Riqualificazione strutture sportive, parola all’assessore Antonella Berardi
- Dettagli
- Pubblicato Domenica, 14 Giugno 2020 01:00
- Scritto da Michele Rubino
- Visite: 1811
di Michele Rubino
La realizzazione del blocco di spogliatoi a servizio della tensostruttura di via Adelfia è stata una vera e propria manna dal cielo per compagini sportive cittadine ed appassionati che, ad oggi, attendono anche sviluppi sul fronte palazzetto dello sport. Come apprendiamo dal sito della Centrale Unica di Committenza, in tal senso, è tuttora in corso la fase di valutazione delle offerte pervenute. Lo stato di avanzamento dei lavori delle due opere – con riferimento al palasport, alludiamo chiaramente a quelli della commissione giudicatrice – è stato oggetto di discussione con l’assessore Antonella Berardi, delegata – tra le altre – al ramo dei Lavori Pubblici. Nell’intervista che di seguito proponiamo, non sono mancati spunti di riflessione riguardanti le infrastrutture sportive a Rutigliano. Il tutto tra la ferma intenzione di riqualificare impianti già esistenti ma in disuso e la volontà di creare nuove aree pubbliche per facilitare l’esercizio a corpo libero rigorosamente all’aperto.
Assessore, com’è maturata l’idea di realizzare un monoblocco di spogliatoi annessi alla tensostruttura? Qual è lo stato di avanzamento dei lavori?
«Con le associazioni sportive molte volte ci siamo trovati, anche come consiglieri di opposizione, a fronteggiare la mancanza di servizi igienici, come gli spogliatoi, per la tensostruttura. Una problematica che rischiava di compromettere la stessa partecipazione delle società ai campionati poiché, per prendervi parte, occorre avere precisi requisiti. Sino a quando verrà costruito il palazzetto, passerà del tempo e la tensostruttura sarà in esercizio. Perché non colmare, quindi, l’assenza di tale servizio e garantirlo per i prossimi anni? A nostro avviso andava assolutamente garantito e, alla luce di ciò, abbiamo stanziato fondi nel bilancio per realizzare l’opera (...). Nella giornata di martedì, abbiamo ricevuto comunicazione della fine dei lavori. Sono stati abbastanza celeri. Manca la regolare esecuzione dell’ufficio tecnico che, a onor di cronaca, ha già effettuato un sopralluogo. Sarebbero potenzialmente fruibili a partire dalla prossima settimana».
Tale decisione è giunta, come sappiamo, quando era già in corso la gara per la realizzazione del palasport, il cui progetto prevede la creazione di un parcheggio nell’area ove oggi sorgono tensostruttura e spogliatoi, appunto.
«Si, c’era una gara in corso, una gara di cui abbiamo raccolto l’eredità per così dire. Nel momento in cui abbiamo preso atto del progetto, ci siamo interrogati col tecnico circa le possibili soluzioni. Ad oggi, come sapete, c’è la commissione di gara che sta valutando l’offerta tecnica. Come miglioria c’era, a priori, la possibilità di lavorare sulla struttura che, come tale, può essere rimontata in altro luogo o definitivamente debellata. Può emergere qualsiasi cosa dalle proposte. Nel momento in cui conosceremo la ditta appaltatrice vincitrice dalla gara, sarà mia premura dialogare. Dialogare con le imprese è quanto mi sono imposta dal momento in cui ricopro questa carica».
Quali potrebbero essere le eventuali soluzioni?
«Si possono apportare varianti che, magari, la scorsa amministrazione non ha valutato e noi si. Ce la metterò tutta per approvare una variante che possa garantire la funzionalità di entrambe le strutture e magari salvaguardare il parcheggio come area utilizzabile. Ci potrebbe essere, ad esempio, la possibilità di un parcheggio in altra parte ma queste sono tutte ipotesi di cui si potrà discutere concretamente non appena la gara sarà aggiudicata. Sono tutte piste che teniamo in considerazione. Attendiamo e, non appena possibile, cerchiamo di capire le imprese cosa abbiano presentato dal momento che la stessa possibilità di apportare varianti rientrava nell’offerta del progetto».
E’ prematuro, quindi, affermare che ad oggi c’è già un conflitto esistenziale?
«Certo che è prematuro. Proprio perché, come dicevo poc’anzi, non conosciamo le offerte delle imprese. Se il conflitto dovesse emergere, sarà nostra premura collaborare con l’impresa per trovare una soluzione. Si potrebbe individuare il parcheggio in altra zona; se poi la tensostruttura sarà demolita, gli spogliatoi sono monoblocco e potrebbero essere spostati ed utilizzati in altro contesto. Non a caso abbiamo optato per il minor danno in termini di spesa. Sono state compiute attente valutazioni. Il bivio dinnanzi al quale ci siamo trovati era: continuiamo così sino a quando non sarà realizzato il palazzetto o poniamo una soluzione ora e poi, qualora dovesse emergere un problema, lo risolviamo? Abbiamo ritenuto opportuno optare per questa seconda ipotesi».
Tensostruttura che, di per sé, non è assolutamente in condizioni ottimali.
«Esatto. La tensostruttura, così, non va comunque bene. A tal proposito, ci eravamo informati per un’opera di manutenzione straordinaria della stessa intesa come far rimanere il reticolo che costituisce la struttura portante e cambiare soltanto il telo come accaduto in altri paesi ove, appunto, è stato cambiato e “raddoppiato” in modo tale da avere una camera d’aria per il sistema di condizionamento. Ciò eviterebbe certamente i famigerati problemi di condensa. Abbiamo valutato anche questo. Non era il caso di farlo ora avendo la stessa opera, tra l’altro, un costo oneroso, specie se commisurato al contesto attuale che vede, come sappiamo, una gara in pieno svolgimento, ergo un contesto di non conoscenza».
Rimanendo in zona, quindi riferendoci al polo sportivo di via Adelfia, c’è un altro impianto sportivo che “vive” in condizioni di degrado e fatiscenza dovute ad un prolungato abbandono. Mi riferisco alla piscina comunale. Quali sono le intenzioni di questa amministrazione?
«Nei mesi addietro, abbiamo fatto un sopralluogo con il Presidente Regionale FIN Nicola Pantaleo ed il geometra FIN Maurizio Colaiacomo. Siamo in attesa dello studio di fattibilità tecnico-economica che, tra le altre cose, potrebbe fornirci un’accurata stima dei costi per rimettere a nuovo la struttura o cambiarle destinazione d’uso sempre nell’ottica di una “cittadella dello sport”. E’ nostra premura rimettere l’impianto a regime ma è soprattutto una questione di tempo e disponibilità da parte di tecnici che ci devono lavorare. Poi c’è un nodo di natura prettamente economica, non ce lo nascondiamo. Servono, inoltre, anche studi di gestione perché senza quest’ultima componente, il comune non compie il passo. Bisogna investire se c’è un ritorno per la cittadinanza. La nostra idea è certamente quella di riqualificare la struttura e l’area circostante».
Un’altra area che necessiterebbe di un’opera di riqualificazione è quella ubicata in via Favale, ove per la precisione sorge un campo da tennis mai entrato in funzione.
«Abbiamo candidato il campo da tennis in via Favale al bando della Regione Puglia “Interventi volti al potenziamento del patrimonio impiantistico sportivo della amministrazioni comunali”: 100.000 euro di contributo per ogni singolo progetto aggiudicatario per un totale di 8.000.000 euro. Nell’area adiacente al campo, attualmente occupata dalle giostrine, stiamo progettando la realizzazione di uno spazio da dedicare alla pratica dell’esercizio a corpo libero. Il tutto senza recinzioni, o barriere, perché è questa l’idea che ho di area pubblica. E’ così che vorrei vedere Rutigliano tra qualche anno».
Cosa prevede il progetto da lei menzionato?
«La conservazione di un’area dedicata alle giostrine, da sostituire con attrezzature nuove, ridotta per far spazio ad una pavimentazione in gommato per la pratica sportiva all’aperto. Un’altra area, questa già esistente, che sarà interessata da una riqualificazione è quella di piazza Aristotele che, ad oggi, in virtù della presenza di alcuni attrezzi ginnici, è divenuta punto di ritrovo per coloro i quali praticano Calisthenics».