Il “Lucano” di Riace va di traverso a Matteo Salvini
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- Pubblicato Giovedì, 04 Ottobre 2018 16:59
- Scritto da sac. Pasquale Pirulli
sac. Pasquale Pirulli
La reazione immediata del loquace Matteo Salvini, sempre pronto a interventi sui social media con i suoi twitter, alla notizia dell’arresto del sindaco di Riace Mimmo Lucano è stato di plauso entusiastico. Finalmente un rappresentante qualificato della politica dell’accoglienza sotto accusa! A suo tempo Matteo Salvini aveva liquidato con poche parole sprezzanti il sindaco di Riace: “Non sono ancora venuto nella Locride, ma ci arriverò… Al sindaco di Riace non dedico neanche mezzo pensiero. Zero, è zero!” e ora sulla sua pagina Facebook scrive: “Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigranti!”.
Non bisogna dimenticare che nei mesi passati per la vicenda della nave della Guardia costiera «Diciotti», sulla quale erano stati sequestrati 143 emigranti salvati dalle onde, il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio aveva deferito al tribunale dei ministri di Palermo lo stesso ministro degli interni Matteo Salvini e i funzionari del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione prefetti Gerardo Pantalone e Bruno Corda. La vicenda era stata risolta con l’intervento della Conferenza Episcopale Italiana che aveva offerto di ospitare i migranti nel Centro per un Mondo Migliore di Rocca di papa. Allora il ministro inquisito aveva gridato dal palco: “Possono arrestare me ma non la voglia di 60 milioni di italiani; indaghino chi vogliono; abbiamo già dato abbastanza; è incredibile vivere in un paese dove dieci giorni fa è crollato un ponte sotto il quale sono morti 43 persone dove non con c’è nessun indagato e indagano un ministro che salvaguarda la sicurezza di questo Paese. E’ una vergogna!”
La procura del tribunale di Locri al termine dell’operazione “Xenia” ha emesso la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del sindaco di Riace Domenico Lucano accusato di “favoreggiamento alla immigrazione clandestina e illeciti amministrativi”. Il procuratore di Locri Luigi d’Alessio ha così descritto i risultati dell’indagine: “Una serie di illeciti e una visione assolutamente personalistica dell’organizzazione dell’accoglienza, fatta senza alcuna considerazione delle regole previste e in barba alle norme di legge, Vi è stata un’allarmante naturalezza da parte del sindaco Lucano e della sua compagna nel trasgredire le norme, civili, amministrative e penali. Un esempio? Simulando matrimoni e falsificando carte di identità, il tutto finalizzato a fare entrare illecitamente migranti in Italia. Il fine non può giustificare i mezzi: il fine può essere condivisibile, ma se tutti facessero così…”.
Eletto sindaco della cittadina calabrese di Riace, nei fondali del cui mari furono rinvenuti i famosi bronzi rappresentati due splendide divinità elleniche ospitati nel museo di Reggio Calabria, dinanzi allo spettro di un paese metà spopolato e destinato all’abbandono, ha perseguito una positiva politica di accoglienza e di integrazione muovendosi con destrezza sul crinale del lecito ed illecito.
Le indagini si sono rivolte a quanto il sindaco di Riace aveva disposto con i finanziamenti erogati dal ministero dell’Interno e dalla prefettura di Reggio Calabria per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico. Dinanzi alla cittadina semidisabitata di Riace egli ha perseguito una positiva politica di accoglienza e di integrazione. Si parla di “gestione quanto meno opaca e discutibile dei fondi destinati all’accoglienza dei cittadini extracomunitari” con “l’affidamento diretto dei servizi di pulizia della spiaggia di Riace” e della celebrazione di matrimoni combinati al solo scopo di far ottenere agli immigrati il permesso di soggiorno. Si accusa il sindaco di aver organizzato “matrimoni di convenienza” tra cittadini italiani e donne straniere per consentire la permanenza di questa ultime sul territorio.
Il modello di accoglienza realizzato a Riace è così descritto dal Il Sole 24 Ore: “Esperti di rigenerazione urbana e riqualificazione del territorio indicano poi il modello Riace come soluzione al bisogno abitativo delle famiglie e ai problemi dell’accoglienza: per Alberto Ziparo, docente di Pianificazione urbanistica all’università di Firenze, originario di Reggio Calabria, autore di uno studio sul patrimonio immobiliare inutilizzato in Italia (7milioni di edifici) il borgo calabrese è un esempio vincente su scala nazionale. Per avviare il progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) sono stati utiu8lizzati immobili abbandonati, costruiti tra gli anni ’30 e ’60, recuperati con fondi dell’Unione europea e progetti della Regione Calabria. L’integrazione tra comunità locale e immigrati è diventata un’occasione di sviluppo sociale, culturale ed economico. Oggi richiama turisti e rappresenta un presidio di legalità per il territorio”.
Per la sua azione nell’anno 2016 papa Francesco scrisse una lettera di approvazione per il suo operato al sindaco di Riace invitandolo anche a parlare in Vaticano.
Don Virginio Colmegna della Fondazione Casa della carità di Milano ha commentato la notizia degli arresti domiciliari al sindaco coraggioso certamente non allineato alla direttive del ministro degli Interni, che nella sua politica grida “Prima gli Italiani!” chiude i porti ad ogni sbarco di immigrati, in questi termini : “Al di là della vicenda giudiziaria che ha coinvolto il sindaco di Riace Domenico Lucano, al quale siamo umanamente vicini e per il quale ricordiamo che nessuno è colpevole fino alla sentenza di un processo, vogliamo far presente che Riace è una validissima esperienza di integrazione e accoglienza, riconosciuta anche a livello internazionale, che va difesa e non criminalizzata, perché dimostra, anzitutto sul piano culturale, che i migranti accolti con umanità non sono una minaccia, ma una risorsa che rigenera un territorio producendo coesione sociale”.
Don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera, che si batte contro la mafia, si è dichiarato a favore del sindaco di Riace: “Sono convinto che le leggi vadano rispettate, ma sono anche convinto che se Mimmo ha imboccato delle scorciatoia, lo ha fatto per un eccesso di generosità: nessun tornaconto personale, nessun potere da prendere o conservare ma solo il desiderio di sostenere la speranza di persone fragili, garantendo loro un futuro e una vita dignitosa….Si ripropone qui l’antico dilemma tra le leggi dei codici e leggi della coscienza. Ripeto bisogna stare sempre dalla parte della legalità, ma anche chiedersi se certe leggi non contraddicano la vocazione liberale e inclusiva della democrazia, vocazione che ha ispirato ogni passo dell’esperienza di Riace e del suo generoso sindaco. Ora c’è da augurarsi che la politica, nel segno di una legalità inclusiva, sappia dare continuità e diffusione a un modello di accoglienza che ha generato lavoro e sicurezza e costruito la ricchezza umana e sociale di una comunità”.
Alla domanda se l’arresto del sindaco di Riace potrà giovare alla politica anti-migratoria del ministro Matteo Salvini, il pm di Locri ha risposto così: “L’uso politico che può essere fatto della notizia non è compito mio, e nemmeno prevederlo. Non sta a me dettare la linea politica. Io porto avanti un discorso di legalità e di rispetto delle norme. A volte lo si fa anche con dispiacere, ad esempio quando ti rendi conto che progetti come quello di Riace rischiano di sprofondare. Ma non posso dire altro. Posso augurare che il progetto venga portato avanti nella legalità, se possibile”.
Noi siamo con Mimmo Lucano e ci auguriamo che al termine di questa machiavellica vicenda la sua proposta di accoglienza e di positiva integrazione, che dallo stesso è stato qualificato “reato di umanità”, possa riprendere al di là delle pastoie giudiziarie e burocratiche!
Foto sindaco di Riace, tratta da magazine.polis-sa.it