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Invito al libro “La saggezza del tempo”

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sac. Pasquale Pirulli 
don pasquale foto
Durante il sinodo dedicato ai giovani (3-28 ottobre) viene dato alle stampe da Marsilio un nuovo libro curato da P. Antonio Spadaro S. J, direttore della storica rivista “La Civiltà Cattolica”. Il libro ha il titolo “FRANCESCO: La saggezza del tempo. In  dialogo con Papa Francesco sulle grandi questioni della vita” e si sofferma, secondo una felice intuizione dello stesso pontefice,  sul dialogo intergenerazionale tra anziani e giovani.  
Egli è stato sempre affascinato dal versetto del profeta Gioele che auspica il tempo felice in cui  “i vostri vecchi  avranno sogni, i vostri giovani vedranno visioni” (Gl 3,1) e lamenta che la nostra società non ascolta più la “voce dei nonni” e non offre loro “lo spazio per raccontarci le loro esperienze”. Il curatore si è impegnato a raccogliere le testimonianze e le foto di 250 interviste fatte agli anziani di più di 30 paesi.

Papa Francesco lamenta una sistematica emarginazione degli anziani “Li abbiamo messi da parte e abbiamo perduto il bene della loro saggezza. Vogliamo rimuovere la nostra paura della debolezza e delle vulnerabilità, ma così facendo aumentiamo0 negli anziani l’angoscia di esser mal sopportati e abbandonati. Invece dobbiamo risvegliare il senso civile di gratitudine, di apprezzamento, di ospitalità, capace di far sentire l’anziano parte viva della sua comunità”. Molte volte sono anche gli anziani che si chiudono a riccio e così mancano di realizzare la loro  preziosa missione sociale: “Come è brutto il cinismo di un anziano che ha perso il senso della sua testimonianza, che disprezza i giovani, che si lamenta sempre… E’ bello l’incoraggiamento che l’anziano riesce a comunicare a una ragazza o un ragazzo in cerca del senso della vita. E’ questa la missione dei nonni”.

Egli non può fare a meno di ricordare la sua nonna Rosa che fu per lui “maestra di fede”: “le parole dei nonni hanno qualcosa di speciale per i giovani. Anche la fede si trasmette così, attraverso la testimonianza degli anziani che ne hanno fatto il lievito della loro vita. Io lo so per esperienza personale. Ancora oggi porto sempre con me, nel breviario, le parole che mia nonna Rosa mi consegnò per iscritto il giorno della mia ordinazione sacerdotale; le leggo spesso e mi fa bene”.

Papa Francesco avverte come sua missione di dire chiaramente che per il bene della società e della Chiesa “ci sia un’alleanza tra giovani e anziani”. Rifacendosi al già citato versetto del profeta Gioele (£, 1) egli apre la prospettiva di speranza per il futuro del mondo: “Solamente se i nostri nonni avranno il coraggio di sognare e i nostri giovani di profetizzare grandi cose, la nostra società andrà avanti. Se vogliamo <<visioni>> per il futuro, lasciamo che i nostri nonni ci raccontino, che condividano i loro sogni. Abbiamo bisogno di nonni sognatori! Sono loro che potranno ispirare i giovani a correre avanti con la creatività della profezia. Oggi i giovani necessitano dei sogni degli anziani per avere speranza, per avere un domani”.
Egli nella prefazione al libro richiama l’incontro tra gli anziani Simeone e Anna con  il bambino Gesù che i suoi genitori Giuseppe e Maria la-saggezza-del-tempo-1presentano al tempio. L’incontro dà loro la forza di “balzare in piedi” e di dare “una testimonianza” che spalanca le attese della missione di Gesù per il regno di Dio. Papa Francesco auspica che ci sia sempre questo incontro: “La mancanza di nonni capaci di essere come Simeone e Anna, invece, non permette alle giovani generazioni di avere visioni. E così rimangono ferme. Senza i sogni degli anziani i progetti dei giovani non hanno radici né saggezza, oggi più che mai, quando il futuro genera ansia, insicurezza, sfiducia, paura. Solo la testimonianza degli anziani li aiuterà ad alzare lo sguardo verso l’orizzonte e verso l’alto, per scorgere le stelle. Già soltanto sapere che è stato possibile lottare per qualcosa per cui valeva la pena, aiuterà i giovani ad affrontare il futuro”.

Cosa possono fare gli anziani per i giovani? Essi sono “i memoriosi della storia” e hanno il duplice compito di “esser il santuario della preghiera che sostiene i giovani della comunità che lavora e sogna” e poi di ” contrastare la cultura dello scarto che viene imposta a livello mondiale”. Ecco la lezione degli anziani ai giovani: “Noi anziani possiamo ringraziare il Signore per i tanti benefici ricevuti e riempire il vuoto dell’ingratitudine che ci circonda. Non solo: possiamo dare dignità alla memoria e ai sacrifici del passato. Possiamo ricordare ai giovani di oggi, che si sentono eroi del presente, pieni di ambizioni e di insicurezze, che una vita senza amore è una vita arida. Possiamo dire ai giovani timorosi che l’angoscia del futuro può essere vinta. Possiamo insegnare ai giovani troppo innamorati di se stessi che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, e che l’amore non si dimostra solamente a parole, ma con le azioni”.

Ai giovani, che sono al centro delle preoccupazioni della Chiesa che celebra per loro un sinodo che è momento di ascolto di riflessione e di servizio, il papa chiede che agli anziani diano “ascolto e vicinanza”: “chiedo di non mandare in pensione la loro esistenza nel <<quietismo burocratico>> in cui li confinano tante proposte prive di speranza  e di eroismo. Chiedo uno sguardo alle stelle, quel sano spirito di utopia che porta a raccogliere le energie per un mondo migliore”. Ecco la sua positiva valutazione del volume curato dal P. Antonio Spadaro e la sua raccomandazione ai giovani: “Mi piace molto perché dà voce alle persone che hanno esperienza alle spalle: li fa parlare, comunica le loro esperienze. E’ stato bello anche contemplare le immagini dei loro volti…. Affido questo libro ai giovani perché dai songi degli anziani traggano le loro visioni per un futuro migliore. Per camminare verso il futuro serve il passato, servono radici profonde che aiutano a vivere il presente e le sue sfide. Serve memoria, serve coraggio, serve sana utopia. Ecco cosa vorrei: un mondo che viva un nuovo abbraccio tra i giovani e gli anziani”.

La presentazione del volume è avvenuta durante un incontro tra anziani e giovani presso l’istituto patristico “Augustinianum” cui è intervenuto il santo padre al quale sono state poste queste cinque domande:
Federica Ancona (Italia, 23 anni): Pappa Francesco, oggi noi giovani sempre esposti a modelli di v ita che esprimono una visione “usa e getta” , quella che si chiama “cultura dello scarto”. Mi sembra che la società oggi ci spinge a vivere una fo0rma di individualismo che poi8 finisce nella competizione. Non mi chiedono di dare il meglio di me, ma di essere sempre migliore degli altri. Ma ho l’impressione che chi cade in questo meccanismo alla fine finisce per sentirsi un fallito. Qual è invece la strada per la felicità? Come faccio a vivere una vita felice? Come possiamo noi giovani guardarci dentro e capire che cosa è davvero importante? Come possiamo noi giovani creare rapporti veri e autentici quando tutto attorno a noi sembra finto, di plastica?

Tony e Grace Naudi (Malta  71 e 65 anni)):Santo padre, mi chiamo Tony. Mia moglie Grace ed io abbiamo cresciuto una famiglia di quattro figli, un figlio e tre figlie, e abbiamo cinque nipoti. Come molte famiglie, abbiamo dato ai nostri figli un’educazione cattolica, e abbiamo fatto di tutto per aiutarli a vivere la parola di Dio nella loro vita quotidiana. Eppure nonostante i nostri sforzi come genitori di trasmettere la fede, i figli qualche volta sono molto critici, ci cont4stano, sembrano respingere la loro educazione cattolica. Che cosa dobbiamo dire loro? Per noi la fede è importante. E’ doloroso per noi vedere i nostri figli e nipoti lontani dalla fede o molto presi dalle cose più mondane o superficiali. Ci dia una parola d’incoraggiamento e di aiuto. Che cosa possiamo fare come genitori e nonni per condividere la fede e con i nostri figli e con i nostri nipoti?
Rosemary Lane (Stati Uniti d’America, 30 anni): Santo Padre, ho avuto il privilegio di trascorrere un anno raccogliendo la saggezza degli anziani di tutto il mondo per il libro. La saggezza del tempo. Mi è accaduto di chiedere ad alcuni anziani come affrontano le loro fragilità, le loro incertezze per il futuro. Una donna saggia, Conny Caruso, mi ha detto che io non devo mai darmi per vinta. Devo darmi da fare, lottare, avere fiducia nella vita. Ma oggi la fiducia non la si può dare per scontata. Anche da lei io avverto personalmente questo messaggio di fiducia. Mi fa riflettere che la fiducia mi venga da persone che hanno già vissuto a lungo. Noi giovani viviamo una vita difficile, viviamo in un mondo instabile e pieno di sfide. Che cosa direbbe lei, da nonno, a giovani che v9gliono avere fiducia nella vita, che desiderano costruirsi un futuro all’altezza dei loro sogni?

Fiorella Bacherini (Italia, 83 anni): Papa Francesco, sono preoccupata. Ho tre figli. Uno è gesuita come lei. Hanno scelto la loro vita e vanno avanti per la loro strada. Ma guardo attorno a me, guardo al mio Paese, al mondo. Vedo crescere le divisioni e la violenza. Ad esempio, sono rimasta molto colpita dalla durezza e dalla crudeltà di cui siamo stati testimoni nel trattamento dei rifugiati. Non voglio discutere di politica, parlo dell’umanità. Com’è facile far crescere l’odio tra la gente! E mi vengono in mente i momenti e i ricordi di guerra che ho vissuto da bambina. Con quali sentimenti lei sta affrontando questo momento difficile della storia del mondo?


Yennifer Tatiana Valencia Morales (Colombia, 20 anni): Papa Francesco, raccogliendo le storie di questo libro io sono rimasta profondamente colpita dalla vita degli anziani. Lei di storie ne avrà già ascoltate tante nella sua vita. Che cosa l’ha spinta ad accettare questo progetto o ad ascoltare le storie di vita delle persone anziane presenti in questo libro? In questo libro molte storie sono di anziani che vivono situazioni di grande povertà, gente non rilevante agli occhi del mondo, della società. Nessuno starebbe ad ascoltarle. Dopo aver ascoltato storie di vita lei si sente toccato, cambiato? Le piace ascoltare le storie di vita? La aiuta nel suo mestiere di Papa?

Martin Scorsese (Stati Uniti, 75 anni): Santo Padre, oggi le persone fanno fatica a cambiare, a credere nel futuro. Non si crede più nel bene. Ci guardiamo attorno, leggiamo i giornali e sembra che ormai la vita del mondo sia segnata dal male, persino dal terrore e dall’umiliazione. In che modo oggi un essere umano può vivere una vita buona e giusta in una società dove ciò che spinge ad agire sono avidità e vanità, dove il potere si esprime con violenza. Come faccio a viver bene quando faccio esperienza del male?

Egli si è soffermato nelle risposte a braccio sulla sua riflessione che è premessa al volume che così diventa una eloquente lezione di vita.          
Quindi un libro da raccomandare perché racconta lo spaccato di una società in cerca di un futuro migliore che si potrà costruire mettendo insieme la “saggezza” degli anziani e l’entusiasmo sognante dei giovani.

 

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