Ad Abu Dhabi vola la colomba della fratellanza
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- Pubblicato Mercoledì, 06 Febbraio 2019 10:37
- Scritto da Sac. Pasquale Pirulli
Sac. Pasquale Pirulli
Ecco il saluto di papa Francesco alle autorità degli Emirati Arabi Uniti presso il Founder’s Memorial di Abu Dhabi: “Al Salamò Alaikum! La pace sia con voi”.
Sulle orme di san Francesco d’Assisi nella ricorrenza dell’ottavo centenario del suo incontro con il sultano al-Malik al-Kāmil il papa di Roma in questi giorni (3-5 febbraio 2019) compie il suo primo viaggio apostolico nella penisola arabica. Egli specifica la sua identità: ”venire qui come credente assetato di pace, come fratello che cerca la pace con i fratelli”. Si augura che per salvaguardare la pace tutti i credenti “in nome di Dio, abbiamo bisogno di entrare insieme, come un’unica famiglia, in un’arca che possa solcare i mari in tempesta del mondo: l’arca della fratellanza”.
La volontà di dialogo con l’islam ha suggerito di firmare lo storico documento insieme al Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al Tayyeb dal titolo “Fratellanza umana per la pace e la convivenza comune” che sinteticamente rileggiamo.
Nella prefazione viene affermato l’origine della fratellanza umana nella propria fede religiosa: “La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare. Dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua Misericordia -, il credente è chiamato ad esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere”. Proprio il valore trascendente della fede ha permesso in una atmosfera di fratellanza di condividere i drammatici problemi del mondo contemporaneo: progresso scientifico e tecnico, conquiste terapeutiche, i mass media, le povertà, le guerre, le ingiustizie, la corruzione, le disuguaglianze, il degrado morale, il terrorismo, la discriminazione e l’estremismo. Il documento vuol essere “una dichiarazione comune di buone e leali volontà” per “invitare tutte le persone che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana a lavorare insieme” per costruire “la cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli”.
I due leader della Chiesa cattolica e dell’Al-Azhar si fanno voce di Dio, dell’innocente anima umana, dei poveri, dei miseri, dei bisognosi e degli emarginati, in nome die popoli sofferenti, in nome della fratellanza umana, della liberta, della giustizia e della mis4ricordia, di tutte le persone di buona volontà. Essi si rivolgono “a noi stessi e ai Leader del mondo, agli artefici della politica internazionale dell’economia mondiale” e chiedono a tutti: “di impegnarsi seriamente per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace; di intervenire, quanto prima possibile, per fermare lo spargimento di sangue innocente, e di porre fine alle guerre, ai conflitti, al degrado ambientale e al decluin0o cultura e morale”. C’è l’invito pressante perché “si riscoprano i valori della pace, della giustizia, del bene, della bellezza, della fratellanza umana e della convivenza comune”.
Le cause della crisi del mondo moderno sono individuate: una coscienza umana anestetizzata, l’allontanamento dai valori religiosi, il predominio dell’individualismo e delle filosofie materialistiche. Non si possono nascondere i grandi progressi della scienza, della tecnologia, della medicina e del benessere, ma nello stesso tempo si denuncia il deterioramento dell’etica e l’indebolimento dei valori spirituali e del senso di responsabilità. Le conseguenze sono: una sensazione generale di frustrazione, di solitudine e di disperazione per cui molti avvertono il fascino dell’estremismo ateo e agnostico, oppure dell’integralismo religioso, dell’estremismo e del fondamentalismo. L’estremismo religioso e nazionale e l’intolleranza stanno causando una vera “terza guerra mondiale a pezzi”. Ci sono focolai di tensione causati non solo da crisi politiche ma anche da ingiustizie economiche che generano malati, bisognosi e morti, specialmente di bambini “già ridotti a scheletri umani, a motivo della povertà e della fame”. Su questa drammatica realtà “regna un silenzio internazionale inaccettabile”. Ci si dice preoccupati per la crisi della famiglia che rimane “quale nucleo fondamentale della società e dell’umanità…Attaccare l’istituzione familiare, disprezzandola o dubitando dell’importanza del suo ruolo, rappresenta uno dei mali più pericolosi della nostra epoca”.
Papa Francesco e il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb auspicano “il risveglio del senso religioso” tramite “l’educazione sana e l’adesione ai valori morali e ai giusti insegnamenti religiosi” per sconfiggere tutte “le tendenze individualistiche, egoistiche, conflittuali, il radicalismo e l’estremismo cieco”.
Tutte le religioni del mondo perseguono l’obiettivo di “credere in Dio… che è il Creatore che ci ha plasmati con la sua sapienza divina e ci ha concesso il dono della vita.” Decisa ogni attentato contro la vita: “Un dono che nessuno ha il diritto di togliere, minacciare o manipolare a suo piacimento; anzi, tutti devono preservare tale dono della vita dal suo inizio fino alla sua morte naturale. Perciò condanniamo tutte le pratiche che minacciano la vita come i genocidi, gli atti terroristici, gli spostamenti forzati, il traffico di organi umani, l’aborto e l’eutanasia e le politiche che sostengono tutto questo”.
Una parola chiara nei confronti di tutti quelli che strumentalizzano il sentimento religioso per incitare all’odio e alla guerra: “Altresì dichiariamo – fermamente – che le religioni no incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dell’uso politico delle religioni e anche delle interpretazioni di gruppi di uomini di religione che hanno abusato – in alcune fasi della storia – dell’influenza del sentimento religioso sui cuori degli uomini per portarli a compiere ciò che non ha nulla a vedere con la verità della religione, per realizzare fini politici e economici mondani e miopi.” Si alza la voce per liberare la religione dalla strumentalizzazione politica: “Per questo noi chiediamo a tutti di cessare di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio, alla violenza,, all’estremismo e al fanatismo cieco e di smettere di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo e di oppressione, Lo chiediamo per la nostra fede comune in Dio, che non ha creato gli uomini per essere uccisi o per scontrarsi tra di loro e neppure per essere torturati o umiliati nella loro vista e nella loro esistenza. Infatti Dio, l’Onnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il suo nome venga usato per terrorizzare la gente”.
Il documento comune si sofferma su queste decisive e fondamentali convinzioni:
- I veri insegnamenti delle religioni invitano a restare ancorati ai valori della pace, a sostenere i valori della reciproca conoscenza, della fratellanza umana e della convivenza comune…
- La libertà è un diritto di ogni persona: ciascuno gode della libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione. Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani… Per questo si condanna il fatto di costringere la gente ad aderire ad una certa religione o a una certa cultura, come pure di imporre uno stile di civiltà che gli altri non accettano.
- La giustizia basata sulla misericordia è la via da percorrere per raggiungere una vita dignitosa alla quale ha diritto ogni essere umano.
- Il dialogo, la comprensione, la diffusione della cultura della tolleranza, dell’accettazione dell’altro e della convivenza tra gli esseri umani contribuirebbero notevolmente a ridurre molti problemi economici, sociali, politici e ambientali…
- Il dialogo tra i credenti significa incontrarsi nell’enorme spazio dei valori spirituali, umani e sociali comuni… significa anche evitare le inutili discussioni.
- La protezione dei luoghi di culto – templi, chiese e moschee – è un dovere garantito dalle religioni, dai valori umani, dalle leggi e dalle convenzioni internazionali. Ogni tentativo di attaccare i luoghi di culto o di minacciarli attraverso attentati o esplosioni o demolizioni è una deviazione dagli insegnamenti delle religioni, nonché una chiara violazione del diritto internazionale.
- Il terrorismo esecrabile che minaccia la sicurezza delle persone, sia in Oriente che in Occidente, sia a Nord che a Sud, spargendo panico, terrore e pessimismo non è dovuto alla religione – anche se i terroristi la strumentalizzano – ma è dovuto alle accumulate interpretazioni errate dei testi religiosi, alle politiche di fame, di povertà, di ingiustizia, di oppressione, di arroganza…Occorre condannare un tale terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni.
La Chiesa Cattolica e al-Azhar richiamano il valore della cittadinanza piena che si oppone a quello della minoranza “che porta con sé i semi del sentirsi isolati e inferiori”,. Anche diversità tra Occidente e Oriente si devono comporre nella <<reciprocità>> “affinché entrambi possano arricchirsi a vicenda della civiltà dell0paltro, attraverso lo scambio e il dialogo delle culture”. I firmatari del Documento di Fratellanza insistono sui diritti delle donne e dei bambini:
- È un’indispensabile necessità riconoscere il diritto della donna all’istruzione, al lavoro, all’esercizio dei propri diritti politici. Inoltre, si deve lavorare per liberarla dalle pressioni storiche e sociali contrari ai principi della propria fede e della propria dignità. È necessario proteggerla dallo sfruttamento sessuale e dal trattarla come merce o mezzo di piacere o di guadagno economico. Per questo si devono interrompere tutte le pratiche disumane e i costumi volgari che umiliano la dignità della donna e lavorare per modificare le leggi che impediscono alle donne di godere pienamente dei propri diritti.
- La tutela dei diritti fondamentali dei bambini a crescere in un ambiente familiare, all’alimentazione, all’educazione e all’assistenza è un dovere della famiglia e della società. Tali diritti devono essere garantiti e tutelati, affinché non manchino e non vengano negati a nessun bambino in nessuna parte del mondo. Occorre condannare qualsiasi pratica che violi la dignità dei bambini o i loro diritti. È altresì importante vigilare contro i pericoli a cui essi sono esposti – specialmente nell’ambiente digitale – e considerare crimine il traffico della loro innocenza e qualsiasi violazione della loro infanzia.
Infine ci si augura che la legislazione e le convenzioni internazionali garantiscano la protezione dei diritti degli anziani, dei deboli, dei disabili e degli oppressi che hanno sempre impegnato gli spiriti religiosi.
Al Documento sulla fratellanza sarà data la più ampia diffusione presso le autorità, i leader, tutti gli uomini di religione del mondo, le organizzazioni internazionali e religiose perché i suoi principi di fratellanza e di pace siano tradotti “in politiche, decisioni, testi legislativi, programmi di studio e materiali di comunicazione”.
La conclusione raccoglie le speranze e gli auspici dei due firmatari:
- che questa dichiarazione sia un invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tute le persone di buona volontà;
- sia un appello a ogni coscienza viva che ripudia la violenza aberrante e l’estremismo cieco; appello a chi ama i valori di tolleranza e di fratellanza, promossi e incoraggiati dalla religione;
- sia un testimonianza della grandezza della fede in Dio che unisce i cuori divisi ed eleva l’animo umano;
- sia un simbolo dell’abbraccio tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud e tra tutti coloro che credono che Dio ci abbia creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano”.
Per concludere questa nota riprendiamo il discorso di saluto alle autorità degli Emirati Arabi Uniti. A dare una cornice di poesia oltre al richiamo biblico dell’arca della fratellanza per vivere in pace egli utilizza un’altra immagine ed è quella del deserto che fiorisce. Partendo dalla florida situazione del luogo in cui nel deserto si alzano splendidi grattacieli a dire lo sviluppo economico determinato dalle ricchezze naturali e dal lavoro di tanti uomini , il papa come ha stigmatizzato l’individualismo come nemico della fratellanza così condanna l’indifferenza che desertifica le relazioni umane e impedisce lo sviluppo integrale dell’uomo che è via alla pace.
Foto tratte da w2.vatican.va