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I dolori di papa Francesco

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papa-franc irlanda-pedof


sac. Pasquale Pirulli
don pasquale foto
Nel passato il popolo commentava la vita dei pontefici con benevolenza a volte sarcastica anche perché all’oscuro della responsabilità della guida della Chiesa di Cristo riassunta dalle chiavi che Pietro aveva ricevuto.

Attualmente nella realtà della comunicazione globale anche le “segrete stanze” del Vaticano sono “aperte” e proprio i social diventano la piazza dove annunciare il Vangelo a un mondo travagliato da tanti problemi sociali politici e morali. Non ci dobbiamo meravigliare che la Chiesa rivolga la sua attenzione non solo alla pace fra le nazioni ma anche alle problematiche che interpellano le coscienze di tutti gli uomini. Il magistero di Pietro affidato nel nostro tempo a papa Francesco ha diverse modalità di esercizio: encicliche, esortazioni, omelie, decreti, lettere, ecc. Non ci dobbiamo meravigliare che egli faccia uso anche di Twitter con brevi messaggi giornalieri.

Il 24 agosto egli ha indirizzato al “Popolo di Dio” una sua lettera che affronta il gravissimo problema degli abusi sessuali o di altre forme di violenza contro i piccoli fatti da persone consacrate, chierici e da chi aveva responsabilità educative. Con parole decise egli qualifica tali abusi (riassunti nella parola “pedofilia”) come “crimini” e dichiara che “E’ imprescindibile che come Chiesa possiamo riconoscere e condannare con dolore e vergogna le atrocità commesse da persone consacrate, chierici, e anche da tutti coloro che avevano la missione di vigilare e proteggere i più vulnerabili”.  

La denunzia del papa è quanto mai decisa perché se per il passato “non sarà mai abbastanza ciò che si fa per chiedere perdono e cercare di riparare il danno causato” per il futuro è necessario impegnarsi “per dar vita ad una cultura capace di evitare che tali situazioni non solo non si ripetano, ma non trovino spazio per essere coperte e perpetuarsi”.

Nella lettera il papa prende spunto dalla pubblicazione di un rapporto “in cui si descrive l’esperienza di almeno mille persone che sono state vittime di abusi sessuali, di potere e di coscienza per mano di sacerdoti, in un arco di circa settant’anni”.
Egli si dice a conoscenza del dolore delle vittime  e dichiara che “le ferite non spariscono mai e ci obbligano a condannare con forza queste atrocità, come pure a concentrare gli sforzi per sradicare questa cultura di morte”. In nome di tutta la comunità della Chiesa papa Francesco riconosce una grave colpa: “Con vergogna e pentimento… ammettiamo che non abbiamo saputo stare dove dovevamo stare, che non abbiamo agito in tempo riconoscendo la dimensione e la gravità del danno che si stava causando in tante vite”.  

Dinanzi al fenomeno della “pedofilia clericale” papa Francesco invita la Chiesa a “farsi carico di questo fatto in maniera globale e comunitaria” perché “come popolo di Dio” dobbiamo conoscere “il dolore dei nostri fratelli feriti nella carne e nello spirito”.
Egli fa appello alla solidarietà  che deve essere il modo proprio del cristiano di fare la storia  in un ambito “dove i conflitti, le tensioni e specialmente le vittime di ogni tipo di abuso possano trovare una mano tesa che le protegga e le riscatti dal loro dolore”. Per il papa la solidarietà esige la lotta contro la corruzione spirituale che si esprime “in una cecità comoda ed autosufficiente dove alla fine tutto sembra lecito: l’inganno, la calunnia, l’egoismo e tante sottili forme di autoreferenzialità”. Egli invoca la “tolleranza zero” e lamenta il ritardo con  cui sono state applicate azioni e sanzioni contro coloro che compiono o coprono questi delitti.

Una categoria importante è quella di “Popolo di Dio”  che bisogna recuperare e deve far giustizia di un modo errato di intendere l’autorità della Chiesa e che si chiama “clericalismo”. E’ una piaga che annulla la personalità dei cristiani, sottovaluta la grazia dei battezzati e genera dolorosa scissione nel corpo ecclesiale. Egli richiama il monito di San Paolo: “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme “ e suggerisce a tutti di chiedere “i doni della compassione, della giustizia, della prevenzione e della riparazione”.

In questo momento di desolazione e di vergogna “Lo Spirito Santo ci dia la grazia della conversione e l’unzione interiore per poter esprimere , davanti a questi crimini di abuso, il nostro pentimento e la nostra decisione di lottare con coraggio”.    

Papa Francesco ha ribadito questa aperta condanna della pedofilia clericale e di altre forme di violenza durante gli incontri che ha avuto a Dublino, dove si è recato per l’Incontro Mondiale delle Famiglie,  con alcune delle vittime e anche nelle risposte ai giornalisti durante il viaggio aereo.  E’ ritornato sul doloroso e drammatico argomento in suo Twitter del 26 agosto 2018 ore 15.07: “Chiedo alla nostra madre Beata di intercedere per la guarigione di tutte le persone che hanno subito abusi di qualsiasi tipo e di confermare ogni membro della famiglia cristiana nel risoluto proposito di non permettere mai più che queste situazioni accadano”.

 Foto papa Francesco, repubblica.it

 

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