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Stamattina rimosso l’amianto abbandonato nella lama

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bonifica-amianto-lama

di Gianni Nicastro

Sono venuti presto stamattina, alle 7:00, gli operatori della Metalgum S.r.l., ditta di Santeramo incaricata della bonifica dell’area interessata all’abbandono di circa due quintali di eternit in cemento amianto in contrada Localzo a ridosso della strada sterrata che attraversa in pieno lama San Giorgio.

Una operazione che si aspettava da mesi e che il comune di Rutigliano è riuscito a fare dopo un iter amministrativo complesso iniziato il 22 giugno scorso: i sopralluoghi, l'invito a cinque ditte a fare l’offerta per la partecipazione alla gara, l'aggiudicazione, le analisi preventive del materiale. Finalmente quel materiale è stato rimosso dalla strada, una operazione dal costo complessivo di 1.281 euro.

bonifica-amianto-lama-2Eravamo sul posto anche noi stamattina, non abbiamo assistito all’intera operazione ma abbiamo fatto in tempo ad intervistare il sig. Dolce Adelmiro, responsabile tecnico settore amianto della Metalgum S.r.l.  «Tenga conto -ci ha detto subito il tecnico- che noi adesso siamo sotto il satellite, sotto il controllo del SISTRI».

E’ stata una sorpresa vedere all’opera il famigerato “Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti”, il SISTRI appunto, istituito dal Ministero dell’Ambiente nel 2009 e così tanto inviso ai produttori di rifiuti -imprese e aziende agricole- per una sua prima farraginosa e inefficiente partenza. Dunque, attraverso una apposita chiavetta inserita in un apparecchio il SISTRI ha seguito passo passo l’intera operazione di bonifica. «Da qui fino allo stoccaggio provvisorio della Recuperi Pugliese siamo sotto il suo controllo» ha confermato il tecnico della Metalgum. Una tracciabilità delle operazioni di bonifica e dello smaltimento dei rifiuti da cui non si sfugge che è garanzia della loro correttezza, quindi, di tutela ambientale.

Sig. Dolce, in questo momento il SISTRI vi sta controllando, vi segue col GPS?
«Sì, ci segue tramite GPS».

Questi rifiuti, adesso, compreso il sacco con il materiale contaminato, dove vanno?
«Alla Recuperi Pugliese per lo stoccaggio provvisorio, questa stessa ditta poi si avvale di una discarica autorizzata dove avviene lo smaltimento. Diciamo che il nostro compito finisce con la Recuperi Pugliese».

L’operazione che avete fatto voi stamattina, potrebbe farla una persona qualunque, un privato?bonifica-amianto-lama-1
«Nella maniera più assoluta, per un fatto di sicurezza. I nostri operai hanno specifiche abilitazioni conseguite presso le autorità competenti, hanno una mansione specifica che è quella di bonificatori di amianto. Un privato la farebbe senza le opportune cautele. Quello che lei ha visto sono maschere e tute monouso. Gli operai usano anche dei gambali per evitare di portarsi fibre di amianto sotto le scarpe».

Ci descriva come avete operato.
«La prima operazione che abbiamo fatto, come siamo arrivati, è stata aver inertizzato tutta l’area interessata all’abbandono con un fissativo che blocca la fibra di amianto».

L’incapsulante.
«Sì, l’incapsulante, sostanza che fissa, appunto, la fibra di amianto al supporto. L’operazione di bonifica avviene con una maschera di filtraggio dell’aria idonea, che abbia, cioè, un grado di filtrazione p3; da una maschera normale, come quella che potrebbe essere utilizzata da un privato, la fibra di amianto, che è microscopica, comunque passa. In buona sostanza le attrezzature adeguate permettono di eseguire questo tipo di interventi nella massima sicurezza».

Stiamo parlando, quindi, di indumenti monouso.
«Sì, indumenti che poi vengono smaltiti con un codice diverso e in un sacco a parte».

Quali sono gli adempimenti che ruotano intorno a una operazione di bonifica del genere.
«Tutto viene fatto attraverso l’ISPESL (Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza Del Lavoro, n. d. r.). Dopo aver presentato la documentazione fotografica, viene fatto il campionamento della lastra di eternit, per vedere se effettivamente si tratta di amianto, con una analisi preventiva. Appurato che si tratta di amianto, viene chiesta la disponibilità di una discarica e di un trasportatore. Si fa anche una valutazione del rischio con un sopralluogo sul posto dell’abbandono, si pianifica la metodologia di intervento e, soprattutto, le misure di sicurezza. Gli operai, prima di venire qui stamattina, nonostante abbiano fatto corsi specifici, sono stati comunque informati affinché tutto avvenga così come è previsto per legge, per una questione di tutela dell’ambiente e della loro stessa sicurezza».

La bonifica viene fatta utilizzando, quindi, tutte le misure di sicurezza. Ma, secondo la sua esperienza, il cittadino che è venuto qui mesi fa ad abbandonare questo amianto, presumo senza tuta e maschera, cosa ha rischiato.
«Ha messo non soltanto a rischio la sua persona, ma anche chi abita vicino, perché nel momento in cui l’amianto si va a rimuovere, soprattutto nella parte del sormonto, o nelle linee di gronda, punti critici dove muschi e i licheni, che creano uno strato in qualche modo fissante, non attecchiscono, ci può essere presenza di fibre di amianto».

Bordi, diciamo, sfaldati.
«Esatto. Perché, le piogge acide, le intemperie, gli shock termici e altro, provocano il distacco della fibra di amianto dal supporto».

Anche nel caso di una lastra integra, muoverla senza le dovute precauzioni potrebbe essere pericoloso.
«Certo. La fibra di amianto è pericolosa solo se inalata, vanno quindi protette soprattutto le vie respiratorie ecco perché servono protezioni idonee. Ripeto, un privato che manipola questo materiale mette a repentaglio non solo la sua sicurezza, ma anche quella di chi abita vicino».





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