Magdi Allam e la discutibile «auto-invasione» di migranti, musulmani in particolare
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- Pubblicato Mercoledì, 12 Settembre 2018 14:52
- Scritto da Gianni Nicastro
di Gianni Nicastro
La relazione di Magdi Cristiano Allam sul suo libro, “Il Corano senza veli”, presentato a Rutigliano l’1 settembre scorso a Palazzo Settanni, mi ha incuriosito e interessato per metà, perché nell’altra metà del suo intervento l’aspetto culturale ha decisamente ceduto il passo a una suggestione inclinata sulla paura dell’immigrazione soprattutto di religione islamica, con l’utilizzo, in più passaggi, del tipico armamentario xenofobo salviniano-leghista (“invasione”, “prima i poveri italiani”, “aiutiamoli a casa loro”...).
Ho letto l’introduzione del libro presentato, vi ho ritrovato -pari pari- tutti i contenuti della prima parte della relazione fatta quel giorno dall’autore. Il libro, in realtà, è un’operazione culturale che smonta la sacralità del Corano e l’Islam come religione.
Allam scinde il musulmano, che rispetta in quanto persona, dall’Islam, religione che “condanna per eresia -si legge nell’introduzione del libro- l’ebraismo e il cristianesimo”. “Solo leggendo il Corano -scrive ancora Allam- scopriamo (…) la realtà di Allah che era il dio supremo del Pantheon politeista arabo, clemente e misericordioso con chi si sottomette all’islam ma vendicativo e violento con i miscredenti”. Così come scopriamo, leggendo il Corano, “la verità di Maometto -scrive ancora Allam- che è stato un guerriero vittorioso che ha fondato una «Nazione di credenti» combattendo e uccidendo i suoi nemici per ordine di Allah”.
«Maometto non è stato un sant’uomo», ha detto l’autore quella sera nella sala di Palazzo Settanni, aggiungendo che a Medina, nel 627, «Maometto partecipò personalmente alla decapitazione di circa 900 ebrei della tribù dei Banu Qurayza». Sulla copertina del libro presentato, sotto al titolo, si legge: “La verità sul sacro libro dell’islam in cui il dio pagano Allah legittima il Messaggero Maometto a combattere ebrei, cristiani, politeisti, apostati, adulteri e omosessuali, esortando i musulmani a morire da «martiri» fino a quando non sottometteranno l’intera umanità per conquistare il Paradiso delle vergini perpetue”.
Se qualcuno del pubblico quella sera già avesse avuto dei timori nei confronti dell’Islam e dei musulmani, alla fine dell’incontro ne è uscito terrorizzato, perché alla violenza di quello che si legge nel Corano, Magdi Allam ha accostato lo scenario apocalittico «dell’islamizzazione dell’Italia» e dell’Europa, facilitata dalla «auto-invasione», cioè dalla disponibilità dell’Italia e dell’Europa all’accoglienza dei migranti. «Nulla accade casualmente, c’è una strategia in atto» ha detto, infatti, il convertito Allam, aggiungendo subito dopo che «non si tratta di una invasione o di una migrazione spontanea, questa è un’auto-invasione, siamo noi che li andiamo a prendere e li portiamo dentro casa nostra» e senza rendercene conto «giorno dopo giorno siamo sempre più impossibilitati, incapaci di fronteggiare, di porre un argine a questo suicidio-omicidio della nostra popolazione ma anche della nostra civiltà». Un delirio, che indirettamente critica le ONG europee che, con le loro navi in mare, salvano e conducono, nei porti italiani, spagnoli, greci..., immigrati musulmani in una sorta di «auto-invasione»; oro colato per Matteo Salvini e musica per le orecchie dei leghisti. Cose che saranno rimaste più di altre nella testa del pubblico presente quella sera perché dette, dall’autore, proprio alla fine dell’incontro.
L'Imam nella Cattedrale di Bari
Per dimostrare l’errore di aver legittimato L’Islam come religione al pari del cristianesimo e dell’ebraismo, errore che avrebbe commesso la chiesa di papa Francesco, criticata quella sera da Nicola Giampaolo -organizzatore dell'evento- e dallo stesso autore, Allam ha fatto l’esempio dell’ospitalità di un Imam «in diverse chiese in Italia e in Francia» nel luglio del 2016, tra le quali chiese «c’era anche la Cattedrale di Bari». Qui, ha detto Magdi Allam, «fu consentito all’Imam di salire sull’altare, di recitare il Corano in arabo dall’altare affiancato dal sacerdote», aggiungendo subito dopo che «cinque giorni prima in una chiesa della Normandia in Francia, un anziano sacerdote cattolico fu sgozzato sull’altare mentre recitava la messa, si chiamava padre Jacques Hamel, da due giovani terroristi islamici al grido di “Allah è il più grande”».
Magdi Allam, dunque, dipinge la Chiesa come una sprovveduta che «tende la mano all’islam» mentre «due giovani terroristi» musulmani sgozzano un sacerdote cristiano, non considerando affatto, Allam, che si è, appunto, trattato di due giovani terroristi, magari dell’Isis, non di due giovani musulmani qualunque. Quei due giovani hanno ammazzato in quanto terroristi, non perché musulmani in quanto tali. Un episodio del genere, inserito in una critica illustrazione del Corano che vuole dimostrare la pericolosità storica, civile e sociale di Allah, di Maometto e dello stesso Corano, lancia la paura che tutti i giovani musulmani sono terroristi sgozzatori di cristiani e miscredenti o, perlomeno, potenzialmente capaci di esserlo perché quello è il messaggio, l’ordine, di Allah per mezzo del Corano e perché è quello che storicamente ha fatto Maometto. E’ evidente qui l’operazione, alquanto mistificatoria, di utilizzare fatti realmente accaduti per dimostrare il teorema su un Islam incompatibile con la civiltà, infondendo -magari anche non intenzionalmente- la paura che dietro ogni musulmano si nasconda, o si possa nascondere, uno sgozzatore di miscredenti. Non è così e lo sappiamo tutti.
Sulla "Diciotti" migranti e sofferenza
In Italia ci sono 5 milioni di stranieri, il 30% dei quali proviene da paesi musulmani, stranieri residenti pacificamente inseriti nella società; rispettano le leggi, pagano le tasse e i contributi pensionistici e sono rispettosi della religiosità del popolo italiano. Anche i migranti musulmani salvati in mare -recentemente e in passato- non sono sbarcati con il pugnale tra i denti e l’islamizzazione dell’Italia nella testa.
Gli uomini, le donne e i bambini della nave “Diciotti” della Guardia Costiera italiana, sulla quale li aveva costretti per sei giorni il ministro dell’interno Matteo Salvini, non sono scesi al grido di "Allah u Akbar", intenzionati a sgozzare cristiani e miscredenti. Quegli uomini, quelle donne e quei bambini sono sbarcati dalla “Diciotti” con tutto il carico di sofferenza umana che si portavano dietro; bambini non accompagnati -dei quali non si capisce l’esistenza o no dei genitori- che affrontano il grande rischio del mare con la speranza in una vita migliore; donne stuprate, uomini torturati. “Le persone a bordo hanno subito abusi, torture, sono vittime di tratta e traffico di esseri umani” scriveva la portavoce dell’Unhcr Carlotta Sami nei giorni del “sequestro” di quei migranti sulla Diciotti. Le storie di quelle persone sono simili alle storie di tanti migranti che arrivano sulle nostre coste e non hanno nulla a che fare col fondamentalismo islamico. Questa è l’umanità che Salvini non vuole sbarchi in Italia e dalla quale Magdi Cristiano Allam sta mettendo in guardia l’Italia e l’Europa.
E’ vero, ci sono gli integralisti Talebani che distruggono la cultura e l’arte, mortificano la donna, sparano alle bambine che frequentano la scuola; ci sono i criminali, assassini e terroristi, dell’ISIS. Ma, a parte il fatto di essere mossi da motivazioni più politiche che religiose, queste frange della galassia Islamica credo siano una minoranza, anche sparuta, rispetto ai circa 500 milioni di musulmani presenti nel mondo. Una minoranza il cui esercito è tanto più numeroso quanto più disumane e martoriate dalla guerra e dalle bombe "occidentali" sono le condizioni di vita dei giovani in Afghanistan, in Iraq, in Siria; quanto più povere sono le condizioni di vita dei giovani musulmani di tutto il mondo, tanto più grande è l’esercito dell’Islam più integralista e sanguinario, quello che prende e pratica alla lettera le parti del Corano che Allam denuncia essere truculente e incompatibili con la civiltà.
L'immigrazione e l'apocalisse
della «islamizzazione»
Ma è con la demografia, il calo della natalità, la quantità di giovani «in età fertile» europei in rapporto alla quantità di giovani in età fertile musulmani, che Magdi Allam solletica la paura della «islamizzazione» dell’Italia e dell’Europa, anche se è l’Italia che rischia di più perché «è il paese europeo con il più basso tasso di natalità» ha detto lo scrittore ex musulmano.
E qui, quella sera, ha citato una serie di numeri, dati, «non opinioni»: in Europa, su «500 milioni di abitanti solo il 16%, pari a 80 milioni, hanno meno di trent’anni». Dei «circa 500 milioni» di musulmani nel mondo «il 70%, pari a 350 milioni», ha «meno di trent’anni». Ancora Allam: «nel 2017 l’Italia ha concesso la cittadinanza italiana a 220mila stranieri e sempre nel 2017 abbiamo accolto 150mila cosiddetti migranti in maggioranza di sesso maschile, compresi tra i 20-30 anni, fascia di età che corrisponde all’esplosione della fertilità maschile con ciò che ne consegue, e sono in maggioranza musulmani quelli che entrano». Dunque, la prospettiva apocalittica: «Quando mettiamo insieme questi fatti, questi dati, nella prospettiva, tra 20-30 anni, ci sarà la sostituzione etnica della popolazione italiana, ci sarà l’islamizzazione demografica della società italiana».
Ora, è vero che in Italia, come anche in Europa, la mortalità è più alta della natalità, ci sono meno giovani, quindi, meno popolazione in età fertile, ma è anche vero che le cause sono l’incertezza sul futuro, la disoccupazione, la crisi economica, l’instabilità del reddito, la povertà, l’insicurezza sociale, lo stress, l’inquinamento; sono fattori epocali che investono l’economia, il sistema produttivo, l’iniqua redistribuzione della ricchezza, la società. Lo svuotamento demografico dell’Italia e dell’Europa prescinde dal fenomeno migratorio e penso anche che non sia una fatalità, tanto meno un processo inarrestabile o un destino ineluttabile. Dipende. Dipende da quello che l'Italia e l'Europa saranno capaci di fare, concretamente, per invertire la tendenza.
Sull'immigrazione faccio -ancora- notare un fatto importante, in controtedenza rispetto al passato: la diminuzione degli sbarchi, quindi della potenziale «islamizzazione», nel 2018 in Italia. Ecco i dati del Ministero degli Interni sui migranti sbarcati nel nostro paese a decorrere dal 1 gennaio fino al 11 settembre 2018 -cioè fino a ieri- comparati con i dati riferiti allo stesso periodo dei due anni precedenti: 20.320 nel 2018, 100.308 nel 2017, 124.641 nel 2016 (qui). I numeri, i dati, i fatti, così tanto cari a Magdi Allam a differenza delle opinioni, come ha ripetutamente detto quella sera a Rutigliano, certificano che nel 2018 in Italia gli sbarchi sono calati del 79,74% rispetto al 2017 e dell' 83,70% rispetto al 2016. Un tracollo che Allam, quella sera a Rutigliano, non ha portato alla conoscenza della platea nella esposizione dei dati sull’immigrazione, una omissione forse voluta perché meglio funzionasse il suo racconto apocalittico.
«Io non incuto paura, io rappresento correttamente la realtà» ha detto verso la fine dell’incontro Magdi Cristiano Allam. A me, invece, modesto e piccolo giornalista, di dubbi me ne sono venuti, e anche forti, circa la rappresentazione corretta della “realtà” che lo scrittore ha portato a Rutigliano. E credo che, come intellettuale, Allam si sia dato una missione (o gliel'hanno affidata, non saprei): fornire una base culturale a chi sostiene che i musulmani siano pericolosi, che l’immigrazione, a prevalenza musulmana, vada contrastata perchè si tuteli e si mantenga l’integrità morale, civile, culturale e religiosa dell’Italia e dell’Europa.
Comunque sia, con la sua operazione "culturale", di sicuro Allam fornisce un poderoso e gratuito assist alla propaganda antiimmigrati dei cosiddetti “sovranisti” xenofobi, italiani ed europei.