Famiglia Cristiana non gradisce le smargiassate di Salvini
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- Pubblicato Venerdì, 27 Luglio 2018 14:25
- Scritto da Sac. Pasquale Pirulli
sac. Pasquale Pirulli
Oramai siamo abituati alle quotidiane sparate del ministro degli interni che in una campagna elettorale continua, almeno questi sono i toni dei suoi interventi, si atteggia a paladino di una Italia arroccata nelle sue frontiere all’insegna dello slogan: “Prima gli Italiani”.
Sono noti i suoi interventi strettamente politici (per lui politica significa forse solo il “particulare” che interessava il Francesco Guicciardini di buona memoria rinascimentale e della Repubblica Fiorentina….) sembrano le spedizioni di un cavaliere senza macchia e senza paura che corre il rischio di essere un Don Chisciotte che ha perduto i contatti con la realtà. La realtà politica oggi dice Europa, dice mondo e i problemi si analizzano e si tenta di risolverli a livello europeo e mondiale.
Oltre questa annotazione di carattere politico c’è da riflettere sulla componente religiosa che deve anche essere richiamata nell’analisi e nella soluzione dei problemi. Il settimanale “Famiglia Cristiana “ nell’ultimo numero a proposito della questione “migranti” e degli interventi del ministro degli interni Matteo Salvini nella copertina ha sparato il titolo: “Vade retro Salvini”. Anche se il ministro si è presentato nell’ultima campagna elettorale innalzando il vangelo e stringendo la corona del rosario e in un suo ultimo intervento ha annunziato una sua proposta di legge intesa a ribadire l’esposizione del crocifisso in tutti i luoghi pubblici (scuole, tribunali, ecc.), questo non è l’autentico cristianesimo del Vangelo. I verbi del ministro Salvini sono: chiudere, respingere, rimandare, alzare muri.
Il settimanale cattolico, il cui intervento non è stato gradito anche perché “Molti nemici? Grande onore!”, ricorda le parole del card. Gualtiero Bassetti durante la celebrazione di S. Benedetto da Norcia all’abbazia di San Miniato al Monte per la ricorrenza del primo millenario di fondazione, che ha detto: «San Benedetto ci insegna che nei confronti degli altri, chiunque essi siano profughi che vengono dall’Africa o qualunque altra persona, vale la parabola del Samaritano “ebbe cura di lui”. Gli uomini si dividono in due categorie: chi ha cura dell’altro e chi considera l’altro qualcuno che mi fa paura, da cui mi devo difendere. La paura paralizza. Bisogna ripartire dal Vangelo e da quello che dice il papa: accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Certo con criteri di equità, di giustizia, tenendo conto delle situazioni in cui uno si trova».
La Presidenza della CEI ha diffuso un appello in merito alla questione migranti che ha visto Matteo Salvini chiudere i porti italiani e alzare la voce contro l’Europa: “Gli occhi sbarrati e lo sguardo vitreo di chi si vede sottratto in extremis all’abisso che ha inghiottito altre vite umane sono solo l’ultima immagine di una tragedia alla quale con ci si è dato di assuefarci. Ci sentiamo responsabili di questo esercito di poveri, vittime di guerre e fame, di deserti e torture. È la storia sofferta di uomini e donne e bambini che – mentre impedisce di chiudere frontiere e alzare barriere – ci chiede di osare la solidarietà, la giustizia e la pace. Come Pastori della Chiesa non pretendiamo offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non intendiamo, però, né volger lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti er atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto. Animati dal Vangelo di Gesù Cristo continuiamo a prestare la nostra voce a chi ne è privo. Camminiamo con le nostre comunità cristiane, coinvolgendoci in un’accoglienza diffusa e capace di autentica fraternità. Guardiamo con gratitudine a quanti – accanto e insieme a noi – con la loro disponibilità sono segno di compassione, lungimiranza e coraggio, costruttori di una cultura inclusiva, capace di proteggere, promuovere e integrare”.
Del resto anche i singoli vescovi si sono espressi nei termini di un’accoglienza evangelica di carità. Il card. Bassetti ha detto: «Non si può chiudere il porto quando arriva una nave che è piena di disgraziati che sono dei crocifissi, o per un motivo o per un altro, che nessuno sia lasciato morire in mare; lo chiedo con il cuore». Il vescovo di Noto, delegato per le migrazioni della CEI, Mons. Antonio Staglianò, fa notare che: «Salvini sbaglia a dire : “Prima i poveri italiani e poi quelli africani”. Noi non dovremmo neppure averne. Gli stranieri hanno sempre il diritto umano di esser accolti».
La risposta di Matteo Salvini all’attacco di Famiglia Cristiana è stata un’alzata di spalle: «Famiglia Cristiana mi accosta a Satana. Io non pretendo di dare lezioni a nessuno, sono l’ultimo dei buoni cristiani, ma non penso di meritare tanto. Sono confortato dal fatto di ricevere quotidianamente il sostegno di tante donne ed uomini di Chiesa».
Fa bene il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella a richiamare il focoso ministro degli interni a un comportamento più responsabile perché da parte sua «È necessario moderare i toni!» e non è fuori luogo il richiamo di Famiglia Cristiana perché non si strumentalizzi la religione per una politica di basso profilo umanitario!