore per salutare doverosamente “il Padrone di casa” (Gesù presente sotto i segni del sacramento dell’Eucaristia) si consiglia la sosta dinanzi alle venerate spoglie della tua figlia prediletta la Beata Maria della Passione Tarallo e dinanzi al tuo sepolcro che esprime la gratitudine delle tue religiose.

Per quanto riguarda la casa di Rutigliano, che era il vecchio monastero delle Chiariste, acquistato al prezzo di £ 10.000 dal comune di Rutigliano dall’arciprete Mons. Nicola Maria Antonelli con un contratto di vendita  a trattativa privata stipulato il 12 novembre 1909 dinanzi al segretario Ragioniere Francesco Nacherlilla con l’avv. Vito Colamussi fu Ermenegildo nelle sue vesti di sindaco, e poi offerto alla tua congregazione per i buoni uffici di Mons. Pasquale Antonelli,  piace ripercorrere lo stretto corridoio che porta alla tua cella dove è sistemato un lettuccio semplice su un trabiccolo e poi contemplare qualche tuo indumento (il rosso scapolare) e gli strumenti della tua penitenza (cilicio) e della tua preghiera (la corona del S. Rosario). Sarà poi lo stesso Mons. Pasquale Antonelli a comprare l’immobile annesso alla chiesa di San Cosmo a Conversano (il vecchio convento delle Suore Cappuccinelle) e a offrirlo al tuo istituto per l’apertura di un’altra casa. Beh possiamo dire che la tua comunità nata in quel di Napoli ha trovato un fertile terreno nella Puglia con le tre case di Rutigliano, Conversano e Putignano e tu fra il serio e il faceto chiederai che ci siano sempre più religiose per poter avere anche “grano buono per la farina delle ostie e uva per il vino della santa Messa”. Per la casa di Rutigliano avrai una cura speciale anche perché hai deciso che vi si aprisse il noviziato e l’hai affidata alla guida di Madre Veronica Peschechera che dopo ti sostituirà nell’ufficio di madre generale della congregazione.

Prossimamente il 1° luglio 2019 si commemora il 1° centenario della tua morte che per la chiesa è sempre il “dies natalis” e si conclude il solenne anno giubilare concesso dalla Penitenzieria Apostolica a chi è pellegrino non solo alla tua tomba ma anche alle chiese delle tue religiose. Veramente a Rutigliano abbiamo fatto poco per ricordarti in questa ricorrenza per esprimerti la nostra gratitudine e la nostra devozione. Forse i giovani conoscono soltanto i ritagli delle ostie, confezionate dalle tue religiose e magari alcuni di loro hanno frequentato la scuola primaria che porta oggi il tuo nome. Della tua vita, delle tue opere, delle tue virtù eroiche non sappiamo quasi nulla e a nulla serve avere intitolato una strada al tuo nome. Ti chiediamo di benedire da cielo la nostra città la quale attende che dal cielo ci sia la convalida della tua intercessione con il dono di un miracolo e la chiesa ti dichiarerà “beata”. Sarà sempre manifestazione di amore del buon Gesù che provava compassione delle folle e per le quali moltiplicava i cinque pani e i due pesci. Beh! allora sarà la “festa grande” con la fantasia e l’entusiasmo che solo tu da “napoletana” potrai immaginare e, ci auguriamo, “gradire”!.

 

 

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