Lettera a Gesù bambino per il suo Natale
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- Pubblicato Giovedì, 20 Dicembre 2018 16:42
- Scritto da sac. Pasquale Pirulli
sac. Pasquale Pirulli
Caro Gesù, a distanza di appena un mese dal tuo Natale, 25 novembre, lasciavo il tuo paese dopo aver trascorso una settimana durante la quale insieme ad altri 150 pellegrini della Diocesi di Conversano ho ripercorso le orme della tua vita di bambino, giovane, e adulto, e ritornano alla mente le emozioni suscitate dai luoghi che ti sono stati familiari e che hai frequentato: Nazareth, Cana, Cafarnao, Tagba, Gerico, deserto di Giudea, fiume Giordano, Tabor, Bethlehem, Betfage, Gerusalemme. Questa lettera la vorrei deporre nella grotta di Bethlehem nel commosso ricordo degli indimenticabili momenti trascorsi nella preghiera e nella riflessione la serata del 20 novembre guidati dal nostro vescovo Mons. Giuseppe Favale, che abbiamo raggiunto percorrendo i passi che i frati francescani della Custodia di Terra Santa percorrono dal lontano 1347 dal loro convento (Casa Nova- Basilica di Santa Caterina) alla grotta che conserva la memoria della tua nascita (altare) e il tuo riposo nella mangiatoia.
Certamente la Bethlehem che accolse la tua famiglia, che vi si trasferiva dalla sconosciuta Nazareth di Galilea, era molto diversa da quella che ho rivisto per la terza volta, perché già vi ero stato nel settembre 1993 e poi ancora dieci anni fa nel 2008. Allora era la città si fregiava del titolo di città regale per aver dato i natali al re David che poi chiuderà la sua vicenda nella capitale che si era conquistato Gerusalemme e che etimologicamente significa: “Il Signore ti dia pace!”. Vi accorrevano molti per ottemperare al censimento indetto dal prefetto di Roma Quirinio forse nell’anno 9 a.C. e che si realizza ancora nell’anno 6/7 a. C. in cui si deve fissare la tua nascita.
L’amico prof. Michele Loconsole nel suo saggio <<Quando è nato Gesù?>> (ed. San Paolo 2011) la cercato con acribia di risolvere i diversi problemi della cronologia dei tuoi inizi fissando la data del servizio sacerdotale di Zaccaria al tempio di Gerusalemme, secondo il calendario della classe di Abia (Lc 1,5) verso il 24 settembre e dicendosi favorevole al 24 giugno come memoria liturgica del Precursore e quindi arrivando al 25 dicembre come data della tua nascita.
Il pontefice emerito Benedetto XVI, nel volume dedicato alla tua infanzia (Joseph Ratzinger Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù, Rizzoli – Libreria Editrice Vaticana 2012), ipotizza che il censimento di Quirinio avviato nel 9 a.C. si svolge con molta lentezza in due tempi: prima con il rilevamento delle proprietà terriere e poi con la determinazione delle tasse. Sarà il carattere vessatorio dello stesso a scatenare nel 6 a. C. la rivolta di Giuda il Galileo registrata da Giuseppe Flavio e ricordata anche negli Atti degli Apostoli (At 5, 37). Saranno forse state le proprietà terriere appartenute a Giuseppe, “della casa di Davide”, a costringere i due coniugi ad affrontare il viaggio verso Bethlelem per ottemperare al decreto del censimento. E poi non bisogna dimenticare che Erode il Grande muore, stando alla ricostruzione dello storico Giuseppe Flavio, nell’anno 4 a.C. e quando decreta la strage degli innocenti si regola “secondo il tempo” della tua nascita conosciuto dai magi e vuole colpire i bambini dai due anni in giù.
Adesso la città di Bethlehem vive le sue difficoltà legate alla situazione politica del popolo palestinese che cerca di trovare una via di sopravvivenza confrontandosi con lo stato di Israele. Sì, c’è il turismo religioso che porta qualche beneficio ma si avverte la miseria e la gente si arrabatta a sbarcare il lunario con un artigianato religioso (presepi, rosari, ecc.) e i cristiani sono anche la minoranza. Questi sono i problemi del tuo popolo che hai amato e tra le cui case hai mosso i primi passi e che noi abbiamo avvertito nella nostra permanenza sia pure di pochi giorni.
Non dobbiamo dimenticare che più tardi alla grotta arrivano non solo i pastori a offrirti l’omaggio della loro fede semplice sollecitati dagli angeli. La culla che ti accoglie è la mangiatoia e sarà più tardi richiamo ad una umiltà fragilità e alla protezione di Maria e di Giuseppe. Arriveranno anche i magi dall’Oriente, che hanno già interpretato il fenomeno stellare della congiunzione dei pianeti Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci sulla torre di osservazione astronomica di Sippar (vicino alla città di Bagdad). Il loro arrivo e la loro ricerca getteranno nello sgomento il re Erode e gli abitanti di Gerusalemme. La loro visita nella casa con l’offerta di oro, incenso e mirra, doni più tardi interpretati misticamente come riconoscimento della divinità, della regalità e della umanità, saranno stati utili per affrontare le incertezze della fuga in Egitto. Anche in questa dolorosa esperienza familiare viene sottolineata la tua “normalità” che ti fa fratello di tutti gli uomini che lottano per la sicurezza, la libertà e la pace.
Quindi in questo Natale vorrei richiamare l’attenzione non solo sulla città di Bethlehem, che adesso sfolgora di luci natalizie e risuona di canti, ma anche sullo stato della basilica della Natività in cui ancora si avvertono le difficoltà di un dialogo tra cristiani divisi in ortodossi, cattolici, armeni, copti che si contendono gli spazi religiosi e litigano per l’orario dello svolgimento dei riti. Non si possono dimenticare le difficoltà della popolazione che è stretta dalla potenza economica e militare di Israele che ha creato un muro di divisione che emargina i poveri e tra questi i cristiani sui quali aleggia lo spettro del numero esiguo.
Vorrei che dalla tua grotta di Bethlehem, circondata dalla grandiosa basilica costruita dall’imperatore Giustiniano nel sec. VI sui resti di quella elevata dall’imperatore Costantino e da sua madre Elena dopo l’anno 325, e nella quale si entra attraverso una bassa porta a difesa della sacralità del luogo, nel passato fatto segno di violenze sacrileghe (persiani, arabi), in questo periodo natalizio giungesse con il ricordo dell’annunzio degli angeli ai pastori un invito a tutti gli uomini a recuperare il senso della vita, specialmente quella dei bambini, la sicurezza della famiglia, vera cellula originaria dell’intera società umana, della pace e della giustizia per tutti i popoli. In fin dei conti la tua nascita dice ancora che “Dio non si è dimenticato degli uomini” ai quali ha fatto dono del suo Figlio e anche perché “quando nasce un bambino è sempre Natale nel mondo! Le sue mani si aprono in pace!”.