Dallo spirito di assisi… ai «ponti» di bologna
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- Pubblicato Lunedì, 15 Ottobre 2018 17:03
- Scritto da sac. Pasquale Pirulli
sac. Pasquale Pirulli
La città di Assisi in memoria del suo figlio Francesco, «l’araldo del grande re della pace» Gesù Cristo, con la profetica intuizione di San Giovanni Paolo II che nel 1986 celebrò la Prima Giornata di Preghiera per la Pace con i rappresentanti delle religioni, offre al mondo il suo spirito di pace, di cui si fa interprete la Comunità di sant’Egidio.
Questa comunità di laici fondata da Andrea Riccardi ogni anno promuove un incontro di riflessione e di preghiera sulla pace cui intervengono uomini religiosi, rappresentanti delle culture e delle istituzioni. Quest’anno la città di Bologna nei giorni 14-16 ottobre negli spazi della Fiera e nel Palazzo dei Congressi ospita l’iniziativa dal titolo “Ponti di Pace”, e il fondatore commenta che “Con Ponti di pace a Bologna si rinnova lo Spirito di Assisi”.
Ai numerosi convegnisti radunati ha rivolto la sua parola il papa Francesco con un suo messaggio dell’11 ottobre 2018. Egli riflette sul titolo scelto dell’incontro perché “è un invito a creare connessioni di portino ad incontri reali, legami che uniscano, percorsi che aiutino a superare conflitti e asprezze. Nel mondo globalizzato, dove purtroppo sembra sempre più facile scavare distanze e rintanarsi nei propri interessi, siamo chiamati a impegnarci insieme per congiungere fra loro le persone e i popoli”.
La responsabilità di tutte le religioni nei confronti della pace mondiale è grave proprio perché nel nostro «villaggio globale» c’è il demone della guerra, la follia del terror4ismo, la forza delle armi e il vento funesto della diffidenza : “Le religioni se non perseguono vie di pace, smentiscono se stesse. Esse non possono che costruire ponti, in nome di Colui che non si stanca di congiungere il Cielo e la terra. Le nostre differenze non devono perciò metterci gli uni contri gli altri; il cuore di chi veramente crede esorta ad aprire, sempre ed ovunque, vie di comunione”.
Già due anni fa, nella ricorrenza del 30° anniversario delle Giornate di Assisi, il papa aveva ammonito: “Noi qui, insieme a in pace, crediamo e speriamo in un mondo fraterno. Desideriamo che uomini e donne di religioni differenti, ovunque si riuniscano e creino concordia, specie dove ci sono conflitti. Il nostro futuro è viver insieme. Per questo siamo chiamati a liberarci dai pesanti fardelli della diffidenza, dei fondamentalismi e dell’odio. I credenti siano artigiani di pace nell’invocazione a Dio e nell’azione per l’uomo… Ci rivolgiamo anche a chi la responsabilità più alta nel servizio dei Popoli, ai Leader delle Nazioni, perché non si stanchino di cercare e promuovere vie di pace”.
La responsabilità è anche quanto mai urgente nei confronti dei giovani che hanno bisogno di “crescere alla scuola della pace e diventare costruttori ed educatori di pace”, perché molti di loro si confrontano nei loro paesi con conflitti interminabili: “Come credenti non possiamo che avvertire l’urgenza di cogliere il forte grido di pace che si leva dai loro cuori e di costruire insieme quel futuro che a loro appartiene. Perciò è necessario costruire ponti fra le generazioni, ponti sui quali camminare mano nella mano e ascoltarci”.
Egli ha riassunto la sua lezione in questo appello: “Desideriamo che uomini e donne di religioni differenti si riuniscano a creino concordia, specie dove ci sono conflitti. Il nostro futuro è vivere insieme”.
Tra le centinaia di leader religiosi radunati a Bologna alcuni prenderanno la parola: l’arcivescovo della città Mons. Matteo Zuppi, il fondatore della comunità di Sant’Egidio prof. Andrea Riccardi, il presidente della stessa prof. Marco Impagliazzo, il grande imam dell’università Al-Azhar del Cairo Ahamad Muhammad al-Tayyeb, il patriarca Ignatius Aphrem II, il rabbino capo di Francia Haim Korsia, il presidente de Parlamento europeo Antonio Tajani, l’ex presidente della Commissione europea prof. Romano Prodi, Bernice King figlia di Martin Luther King, la senatrice Liliana Segre sopravvissuta del lager di Asuchwitz.
Il prof. Andrea Riccardi commentando l’intervento della figlia di Martin Luther King “l’uomo del sogno” del 1968 («I have the dream!») puntualizza: “ Credi che senza un sogno il mondo muore nel gelo della paura. La paura è un sentimento troppo diffuso tra i nostri concittadini. Il grande sogno è quello messianico della pace. Noi dobbiamo far emergere dai cuore questo sogno perché è il sogno dei giovani, che oggi sono troppo spaventati e che un mondo di adulti spaventa ancora. Ed è il sogno che germina dalla preghiera e diventa una fede: che Dio non abbandonerà il mondo al male della guerra”.
La giornalista M. Chiara Biagioni di SIR (Servizio Informazione Religiosa” oltre a sottolineare la presenza per la prima volta di tre vescovi cinesi nel ricordo del martire fr. Elia Facchini ucciso nella rivolta dei Boxer agli inizi del ‘900 ha posto al pastore della chiesa di Bologna la domanda circa l’attualità del messaggio per tutto il nostro Paese: “L’incontro internazionale di sant’Egidio torna in Italia e torna in un momento politico e sociale molto delicato. Quale messaggio vuole lanciare la nostro Paese?"
Mons. Matteo Zuppi ha risposto: «Che bisogna sempre ritrovare quello che unisce. E’ vero ‘per tutti. Tutti dobbiamo cercare il bene comune e proprio perché è comune, è di tutti e non è mai divisibile. Torna di grandissima attualità la proposta di San Giovanni XXIII: mettere da parte quello che divide e cercare quello che unisce. Nelle regole chiare per tutti ma dove tutti possono essere accolti e trovare futuro».