«Quoque tu, Viganò, fili mi!»
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- Pubblicato Mercoledì, 29 Agosto 2018 14:15
- Scritto da sac. Pasquale Pirulli
sac. Pasquale Pirulli
In questi ultimi giorni nei confronti del papa Francesco è stata promossa una iniziativa mediatica intesa a metterlo in difficoltà con la pubblicazione del memoriale a firma di Mons. Carlo Maria Viganò, prelato di 77 anni ed ex-nunzio apostolico negli Stati Uniti. Il giornale “La Verità”, diretto da Maurizio Belpietro, ha pubblicato il dossier di ben 11 pagine che ripercorre la vicenda del card. McCarrick, arcivescovo di Washington.
Il memoriale di mons. Viganò ricostruisce la carriera ecclesiastica del discutibile prelato americano chiamando in causa i segretari di stato cardinali Angelo Sodano e Tarcisio Bertone e gli ex sostituti della Segreteria di Stato Leonardo Sandri e Fernando Filoni, oggi anch’essi cardinali. Mons. Viganò giudica molto blande le misure disciplinari prese dal papa emerito Benedetto XVI nei confronti del cardinale americano il quale avrebbe continuato a “fare orecchio da mercante” all’invito a percorrere un cammino di esemplare penitenza.
Non bisogna dimenticare che è stato proprio papa Francesco a decidere di privare McCarrick della porpora cardinalizia. Il famigerato memoriale Viganò chiama in causa la “lobby gay” che ha sfigurato il volto della Chiesa di Cristo e anche della stessa Curia. Egli dimentica che è stato papa Francesco a denunciare pubblicamente questa piaga già nel 2013 e ultimamente su questo tema ha rivolto una lettera al popolo di Dio dal tono deciso nella denunzia e nella volontà di conversione.
Purtroppo il profilo di Mons. Carlo Maria Viganò è quanto mai discutibile perché si è dimostrato uno spericolato arrampicatore nella sua carriera. Aveva perduto il treno per essere eletto al Governatorato dalla Città del Vaticano e al momento della sua nomina a nunzio negli Stati Uniti aveva addotto la scusa di essere impegnato nell’accudire il fratello più anziano D. Lorenzo Viganò, vittima di un ictus. Egli scriveva a papa Benedetto XVI il 7 luglio 2011: “Mi angustia poi il fatto che dovendo purtroppo prendermi cura personalmente di un mio fratello sacerdote più anziano rimasto gravemente offeso d a un ictus che lo sta progressivamente debilitando anche mentalmente io debba partire anche ora, quando ormai intravvedevo di poter risolvere in pochi mesi questo problema famigliare che tanto mi preoccupa”.
Proprio D. Lorenzo Viganò dichiara che suo fratello “ha scritto il falso al papa” perché dal gennaio 2009 tra di loro non c’erano più rapporti e che “Nel 1996 ho subito un ictus, ma a distanza di poco tempo sono tornato indipendente e anche se con qualche difficoltà legata al fisico (un’emiparesi sinistra) sono tornato alla mia solita vita e ai miei studi a Chicago”. Nel 2016 il nunzio Viganò è tornato da Washington ma ha perduto non solo il suo appartamento che continuava ad occupare nella Città del Vaticano e l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA) gli ha assegnato un appartamento a Via delle Erbe nella casa di riposo dei nunzi apostolici a riposo e il papa lo ha invitato a ritornare nella sua diocesi di origine (Milano)e alla sua città di Varese. Mons. Viganò dopo cinque anni da quando informò papa Francesco di quanto avveniva con la complicità del card. McCarrick, torna all’attacco con il suo memoriale accusando il papa di connivenza con gli ambienti più degradati del clero americano e quindi invitandolo a presentare le dimissioni dalla cattedra di Pietro.
A conclusione di questo quadro sintetico della vicenda “Viganò” sarà bene leggere la risposta che papa Francesco ha dato alla domanda della giornalista Anna Matranga (NBC) durante l’intervista ai giornalisti durante il volo di rientro da Dublino a Roma:
ANNA MATRANGA: Buona sera, Santo Padre! Ritornerò sull’argomento “abusi”, di cui ha già parlato. Questa mattina molto preso è uscito un documento dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, in cui lui dice che nel 2013 ha avuto un colloquio personale con Lei in Vaticano e che in questo colloquio lui avrebbe parlato con Lei esplicitamente del comportamento e degli abusi sessuali dell’ex cardinale Mc Carrick. Volevo chierderLe se questo era vero. E volevo chiedere un’altra cosa: l’arcivescovo ha anche detto che Papa Benedetto aveva sanzionato McCarrick, che gli aveva detto che non poteva vivere in seminario, non poteva celebrare messe in pubblico, non poteva viaggiare; era sanzionato dalla Chiesa. Le posso chiedere se queste due cose sono vere?
PAPA FRANCESCO: Una cosa: io preferirei –anche se risponderò alla sua domanda – preferirei che prima parlassimo del viaggio e poi di altri argomenti… Ma rispondo. Ho letto, questa mattina, quel comunicato. L’ho letto e sinceramente devo dirvi questo, a Lei e a tutti coloro tra voi che sono interessati: leggete voi attentamente, il comunicato e fate il vostro giudizio. Io non dirò una parola su questo. Credo che il comunicato parla da sé stesso, e voi avete la capacità giornalistica sufficiente per trarre le conclusioni. E’ un atto di fiducia: quando sarà passato un po’ di tempo e voi avrete tratto le conclusioni, forse io parlerò. Ma vorrei che la vostra maturità professionale faccia questo lavoro: vi farà bene, davvero. Va bene così”.
Da parte nostra esprimiamo un doloroso disappunto sulla iniziativa del nunzio Viganò il quale affida a un giornale, dalla pretesa di essere “La Verità”, tramite il vaticanista Aldo Maria Valli, il memoriale dei suoi crucci e delle sue delusioni oltre a puntare il dito accusatore contro papa Francesco. Proprio nei confronti del suo discutibile memoriale e della stessa testata verrebbe da ricordare la domanda che lo scettico Ponzio Pilato poneva in altra sede giudiziaria: “Quid est veritas?” e riceveva in risposta un dignitoso silenzio da parte dell’imputato Gesù di Nazaret.